Mi mordo nervosamente le unghie, tenendo d'occhio costantemente la porta di casa, dalla quale spero che mio marito entri presto.
Oggi sarebbe dovuto essere il suo ultimo giorno nell'esercito, dopodiché avrebbe finalmente svolto un lavoro "normale" e meno pericoloso di quello del militare.
In questi anni, sono stata costantemente in ansia per lui, specialmente da quando, oramai cinque anni fa, è nata la nostra piccola Grace.
Stamattina abbiamo festeggiato il suo compleanno, ma abbiamo in seguito comprato un'altra torta con cui poter rifocillare anche suo padre, una volta che si sarà chiuso la porta alle spalle, pronto a dimenticare gli orrori della guerra in Afghanistan, che è stato costretto ad affrontare in prima persona.
- Mamma, a che ora torna papà? - mi chiede la mia bambina, stropicciandosi gli occhi.
Mi incanto spesso a guardarla mentre dorme. I suoi capelli sono di un castano talmente scuro da sembrare quasi nero se visto da lontano, ed ha due splendide iridi marroni, che osservano tutto ciò che le circonda molto attentamente.
- Tra poco, tesoro. Tra molto poco, te lo prometto - dico, stringendola ancora più forte e pregando il buon Dio di far tornare a casa Ron sano e salvo.
Oramai mi sono ridotra a contare i secondi in attesa del suo ritorno da molto tempo, e ricomincio a farlo anche ora.
Il mio cuore batte fortissimo, allo stesso ritmo di quello di Grace.
Mentre guardo la porta, sperando che si spalanchi da un momento all'altro, ripenso ai meravigliosi dieci anni che ho passato insieme al padre della mia creatura.
Quando ci siamo conosciuti, io ero una quindicenne piuttosto timida, e lui un diciassettenne parecchio imbranato. Nonostante questi nostri piccoli difetti, però, abbiamo stretto subito amicizia ed, in breve tempo, ci siamo innamorati l'uno dell'altra. Siamo diventati marito e moglie tre anni dopo, e ne abbiamo aspettati altri due prima di riuscire a diventare genitori di quello splendore di bambina che è Grace.
Lui è stato chiamato a fare il soldato dopo la morte di suo fratello Fred, ucciso in battaglia. Era un incarico di solo un anno, e per questo motivo ha accettato praticamente subito.
Io ho cercato invano di convincerlo a rimanere, ma lui non ha voluto sentire ragioni. Ha detto che doveva farlo per Fred, il suo adorato fratello maggiore scomparso fin troppo precocemente.
Il mio flusso di pensieri si interrompe quando sento una chiave girare nella toppa.
La testa della mia bambina si solleva di scatto.
Ron spalanca la porta, un sorriso enorme stampato in faccia. - Tanti auguri, tesoro mio! - esclama.
- Babbo! - urla Grace di rimando, saltandogli in braccio.
Io osservo la scena dalla poltrona, mentre lacrime di gioia mi offuscano la visuale.
Ron poggia momentaneamente a terra la nostra bambina e si dirige verso di me, dandomi un bacio dritto in bocca.
- Ti amo - sussurra a pochi centimetri di distanza dal mio viso bagnato.
- Ti amo anch'io. - Il mio è un bisbiglio soffocato ma abbastanza udibile.
Lo abbraccio con tutta la forza che ho, sperando che non ci lasci più.A/N: Stavolta la flashfiction è sulla Asteron! Spero che sia di vostro gradimento. Ringrazio Isabelle_Teresa394 e Fiamma_da_Intrepida per i commenti. A presto! *-* :* <3
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Family AU
FanfictionUna serie di flashfiction che parlano di come sarebbero potute andare le cose tra alcune delle mie coppie preferite se si fossero trovate in un universo alternativo.