Capitolo 2

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La battaglia infuriava sempre più. I miei occhi erano fissi in quelli di Chimera. Lei stava con le braccia incrociate a fissarmi. Le lanciai una sfera di energia, ma lei si spostò e la sfera colpì l'albero dietro di lei, che prese fuoco. Corsi verso di lei, ma una barriera si frappose tra noi. Battei i pugni sulla barriera, la tempestai di colpi e incantesimi, ma questa resisteva ed era una perfetta protezione per Chimera. -Combatti, codarda!- urlai tempestando di pugni la barriera. -Non ancora- disse lei camminando avanti e indietro davanti a me. -Sai, tu sei un cagnolino senza guinzaglio. Irrispettosa e aggressiva, mordi le caviglie a chiunque. Ma allo stesso tempo sei un diamante grezzo. Hai potere e talento, oh sì. Tu da sola potresti distruggere tutto questo esercito. Potresti vincere milioni di battaglie, essere la migliore, la regina di due mondi. Puoi anche decidere sulla vita e sulla morte. Potresti anche riportare indietro il tuo vampiro. Potresti riportare indietro tua madre.- Chimera si fermò davanti a me, i suoi occhi fissi nei miei. Le sue iridi nere stavano inglobando tutto il bulbo oculare. Sentii il polso bruciare, gli occhi diventare viola e il desiderio di sfondare quella barriera e uccidere a mani nude Chimera. Lei mi guardava, gli occhi due pozzi neri dove si rifletteva la luce viola delle mie iridi. Tirai un pugno alla barriera, proprio all'altezza del viso di Chimera. Sentii un latrato di un lupo e un orco battere la mazza a terra. Una luce riscaldò la mia schiena gelata e il rosso di un fuoco si riflettè sulla barriera. Tutto si stava riducendo a quel momento. Io e Chimera eravamo davanti l'una all'altra, separate solo da una barriera. "Non cadere in tentazione" mi sussurrò una voce nella mia testa. Era la voce della donna cieca incontrata in un sogno due mesi fa. L'avevo sognata ancora altre volte. Ogni volta il sogno durava sempre di più, ma il numero delle risposte diminuiva. 

Scrollai la testa. Non dovevo pensare a lei, dovevo ascoltare la sua voce, perchè lei mi diceva sempre cose giuste e mi proteggeva dai pericoli. Chimera era davanti a me, i suoi occhi ancora fissi nei miei. Dovevo concentrarmi e non cadere nella sua rete. Sentii tutti i lupi che ringhiavano, i vampiri che urlavano, le Maghe Non Reclamate che lanciavano incantesimi, mio padre e mio zio che si urlavano strategie difensive. Vedevo le luci degli incantesimi battere contro la barriera come un arcobaleno, ma era incomplete. Mancava il viola, il mio colore. Una luce gialla mi slittò sotto gli occhi, inseguita da un azzurro brillante che profumava di mare. Strinsi i pugni e chiusi gli occhi. Sentii improvvisamente freddo. Mi trovavo in una caverna su un monte, anche se non vedevo a causa degli occhi chiusi. Respiravo e dalle mie labbra usciva alito caldo come fuoco. Aprii gli occhi e alzai il braccio mettendo in evidenza il mio tatuaggio del drago. Svuotai la mente come quella volta a Camelot. Il ruggito del drago rimbombò nella mia mente con estrema potenza e poi divenne reale. I miei occhi erano viola, totalmente viola, niente bianco e niente nero delle pupille. Sentii la terra tremare e avvertii la presenza del drago dietro di me. Ruggiva e si muoveva con furia e destrezza. Con la coda atterrava nemici e lanciava fiammate contro l'esercito di Chimera. Avevo invocato il drago una sola volta, a Camelot, dove lui aveva combattuto contro l'idra di Jane. I miei occhi erano fissi su Chimera, che fissava il drago avanzare con gli occhi colmi di paura. Il nero si era ridotto all'iride e i suoi bulbi oculari erano lo specchio dell'avanzare del drago. Vedevo le ali aperte dell'animale sbattere, il fumo uscirgli dalle narici e la furia esplodere nei suoi occhi. -Ameris- sentii la mia voce che gridava questo nome mai sentito e il drago spalancò le ali e lanciò una fiammata viola che spezzò la barriera. Chimera lo respinse con una seconda barriera, poi suonò un corno. Mentre il drago annientava ancora la barriera, la maga prese un lembo del suo mantello e fece una giravolta, sparendo così nel nulla. Insieme a lei sparirono anche molti membri del suo esercito. Restarono solo quelli feriti. Mi voltai e colpii un cane infernale, che si vaporizzò latrando. Il drago prese a battere le ali. Alcuni lupi caddero a terra appena il drago si librò in aria. Lo guardai roteare due volte in cielo e poi sparire nel nulla senza lasciare traccia.

Mio padre corse da me lanciando in aria la balestra. -Jennifer! Jennifer!- urlava sbracciandosi. Mi guardai intorno. Il campo era disseminato di cadaveri di orchi. Alcuni vampiri si stavano rigenerando, tutti i lupi si accucciarono accanto a Sambriel, Michel e il signor Wolf e ripresero sembianze umane. le Maghe si guardavano intorno ancora all'erta. -Jennifer! Come hai fatto a evocare il drago?- chiese mio padre appena mi raggiunse. -L'avevo già evocato a Camelot mesi fa.- risposi cercando tra i cadaveri se c'era qualcuno dei nostri. -Quanti ne abbiamo persi?- chiesi incamminandomi verso Sam. -Non lo sappiamo. Li contiamo al quartier generale.- mi disse mio zio. -Allora andiamo- feci io estenuata. La mia energia era andata tutta al drago, mi reggevo in piedi per forza di volontà.

Tornammo al quartier generale. Damon radunò tutti i vampiri, Sam i lupi e si misero a contarli. Mi ritirai in camera mia e mi sdraiai sul letto. La prima volta che avevo invocato il drago non mi ero sentita così stanca e tanto meno mi ero proiettata nel luogo dove lui, anzi lei, viveva. Chiusi gli occhi. Mi ritrovai ancora nella caverna, sempre a occhi chiusi. Un ruggito lieve era l'unico rumore che si sentiva. L'aria di montagna di entrava nelle ossa e ti congelava il sangue. Una coda squamosa mi accarezzò il polso con il tatuaggio. Un ultimo ruggito e poi riaprii gli occhi. Ero ancora nella mia stanza, ma avevo freddo. Accesi una candela e la misi accanto al letto, ma questa si spense appena entrò Zarina nella stanza. Quella fata era costantemente inseguita da folate di vento. -Signorina, la signorina Giulia vuole vedervi.- disse la fata e volò via. Mi alzai da letto e andai da Giulia. -Guarda cos'ho trovato sul campo di battaglia!- esclamò la ragazza mostrandomi una pietra trasparente. -Bel diamante!- dissi io annoiata. -Non è un diamante! E' la pietra del mare!- si alterò lei. -Wow, allora, che bella pietra del mare!- esclamai io ancora più annoiata. -Jennifer! La pietra del mare è una delle sette pietre dell'arcobaleno! Appartengono  a noi!- esclamò Giulia alterata. -Davvero? E allora perchè ne abbiamo una sola?- chiesi io -Furono distrutte anni fa- disse Yura, che si prese la pietra con estrema avarizia. Era sua e si vedeva che ci teneva. -Se sono tornate vuol dire che qualcosa sta cambiando. Sta succedendo qualcosa di terribile.- disse Estelle. 


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