Capitolo 5

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-Sei proprio sicura di sapere dove sia la tua pietra?- chiesi stizzita. Erano ore che camminavano in quella selva piena di pericoli. Eravamo stati attaccati ben tre volte da piante assetate di sangue. Una quercia aveva tentato di strappare la testa a Sambriel e Jane per poco non ha tentato di staccare la testa a me quando, per liberare il mio amico, feci essiccare la pianta. -Lo so e basta, possibile che tu non abbia mai fiducia in nessuno? Se vai avanti così ti abbandono nella foresta!- mi urlò dietro Jane. Questa foresta stava facendo innervosire tutti, soprattutto Estelle, che si era ritrovata con i capelli gonfi come una mongolfiera. Negli occhi di Jane si vedevano scintille di potere. La sua forma era tornata quella della prima volta che la vidi: capelli neri con lunghe ciocche verdi, occhi di un verde che sputava odio e che esprimevano il desiderio di potere. Più la pietra si avvicinava, più i suoi occhi diventavano verdi e i suoi capelli scuri. Faceva quasi paura, anche a me, e non era per nulla riconoscibile. Aggressiva, detestabile è pronta a scoppiare come una bomba a orologeria.

Dopo lo sfogo della sua rabbia, rimanemmo tutti zitti e cercammo di non fiatare. Jane ci conduceva sempre più all'interno di quella foresta e ci addentrammo nella zona più buia, fino a quando non ci ritrovammo davanti a una barriera magica che bloccò il passaggio a tutti, tranne Jane, la quale passò attraverso alla barriera come se non ci fosse. -Jane- la chiamai e lei si voltò con occhi iniettati di sangue. -Non possiamo passare, devi andare da sola- le confessai e lei fece un passo verso di me, ma una luce verde la colpì in pieno, trascinandola via. Urlai fino a diventare roca, lottai contro la barriera per oltrepassarla, ma questa rimaneva impenetrabile. Lanciai incantesimi, la presi a spallate, ma non riuscii a passare. Presto mi ritrovai sola. Intorno a me non c'era più l'erba o le piante o il buio della Foresta dei Verdi Segreti, ma c'era un tempio di marmo e sulla porta una figura insanguinata che avanzava verso di me. Tentai di urlare, ma la mia voce si spense e le parole non lasciarono le mie labbra. Davanti a me c'ero io, era come guardarsi allo specchio, ma io non ero insanguinata, quella davanti a me invece sì. -Guarda- mi disse con voce sibillina -Guarda ciò che sei diventata dopo aver infilato quel pugnale del cuore di quel povero vampiro. E hai anche il coraggio di dire che lo amavi. Tsk, dovresti vergognarti. Questo è quello che sei ora- le sue parole si ripetevano con odio ed erano pronunciate con astio. Scossi la testa e cercai di riprendermi, ma non riuscivo a muovermi, ero pietrificata. -Dovresti ucciderti, fallo per Luke- mi ripeteva quella davanti a me. Il tempio si riempiva di macchie rosse, macchie di sangue. Guardai di nuovo quella me riscoperta di sangue e notai che teneva in mano un pugnale. Lo riconobbi, non potevo non riconoscerlo: dalla lama corta e nera, impugnatura di cuoio con inciso sopra "Bella" e dei graffi sul cuoio. Quello era il pugnale maledetto, che avevo stretto tra le mie mani in una stretta salda nonostante stessi per infilare quella lama nel petto di chi amavo. Quella era la lama che aveva trafitto il cuore del mio amato, quella era la lama che mi aveva portato via Luke. Gli occhi di quella ragazza che sarei dovuta essere io erano vuoti, neri, illuminati da una scintilla di pazzia. Quella era la persona che sarei dovuta essere, la parte di me che reprimevo con tutta la mia forza per salvare gli altri. Avevo deciso di eliminare il dolore, almeno fino a quando non avremmo sconfitto Chimera. -Non puoi salvarli Jennifer, non puoi salvare nessuno, puoi solo uccidere, uccidere le persone che ami. Presto moriranno tutti per questo, e lo sai il perché? Perché tu li vuoi salvare, ma non ne sei capace. Non vali niente e niente è ciò che ti rimarrà. Tua madre è stata la prima persona che hai ucciso. Sai perché è morta? Perché tu desideravi vivere. Il tuo desiderio le ha strappato la vita dalle mani. Poi c'è stato Luke. Sai perché Luke è morto? Non perché lo hai trafitto, Jennifer, oh no, assolutamente no. Lui è morto perché tu desideravi che lui non ti uccidesse, così anche a lui tu gli hai stappato via la vita. Sai il prossimo chi sarà, eh, lo sai Jennifer? Il prossimo è Sambriel. E lo sai perché lui è il prossimo? Perché lui ti ama e tu ami lui. E lo sai cosa significa, eh, lo sai cosa significa questo? Sai, eh, lo sai cosa comporta amarti ed essere ricambiato? No, non lo sai, eh? Comporta la morte. Dopo Sambriel ci sarà tuo padre, tuo zio, Jane, Michel, Estelle, Giulia, Yura, Bree, Damon, Mir, tua zia Margaret, tutti, tutti, lo sai eh, lo sai che tutti moriranno per causa tua...- Quella nenia mi colpiva come un coltello, le parole erano pronunciate con folle fanatismo. -Ma lo sai, sì che lo sai, che c'è un modo per salvarli tutti. Sai, oh sì che lo sai, sai che cosa devi fare- detto ciò mi porse la lama dannata. -Lo sai, sì sì tu lo sai, che per salvarli c'è solo una strada- Senza che riuscissi a fermarmi, la mia mano afferrò la lama e la portò davanti al mio petto. -Lo sai, sì che lo sai, sai che questa è l'unica strada- La lama mi strappò la maglietta e sfiorò la mia pelle. -No!- gridò con voce racchiante l'altra me. -Lo sai, Jennifer, sì che lo sai, sai che devi farti un taglietto da un'altra parte, perché ormai il tuo cuore, oh sì il tuo cuore, è già stato trafitto- La lama slittò sulla mia pelle e si posò sulla fonte. -Oh sì, sì sì, proprio lì. Lo sai Jennifer- La lama penetrò la pelle, ma un urlo disumano spezzò la lama e la visione. Prima che tutto fu infranto vidi un paio di occhi azzurri, di un azzurro glaciale, poi tutti si ruppe come vetro e il caddi nel vuoto.

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