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19/12/2015
Oggi è il 19, mancano 6 giorni a Natale.
Mi è sempre piaciuto il Natale, i regali, lo stare in famiglia, gli addobbi, il freddo, i maglioni, le stufe, i film, le coperte calde, la neve, la cioccolata, la metro, Milano.
In un certo senso Natale è il periodo dell'anno in cui Camomilla esce di più dal suo guscio, non esce del tutto, no, quello mai, si sporge un pochino solo per sentire l'atmosfera natalizia addosso, vedere le lucine di Natale, la neve.
Festeggiare il Natale per me è un po' un controsenso : io sono atea e quindi non dovrei festeggiare la nascita di Gesù ma essendo nata in una famiglia di cristiani è d'abitudine festeggiarlo.
Alle 15.30 uscirò con Angelica, una ragazza molto simpatica che conosco da poco.
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Sono le 18.00, ho salutato Angelica e sto tornando a casa, inserisco le cuffie e faccio partire la Playlist "Soft", una Playlist che non ascoltavo da tanto, senza canzoni ne rap ne metal, canzoni più tranquille, più rilassanti, parte A Thousand Years di Christina Perri.
Mi tornano in mente mille ricordi, belli, brutti, prevalentemente brutti.
Non voglio ascoltarla, stoppo la canzone e ne metto un'altra, Hello di Adele è una canzone nuova molto conosciuta.
Non voglio tornare a casa, mi guardo intorno, è quasi Natale e io nemmeno me ne sono accorta, sono cresciuta e non me ne sono accorta, a volte mi sento ancora la bimba che faceva il conto alla rovescia per la fine della scuola, a volte mi sembra ancora di essere alle elementari, con le gonnelline, i cerchietti e la frangetta da me tanto amata, sono quasi arrivata a casa, decido di girare a sinistra, e vado verso il centro.
In piazza ci sono dei bambini che cantano delle canzoni di Natale, sono adorabili, faccio un video e lo posto su snapchat.
C'è un'edicola, ogni domenica, quando ero piccola, dopo la messa, mia mamma mi comprava i giornalini di Flor e le figurine.
Decido di incamminarmi verso la piccola edicola e compro 5€ di caramelle, per un momento Serpilla mi rimprovera per aver fatto uno strappo alla dieta ma me ne frego, non ho rimorsi, inizio a mangiarle e vado verso la Don Camagni, la mia vecchia scuola, le elementari.
Arrivo e mi siedo su una panchina proprio davanti all'entrata della scuola, ascolto la musica, mangio le mie caramelle, quelle che non mangiavo più da quando ero piccola, osservo dei bambini che allegri escono dal catechismo, tutti insieme, ridendo e penso a me, al mio passato, a quello che è stato, a quello che mi è accaduto, a quanto sono cambiata.
Mi sentii un po' Leopardi in quel momento, mi immedesimai nell'Infinito.
Amo Leopardi , il suo pessimismo, il suo dolore così simile al mio.
Sto seduta lì sola con i miei pensieri, non so per quanto.
Mi alzo e mi incammino a casa, non mi è mai piaciuto camminare da sola, ma ora, ora vorrei che la strada tra dove sono ora e casa mia non finisse più, quella strada che ogni giorno percorro di fretta, che ignoro, ora percorro lentamente, osservando ogni piccolo particolare, ogni dettaglio, penso e mi sovvengono le parole di Leopardi.
*
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare
*
Penso alle sue parole, a quanto mi immedesimo in esse.
Arrivo a casa, inserisco le chiavi nella serratura del cancello e faccio un rapido giro verso destra, percorro il breve sentiero che mi separa dalla porta d'ingresso, giro le chiavi e sono a casa.
Sento, il calore, il profumo, casa mia, sono le 19.45 circa.
Entro in casa e vado a farmi un bagno bollente e penso alla Camilla di qualche anno fa, la piccola Camilla, Camomilla.
Oggi è felice, quasi come allora.

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Cami

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