Capitolo 8 - Rivelazioni inaspettate

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A destra, a sinistra, in avanti o in indietro, ovunque io guardi, i corridoi sembrano essere sempre gli stessi, tutti dannatamente uguali.
Sarà già passato - come minimo - mezz'ora da quando sono uscita dallo studio di Callem, e ancora non ho trovato la camera di Maddie.
Non dico di essere più orientata a casa mia, ma questo posto è veramente un vero e proprio labirinto, anche peggio della Williams Prince.
Sospiro e giro l'ennesimo angolo dove mi aspetto già l'ennesimo paesaggio cupo della casa, ma che però, invece di quello, mi scontrai con un ragazzo di circa della mia età, almeno esteticamente.

«S-Scusami, non ti avevo visto.»

«Non preoccuparti, in fondo è stata anche colpa mia.» dice, per poi sorridere lievemente.
«Per caso, sai indicarmi la strada per incontrare il signor Callem Fournier?»

«Il... Il padre di Maddie?»

Rimango sbalordita quando mi fa questa domanda, perché mi aveva praticamente rivelato la sua identità.
Perciò, a dedurre, lui deve essere il "fidanzato" di Maddie: Zael Morin.
Non sembra affatto una persona cattiva, però come dice un vecchio proverbio: "Mai fidarsi delle apparenze", giusto?
Da brava persona, potrei anche indicargli la via per lo studio di quest'ultimo, cosa che purtroppo non posso fare anche volendo, dato che anch'io come lui ho perso il senso dell'orientamento.

«Mi dispiace tanto Zael Morin, ma non servo questa famiglia; e poi io, proprio come te, mi sono persa.» ed alzai le spalle.
«Prova a chiedere ad un'altra persona che non sia la sottoscritta.»

E me ne vado, ritornando a fare quello che stavo facendo.
Alla fine ho dovuto chiedere informazioni ad una cameriera nei paraggi, che mi indicò la strada senza pensarci nemmeno due volte, ed è solo grazie a lei se ora sono riuscita ad arrivare sana e salva davanti alla camera di Maddie.
Indubbiamente questo posto è enorme, anche troppo; ma forse l'ho già detto fin troppe volte.
Mi chiedo come loro riescano a ricordarsi perfettamente la posizione di ogni minima stanza, dato che se fossi in loro, ci avrei impiegato come minimo un paio di anni o forse anche di più, o ancora peggio, mai.

Busso alla sua porta, e dopo pochi secondi la candita voce di Maddie "sussurrò", utilizzando il volume più adeguato per farmi accomodare.
La sua stanza è davvero enorme, stupenda e che rispecchia pienamente la sua personalità femminile.
Infatti tutti i mobili sono di un color crema chiaro, le pareti sono rivestite da una carta da pareti color azzurro pastello e il pavimento è coperto da un grande tappeto rosso fucsia.
La canadese invece, è seduta tranquillamente sul suo letto gigantesco, fra le sue braccia un orsacchiotto di pezza, che mi guardava con un'espressione stupita.

Per caso non si aspettava della mia visita?

«Cos'è quella faccia? Pensavi che sarei rimasta per sempre da "decido-tutto-io"? Se sì, allora ti sbagli.» dico avvicinandomi velocemente al letto, per poi sederci sopra.
«Disturbo per caso?»

«Affatto, sono felice che tu ci sia. Ho fatto bene a portarti con me.» mi sorrise, anche se chiaramente era un sorriso sforzato.

«Mentre venivo qui, mi sono persa...» non finì la frase che la canadese rise, forse perché un po' se lo aspettava, conoscendomi.
«E ho incontrato il tuo "pucci cucci".» e unì velocemente le dita dell'indice e del pollice di entrambe le mani, formando un cuore.

«Ma se nemmeno lo conosco!» ribatté lei, negando il tutto con dei gesti furtivi.

«Meglio, ti assicuro che Denny è molto più carino di lui.» e sorrisi soddisfatta con un ghigno malizioso.

«Nishino insomma!» dice arrossendo, coprendosi la faccia con le mani.
«Smettila che devo dirti una cosa importante!»

«Una cosa?»

1% Femminile, 99% Yaoista [DA REVISIONARE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora