1% Femminile, 99% Yaoista [DA REVISIONARE]

Capitolo 7 - Una cara amica

La vera beatitudine è avere le tende chiuse, la stanza buia e nessun tipo di rumore ad infastidirti.
Sì, questa è la mia beatitudine.
Cambio posizione, mettendomi a pancia in su faccendo sprofondare meglio la testa nel cuscino e sorrido felicemente come un ebete.
All'improvviso sento alcuni rumori provenire dall'altra stanza, ma all'idea di un Yuu che sta giocherellando con un mobile mi balzò in mente, e di conseguenza non mi preoccupai per niente.
Poi apro un occhio, intravedendo l'orologio segnare esattamente le dieci di mattina, per poi chiuderlo e tirare un sospiro.
È presto, posso ancora dormire per altre due o tre ore...
Ma la porta si spalanca di colpo, facendo così entrare la luce mattutina disturbando i miei poveri occhi ormai abituati all'oscurità.
La figura femminile si avvicina velocemente alla finestra ed aprì le tende, a quella sua azione mi lamentaii a bassa voce ma che però fu inutile poiché essa lo ignorò, quindi con mio immenso dispiacere andai a rifugiarmi sotto le coperte.
Ebbene sì, la mia dormita è finita lì.
Mi tirò via le coperte e sentì subito il freddo invernale sulla pelle, facendomi svegliare del tutto.

«Insomma Maddie, siamo in vacanza quindi potresti lasciarmi dormire fino a mezzogiorno!?» mi lamento, lanciando un'occhiataccia alla ragazza accanto a me.

Da circa una settimana mi sono trasferita nell'appartamento di mia sorella, e direi che mi ci trovo anche abbastanza bene.
È un piccolo appartamento più o meno vicino all'Accademia, di una distanza di circa dieci minuti a piedi, mentre il resto è più che ammissibile.
Con grande stupore, il primo giorno che venni qui, trovai una stanza arredata con il pavimento in tatami, e dedussi che pure mia sorella si trovava meglio con esso.
Poi non è molto grande: ha abbastanza spazio per farci vivere una persona e al massime anche per due.
Stupendo eh?
Allungai le braccia all'insù, stiracchiandomi per bene per poi far susseguire un sbadiglio dalla mia bocca, ed afferrare la montatura nera posta vicino al cuscino.
Mi alzo dal mio futon accogliente e faccio cenno alla canadese di seguirmi, poi la faccio accomodare in cucina chiedendole di darmi sono qualche minuto, e per finire vado a lavarmi i denti e la faccia uscendo dal bagno dopo una decina di minuti.
Mi avvio verso la cucina per prendere una ciotola, nella quale ci versai subito del latte fresco e poi mi voltai, andando a cercare con lo sguardo qualcosa.
O meglio, qualcuno.

«Yuu! Dove sei? Vieni qui, così ti do la colazione.» urlai, per poi intravedere un mostriciattolo nero sbucare dalla stanza accanto e venirmi incontro.
«Ecco, tieni.» e posai a terra la ciotola con del latte, poiché da quanto ho capito, Yuu non può ancora mangiare cibo in scatola.

Tiro un prondo sospiro e sbadiglio una seconda volta, per poi prendere un bollitore da uno delle mensole in alto e metterlo sul fuoco una volta riempita di acqua.
Poi prendo i biscotti al cioccolato da un'altra mensola, e mi preparai anche del caffè istantaneo.
Ovviamente il caffè istantaneo non è proprio il massimo a confronto di quello vero, ma è sempre meglio di niente.
Con la tazza di caffè e i biscotti, mi avvicino lentamente al tavolo lasciandomi scappare un altro sbadiglio, e mi sedetti davanti a Maddie, poiché la ragazza fece lo stesso dopo avermi tipo osservata per tutto il tempo mentre mi preparavo da sola la colazione.

«Ne vuoi?» chiesi porgendole i biscotti che rifiutò scuotendo semplicemente la testa.

Sbuffai, per poi prendere un biscotto e mangiarlo.

«Allora? Se sei venuta a cercarmi ci sarà un motivo. E poi come hai fatto ad entrare?» chiesi mentre masticavo pigramente.

«Ti sei dimenticata? Mi avevi dato una copia delle chiavi, e mi dissi anche "Vieni a trovarmi quando vuoi".» mi spiegò imitando la mia voce, per poi fare una smorfia e alzare le spalle.

«Ah, capito capito. Quindi il motivo qual'è?» inarcai un sopracciglio e continuai a guardarla curiosa.

«Vedi... Devo chiederti un favore.» si ferma, per poi abbassare lo sguardo torturandosi le mani.
«Per favore vieni con me, in Canada.»