Capitolo 7

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Chris è alla cassa che paga i nostri drink e i dessert che abbiamo consumato. Lo osservo nella sua semplicità, bellezza ed eleganza. Chi avrebbe mai detto che avrei potuto pensare di costruire qualcosa con un uomo del genere, così impostato per una come me. Sono sempre stata attratta dai selvaggi, da quelli che camminano per la strada senza avere una meta. Ora, invece, nella mia vita c'è lui, che mi trasmette equilibrio e che placa la mia anima fatta di paradossi. Ha l'assurdo potere di calmarmi e garantisco che non è facile che io mi tranquillizzi quando sono arrabbiata. Di solito devo smaltire la rabbia prima di calmarmi, ma lui ci riesce. Basta che mi stringa le mani ed io mi rassereno, succede così sin dal primo momento. Il contatto delle nostre mani mi scalda e mi infonde quiete che fa scomparire paure e preoccupazioni. Non riesco a far altro che pensare alle parole di prima. Continuo a ripetermi che dev'essere stato l'alcool, ma i suoi occhi mentre mi diceva quelle cose erano lucidi. Dio, i suoi occhi.

Ad allontanarmi dai miei pensieri, è la figura di Chris che si dirige verso di me mentre mette il portafoglio in tasca.

"Andiamo" mi dice. Sento un improvviso calore spargersi nel mio corpo, a partire dalle mani.

Ed ecco che, un'altra volta, le mie mani vengono strette dalle sue. E' una sorta di accordo tacito. Non mi ha mai chiesto il permesso di prendermi per mano e, proprio io che sono fredda ed odio il contatto fisico, sono contenta quando sono in contatto con lui. Ho bisogno di sentirlo vicino a me, mi infonde sicurezza, pace e protezione.

Camminiamo sul marciapiede verso la macchina, che abbiamo dovuto lasciare a qualche isolato da qui perché siamo in centro, nella zona traffico limitata. Nessuno dei due parla, ma va bene così. E' piacevole anche il silenzio quando si tratta di Christopher.

Arrivati davanti alla macchina, a malincuore, le nostre mani devono dividersi e il freddo torna a regnare in me. Così, prima che lui metta in moto, sento il bisogno di parlargli. E, si sa, io non riesco a frenare il mio istinto.

"Chris"

Basta questa parola e l'incontro dei nostri occhi che lui si protende verso di me e, accarezzando il mio viso col palmo della sua grande mano, mi bacia. Se prima consideravo "calore" il contatto delle nostre mani, ora sto andando letteralmente a fuoco. Questo fuoco sta bruciando tutte le mie paure, le mie fragilità e mi sta preparando a una nuova vita da vivere insieme a lui. Afferro il suo viso e ricambio il bacio, che diventa sempre più passionale. Restiamo chiusi in macchina a baciarci per non so quanto tempo, sembriamo due adolescenti, ma non mi importa. Tutto ciò di cui ho bisogno ora è lui, lui e soltanto lui. Questo bacio è ciò che desideravamo entrambi da troppo tempo, siamo come due calamite che non possono far altro che attrarsi. Baciarlo è un dolce tormento, prima lentamente, poi appassionatamente. E mi sta facendo impazzire.

Decidiamo di passare la giornata insieme. Passeggiamo in un parco, mano nella mano e spensierati come due ragazzini che hanno finalmente trovato la serenità. Di tanto in tanto ci scambiamo qualche bacio e ridiamo, ridiamo di cuore. Era da così tanto che non mi sentivo così bene.

"Chris, che ore sono?"

"Le 17.26"

"Chris" dico istintivamente "Il lavoro"

"Cazzo Violet andiamo"

Col fiatone arriviamo davanti all'azienda con l'intento di tornare a lavorare per un'oretta prima che chiuda.

"Dio, visto? Mi fai perdere la testa" ammette lui

"Non posso che pensare che mi faccia estremamente piacere"

Mi sorride. Quanto sentimento in un semplice sorriso.

Entriamo in azienda, ma prima ci scambiamo un veloce bacio e le nostre mani, a malincuore, si devono separare.

"Ma dov'eravate finiti? Vi abbiamo chiamato persino sul cellulare e non avete risposto una volta!"

Ed ecco i colleghi all'attacco. Si sono disposti intorno a noi in cerchio, è piuttosto inquietante.

"Calmatevi santo cielo! Hamilton ci ha tenuti là a mangiare, ci ha fatto conoscere figli e nipoti. Sapete com'è fatto quell'uomo...se ti offre anche solo un bicchiere d'acqua devi berlo fino all'ultima goccia, altrimenti si offende. E noi abbiamo pranzato là, potete immaginarvi quanto tempo ci è voluto per finire tutto. Ora, se vi spostate, vorrei tornare al lavoro"

Tutti si dileguano abbassando gli occhi, mi volto rapidamente verso Chris che mi fa l'occhiolino.

Mi siedo alla mia scrivania ed accendo il computer. Dubito che riuscirò a lavorare dopo ciò che è successo oggi, ma perlomeno devo far finta, non si sa mai che il mio capo possa rimproverarmi.

Sul desktop mi arriva la notifica di una nuova mail. La apro.


Da: Christopher Burns

A: Violet Grace Montgomery

Complimenti, tu sì che sai tirare fuori le unghie e farti rispettare. Sono fiero di te.

Da: Violet Grace Mongomery

A: Christopher Burns

Bisogna imparare se si vuole sopravvivere in questo mondo. Stasera stiamo un po' insieme? Già mi manchi.


Da: Christopher Burns

A: Violet Grace Montgomery

Te l'avrei chiesto io. Stasera aspettami che usciamo insieme dall'ufficio.


Da: Violet Grace Montgomery

A: Christopher Burns

Ai suoi ordini, capo. Ma in che casino ci siamo messi?


Da: Christopher Burns

A: Violet Grace Montgomery

E' il casino più bello di tutta la mia vita.


Ho un sorriso che mi va da un orecchio all'altro e, istintivamente, alzo gli occhi verso il suo ufficio. Vedo il mio uomo in piedi vicino alle pareti di vetro del suo ufficio che mi osserva e mi sorride. Mi manda un bacio volante che vorrei tanto ricambiare. Mi guardo intorno e, dopo che ho verificato che i colleghi non mi stanno guardando, lo prendo con una mano e me lo porto alle labbra.


|Ragazze, vi avviso che questo è il penultimo capitolo. Questa è la prima storia che scrivo seriamente e non voglio tirarla troppo per le lunghe rischiando di cadere nella banalità. Quindi, preferisco rendere il mio primo libro qua su Wattpad "breve ma intenso". Spero vi piaccia, vi ricordo di votare e di lasciare un commentino con la vostra opinione. Ci vediamo al finale (che tra l'altro adoro com'è venuto). Un bacione bellissime|


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