Chapter six: - Welcome to the world of Fashion.

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  «Certamente, per le otto sarò lì.»  Dico con voce tremante per via dell'emozione.

  «Perfetto Miss Thomson, la aspettiamo. A domani.»  Mi risponde il manager dall'altra parte del cellulare, prima che mettesse giù. 

Resto per qualche secondo con il cellulare in mano, incredula. Alzo lo sguardo e ammiro il mio riflesso allo specchio. I miei occhi verdi riflettono speranza, il mio petto si alza e si abbassa velocemente. La stessa ragazza che era una modella in un'azienda poco importante, e che poi è stata successivamente licenziata per aver messo su qualche kg, ha appena avuto l'occasione di ricominciare, stavolta per un'azienda importantissima. Non vedo l'ora di dirlo a Stacey, a mia mamma, a mio padre. In tutto questo tempo mi sono sentita come se non valessi niente, come se fossi inutile. Addirittura c'è chi mi ha detto che avrei potuto solo fare la modella di Make-Up o la modella oversize. Mi hanno buttato merda addosso, mi hanno fatto credere di essere una schiappa nel fare ciò che amo, ma adesso la Amber che piange non c'è più. Adesso c'è la Amber che combatte. Vaffanculo a chi non credeva in me, vaffanculo a chi pensava che valessi zero.

Busso alla camera della mia coinquilina, ed entro. I suoi occhi sembrano preoccupati nel vedermi entrare in camera sua così. Si mette seduta sul letto e mi siedo a mia volta, sorridendo come una stupida. Lei inarca un sopracciglio, ignara della situazione.

«Devo dirti una cosa, Stacey.» Le dico sorridendo a trentadue denti, avendo ancora la tachicardia.

  «Dimmi ...»  Mi risponde con voce calma, aggrottando la fronte.

  «Mi ha appena chiamata un manager della Heroes Models Management, dicendomi di aver visto il mio portfolio online. Vogliono darmi un'altra chance. Ho la possibilità di ricominciare tutto d'accapo.» Finisco di parlare tutto d'un fiato e prendo il respiro.

Lei inizia a sorridere e a battere ripetutamente le mani, avvolgendomi in un abbraccio caloroso alla Stacey Brown.  

  «Oh, sono così felice e fiera di te!» Mi sussurra tra le braccia. 

Lei ha sempre creduto in me. Mi ha detto più volte che ce l'avrei fatta, e che nel mondo della moda un giorno sei in, e l'altro sei out - e viceversa. -

Ora devo soltanto dirlo ai miei genitori, ma probabilmente a quest'ora stanno dormendo. Decido di inviare loro una mail dal mio laptop, una volta nella mia stanza. Do la buonanotte a Stacey e corro in camera mia, chiudendo la porta. Mi siedo sulla sedia girevole ed accendo frettolosamente il pc sulla scrivania, impaziente di comunicare la notizia alla mia famiglia.

A: Janice Dawson & Steve Thomson

Da: Amber Thomson

Oggetto: Sorpresa!

Mamma, papà, voglio condividere con voi questo momento così speciale *rullo di tamburi* ebbene sì, la vostra adorata figlia domani andrà ad un colloquio di lavoro con la Heroes Models Management. Hanno visto il mio portfolio online ed hanno apprezzato il mio book. Non vedo l'ora di andarci e darvi più notizie, ma per il momento, auguratemi solo un grandissimo in bocca a lupo! Vi voglio bene, Amber.

La sveglia suona, sono le sette e salto giù dal letto carica ed energica per andare incontro al mio sogno. Sorrido e mi precipito alla scrivania, accendendo il computer. Ho una mail, come mi aspettavo.

A: Amber Thomson

Da: Janice Dawson & Steve Thomson  

Oggetto: L'orgoglio di mamma e papà

Buongiorno tesoro, stamattina mi sono svegliata ed ho letto la tua mail con una tazza di tè verde gigante in mano. Sono così fiera di te! Ho svegliato tuo padre - il solito dormiglione - e quasi si è commosso. Siamo emozionati tanto quanto te. In bocca a lupo, fai vedere chi sei amore mio. Ti vogliamo bene anche noi, mamma e papà.

Certe volte sono così felice che almeno l'affetto dei genitori non mi sia mai mancato. Posso contare sempre su di loro, per qualsiasi cosa. Nonostante abbia vent'anni non mi vergogno di essere chiamata ancora tesoro da mia madre e principessa da mio padre. "Doccia, colazione ... agenzia di moda." Cavolo. Con tutta questa euforia mi sono completamente dimenticata dell'ufficio, di Mrs. Smith, di Jane, di ... Leonard Moore. Probabilmente non starò via per più di un'ora, e se otterrò il lavoro comincerò domani, quindi posso benissimo passare per il palazzo/grattacielo e spiegare con tutta onestà come stanno le cose, licenziandomi da lì. 

