Capitolo 2

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- Margeret? Margeret?- mi chiamó mia madre,
-sono qui!- risposi svogliata.
Ero nel mio studio dove passavo la maggior parte del mio tempo.
Quel ricordo mi fece male.
Quando mia mamma entró nello studio, nascosi il libro che stavo leggendo. Dovevo preparami per la lezione che dovevo tenere in casa, durante la quale mia madre, che era una donna ben colta, mi avrebbe spiegato la lezione di storia. Io odiavo la scuola, beh o forse la odiavo perché non potevo frequentarla, non ne avevo il diritto. Ero nata il 29 febbraio e secondo il governo ero la bambina maledetta. Già perché tutte le volte che erano successe stragi per la nostra nazione( per esempio la morte misteriosa del re) erano avvenute tutte il 29 febbraio. Era pura coincidenza, ma il governo riteneva che visto che anche io ero nata il 29 febbraio dovevo essere per forza una di quelle stragi. Magari credevano che quando sarei cresciuta avrei potuto causare danni, ma io credo che sono solo degli scemi.
Ho 16 e non sono mai uscita di casa. MAI. Non so quanto tempo mi rimarrà prima che il mio organismo ne risenta. Alla mia nascita mia madre lottó per non farmi sopprimere a patto che nessuno sapesse della mia esistenza. Non venni nemmeno registrata all' anagrafe. Non sono una cittadina. Non sono un essere umano. Non sono niente. Ed é questo che mi opprime. IO NON SONO NIENTE. Muoio dalla Voglia di poter uscire di casa. Di andare al mare. In montagna. Di correre nei prati. Ma non posso. Non ne ho il diritto. E per cosa?
Mia madre entró e iniziammo la lezione.

Io non sono niente.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora