Capitolo 3

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Capitolo 3- Un amore impossibile

       

Dopo la pausa pranzo iniziarono gli allenamenti di  football, insieme a quelli delle cheerleader. Clarissa era la leader del  team e nessun' altro meglio di lei avrebbe saputo coordinare le ragazze  della squadra. Fin da piccola sua madre l'aveva sostenuta nella sua  passione per la danza, pagandole i corsi per la scuola più prestigiosa  della città. Era cresciuta con i tutù e le scarpette da ballo ai piedi e  adesso montare qualche corografia per la squadra delle cheerleader le  sembrava un gioco da ragazzi.

Dopo un'ora di salti e piroette esortò  tutte a provare la loro performance direttamente in campo ma alla fine  degli allenamenti la sua espressione accigliata suggeriva che non fosse  affatto soddisfatta di quanto il gruppo aveva realizzato fino a quel  momento: la coreografia sembrava imperfetta e Katelin era decisamente in  ritardo sui passi rispetto alle altre. Clarissa si portò le mani al  viso in segno di scoraggiamento e sbuffò spazientita, ma alla fine  dovette arrendersi alla stanchezza che si era abbattuta sul gruppo.

<< Ci riproviamo domani>>, disse amareggiata.

Katelin  prese la borsa dalla panchina che aveva di fianco, bevette un sorso  d'acqua e proprio quando si accingeva a tornare negli spogliatoi, fu  colta di sorpresa da lei. L'ultima cosa che avrebbe voluto era una  noiosissima predica per la performance disastrosa di prima ma,  evidentemente, di fronte a un simile fallimento osava sperare un po'  troppo e Clarissa non perse tempo a dedicarle le sue lamentele.

<< Mi dispiace, ho passato tutta la notte a studiare per il test di letteratura e sono esausta.>>

<< Non dovresti stressarti tanto, fa male alla squadra.>>

Katelin  non sopportava le ramanzine e sopportava ancora meno sentirsi dire cosa  avrebbe dovuto fare per sé stessa o per gli altri. Era tremendo  svegliarsi con delle enormi occhiaie per aver trascorso la notte sui  libri ma se fosse stato necessario tenersi in piedi drogandosi di caffè  fino al mattino seguente, non si sarebbe di certo tirata indietro e in  quei casi studiava fino all'ossessione. Doveva mantenere i voti su un  certo livello se avrebbe voluto davvero fare domanda ad Harvard e  niente poteva impedirle di raggiungere quel traguardo. Fare la  cheerleader le piaceva, soprattutto perché le permetteva di stare più  vicina a Logan ma l'idea di avere un capogruppo come Clarissa non la  entusiasmava affatto.

<< Cosa dovrei fare, gettare il mio futuro all'aria per i tuoi balletti?>>

Con  tono sarcastico, Katelin osò ribattere senza lasciarsi intimidire, poi  prese la borsa in spalla e fece per andarsene ma Clarissa non le diede  tregua.

<< Datti una calmata! Nessuno ti costringe a far parte del gruppo se non riesci a sostenere questi ritmi.>>

Due occhi da belva accesero lo sguardo duro di Katelin, pronta a sbranare il suo avversario se fosse stato necessario.

<< Vuoi forse dire che non sono all'altezza?>>, ruggì forte.

<<  Voglio solo dire che siamo tutti quanti stufi del tuo malumore, Kate.  Insomma, avrei voluto cogliere l'occasione per invitarti al concerto dei  Maroon 5 questo week-end, ma sei così scostante che nessuno riesce a  comunicare con te ultimamente. Perfino Kevin sembra averci  rinunciato.>>

L'aria di sfida che fino a  quel momento aveva dipinto l'espressione di Katelin venne soffiata via  all'improvviso da un'ondata di tristezza che le fece abbassare gli occhi  e corrucciare il viso. Si sedette sulla panchina, adagiandosi sul suo  corpo d'un tratto trascinato giù dal peso di un'invincibile tristezza.  Clarissa si mise al suo fianco e sostenne il suo sguardo per spingerla a  confidarsi.

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