Dopo una doccia calda al profumo di menta piperita, eccomi qui, di fronte allo specchio, vestita con dei leggins di pelle, una t-shirt bianca abbastanza lunga, un mantello di pelliccia bianco e dei tacchi a spillo neri. "Ho proprio l'aria di una modella ..." Mi precipito fuori dall'appartamento cercando di non fare troppo rumore per non svegliare Stacey, che si è presa una settimana di pausa dal lavoro.

Eccolo lì, il taxi con il solito tassista. "Ma lo fa di proposito?" Si ferma davanti a me ed entro, salutandolo cordialmente, dicendogli di portarmi alla Heroes Models Management. Lui annuisce ed io mi godo il viaggio, poggiando la fronte sul finestrino, immersa nei miei pensieri. Arriviamo nel posto da me richiesto, forse troppo in fretta. Non mi sono neanche accorta di aver sorpassato la Moore Industries Inc. Anzi, non sapevo neanche se eravamo passati di lì o meno. Allungo il braccio per dare i soldi al tassista, ma lui rifiuta, dicendomi che non ce n'era bisogno.   "Cosa cazzo..." Aggrotto la fronte e scendo dall'auto, trovandomi di fronte ad un palazzo molto alto, ma non quanto l'edificio di Mr. Moore. Avanzo mentre il taxi dietro di me scompare nel traffico. Le porte d'ingresso dell'edificio sono scorrevoli, c'è un grande bancone bianco con la scritta HEROES MODELS MANAGEMENT impressa. Dietro di esso ci sono sei ragazze alla reception, il pavimento è parquet rovere sbiancato, i muri sono grigio chiaro, ci sono tantissime porte ed ascensori. Mi avvicino al bancone ed una ragazza, senza dirmi nulla, mi conduce in una delle tante stanze. Bussa ed entra, lasciandomi sull'uscio. Probabilmente già sapeva chi fossi.

  «Venga pure, Miss Thomson.»  Sento queste parole da una voce molto roca e profonda. Entro nell'ufficio mentre la ragazza esce e chiude la porta alle mie spalle. 

  «Salve.»  Mormoro con voce tremante, guardandomi intorno.

L'arredamento dell'ufficio è simile al resto dell'edificio, con l'eccezione di molti quadri con vestiti, e modelle. Una di loro è Adriana Lima, che lavora per Victoria's Secret. Rimango incantata guardandola, magari essere così espressiva e bella come lei. L'uomo di fronte a me è seduto sulla sedia dietro la sua scrivania bianca, è calvo, ha gli occhi verdi ed è vestito con uno smoking di alta classe, simili a quelli di Leonard Moore.  "Perchè mi viene sempre in mente lui anche quando non c'entra niente?"

  «Salve, Miss Thomson. Sono Mike Evans, il direttore di questo posto. Come ieri le diceva un mio dipendente nonchè manager di molte modelle di questa agenzia, ci siamo imbattuti nel suo portfolio ed abbiamo visto del potenziale. L'abbiamo fatta venire qui per ammirarla di persona e chiederle di fare qualche scatto per iniziare. Dopodichè le faremo firmare un contratto di due anni garantiti, che ovviamente potranno essere molti di più in base alla sua bravura e ai clienti che la sceglieranno. Accetta di farlo?»  L'uomo parla scandendo ogni singola parola, il suo accento Inglese è molto evidente e lo ascolto con molta attenzione prima di fare un lungo sospiro e rispondere alla sua domanda.

  «Certo che sì.»  Mi limito a dire. Sto tremando di nuovo e quasi svengo. 

L'uomo annuisce e si alza dalla sedia, uscendo dall'ufficio e facendomi strada fino ad arrivare in una porta beige. La apre e al suo interno ci sono molte modelle, truccatrici, parrucchieri, fotografi, vestiti, luci e spazi bianchi. L'uomo dice qualcosa ad una truccatrice ed ella mi prende per il polso senza farmi male. Ha gli occhi azzurri ed i capelli mori, è molto bella. La seguo guardandomi attorno, fino ad arrivare su una poltrona bianca libera. Comincia a struccarmi con del latte detergente e dei dischetti di cotone, spalmandomi poi una crema idratante. Si muove sul mio viso come un pittore si muove su una tela, mettendomi fondotinta, blush, ombretti, ciglia finte, rossetto e quant'altro. Successivamente, arriva un parrucchiere sulla trentina, con i capelli neri e gli occhi marrone chiaro, che comincia a sistemare i miei capelli. Sicuramente sono degli Hair Stylist e Make-up artist più che esperti. Finisce il suo lavoro e mi passa uno specchietto, facendomi ammirare.  "Oh mio Dio... sono realmente io?"

    

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