4.Primo giorno di scuola

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Quella mattina alzarmi dal letto fu così difficile che se fossi stata in Italia Barbara D'urso mi avrebbe invitata in studio per parlare del mio trauma.
Ad ogni modo, ero costretta ad alzarmi. Anche perché le voci di mia madre e di mia nonna che gridavano esasperate per farmi alzare, rimbombavano per tutta la casa.

Quindi, con uno scatto felino (più che altro direi rotolando), mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno.
Mi feci una doccia veloce, legai i miei capelli in una coda alta e decisi cosa indossare.
Il mio tipo di metodo per decidere cosa mettere era molto simile al saltare nell'armadio, girare su me stessa, uscire e quello che mi era rimasto addosso sarebbe stato il mio outfit.

Alla fine i prescelti furono dei jeans neri a vita alta strappati solo sulle ginocchia, un crop-top nero e le mie solite converse total black. Per l'occasione del primo giorno di scuola decisi di farmi una sottile riga di eye-liner. Afferrai il mio zaino nero dell'eastpack, scesi le scale e nel frattempo sciolsi i lunghi capelli castani.

Come tutte le volte mia nonna scoppiò a piangere fino a quando io la strinsi molto forte e poi la salutai con un bacio.
Finalmente io e mia madre partimmo e in un minuto ero già fuori scuola.

Entrai e mi ritrovai davanti  una massa di studenti. Già alquanto infastidita per la quantità abnorme di persone che c'era, essendo abituata a sessanta persone in tutto nella mia vecchia scuola, cercai disperata il mio armadietto. Non so come lo trovai, anyway, riposi le mie cose in esso e quando mi voltai vidi davanti a me un volto familiare: Steven.

Mi sembrò di avere una visione fino a quando non sentii pronunciare il mio nome più e più volte.
-Oh, grazie a Dio sei qui- dissi con un'aria sollevata. -Si avevo visto che eri qui allora ho deciso di venirti a salutare e vedere se avevi bisogno di qualcosa-.
-A dire la verità avrei bisogno di qualcuno con un animo generoso che mi accompagni in classe- ci guardammo e io feci un mezzo sorriso fino a quando lui non contraccambiò il mio sorriso e disse-Ho capito ti accompagno. Sai com'è una scuola è un posto così pericoloso, non vorrei che ti succedesse nulla di male-.
Attraversammo i corridoi in silenzio fino ad arrivare davanti alla prima classe dove avrei passato le prime due ore facendo la materia che più odiavo: matematica.
Ci salutammo e io esitai ad entrare fino a quando non mi sentii spingere dentro dagli altri alunni.

                           ~HELLO~
Salve personcine carine,
spero solo che questo capitolo molto femminile vi piaccia.
Oky Doky.
           ~Marzia💙

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