Petris Family

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Sono appena uscita dall'ufficio in cui lavoro per recarmi a prenedere mia figlia Zara alla scuola materna.
Oggi è stato il suo primo giorno del suo secondo anno lì: sono assolutamente certa che si sia divertita molto con i suoi amici.
Sorrido nel ricordarmi dei suoi lucenti capelli biondi, ereditati da me, e dei suoi luminosi occhi verdi, dono di suo padre, il mio amato marito Peter.
La nostra splendida bambina è venuta alla luce quattro anni fa, quando eravamo già sposati da un bel po'.
Ci siamo conosciuti alle superiori. Abbiamo cominciato a frequentare la stessa sezione dal terzo anno in poi e siamo diventati amici quasi subito, complice anche il fatto che eravamo compagni di banco. Con lui ho vissuto tutte le mie prime esperienze amorose.
Avevamo solo sedici anni, ma ci siamo innamorati perdutamente l'uno dell'altra.
Per i nostri genitori ed amici, si trattava solo di una cotta passeggera, niente di importante destinato a durare per sempre, ed invece noi due abbiamo saputo dimostrare loro il contrario.
Ancora ricordo lo stupore di tutte le persone presenti quando, alla cerimonia del diploma, dopo due anni di fidanzamento, Peter si è inginicchiato di fronte alla scuola, ha tirato fuori dalla tasca un meraviglioso, gigantesco e costosissimo anello e mi ha domandato se gli avrei concesso l'onore di diventare sua moglie.
Io, ovviamente, ho accettato subito e gli sono saltata al collo, stritolandolo in un abbraccio e riempiendolo di baci in mezzo al caos ed agli applausi generali. In seguito, gli ho chiesto perché non avesse scelto un semplice, economico e di buon gusto anello di plastica per farmi la proposta, e la sua risposta mi ha fatto piangere dalla gioia e dalla commozione: per lui, io ero il meglio e meritavo tutto quel che di meglio c'era nel mondo.
Sono passati dieci anni da quando i nostri sguardi si sono incrociati per la prima volta, e sono ancora convinta che innamorarmi di lui sia stata la scelta migliore che io abbia mai fatto in tutta la mia vita.
Parcheggio l'auto al di fuori della scuola ed attendo che suoni la campanella.
All'improvviso, il mio cellulare inizia a vibrare nella tasca dei jeans che indosso.
Sul display noto il nome Peter e rispondo con sorriso sulle labbra: - Pronto? - La sua voce non tarda a farsi sentire. - Tris? Hai preso la bimba? - domanda.
- Non è ancora uscita - lo informo, voltando leggermente la testa per osservare meglio il portone.
- Ah, ok. Be', salutala e dalle un bacio da parte mia quando la vedi, perché oggi ritarderò un po'. Ci hanno dato del lavoro extra da sbrigare - mi spiega, sbuffando.
- Non ti preoccupare. Lo farò sicuramente. Non c'è nemmeno bisogno che mi ringrazi - affermo, prevedendo la sua possibile risposta.
- Ti amo - dice invece lui, facendomi battere il cuore a mille.
- Ti amo anch'io - rispondo prima di chiudere la chiamata. In quel preciso istante, la porta della scuola si spalanca, ed in lontananza scorgo la mia bambina correre verso l'automobile in cui sono seduta.







A/N: E stavolta la flashfiction è sulla Petris! Spero che sia di vostro gradimento. Ringrazio, come mio solito, Isabelle_Teresa394 e Fiamma_da_Intrepida. A presto! Baci! *-* :* <3

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