Salve ragazze, come avete già letto nella "descrizione" questa storia non è per chi è come la neve. È una frase con il quale Tiziano ferro (non che mio cantante preferito) inizia il suo libro; vedete ho voluto riportarla qui perchè è un invito rivolto a voi e anche a me stessa, affinché non abbandoni questa storia, questa protagonista. Scrivere per me è importante e le cose che leggerete non sono qui buttate a caso, vi prego di seguire molto attentamente parola per parola perchè questa, non è la solita storia d'amore vi è anche questo ma non è il centro. Vi prego anche di non abbandonarla, di non abbandonarmi e spero di non sfociare nel banale. Detto ciò buona lettura
Alla sua età tutto è possibile. Quasi non esiste l'età, alla sua età."Sei fredda le dicevano, sei tutta fredda."
Aria non aveva mai replicato a nessuna di quelle voci, a nessuno di quei sguardi così futili e stupidi. Non le importava, fondamentalmente lo sapeva era a conoscenza del fatto che il calore non irradiava il suo corpo, non lo persuadeva. Era una delle tante piccole cose che la distinguevano dai suoi coetanei, che l'allontanavano dal mondo degli altri ma l'avvicinavano al suo,così ricco e possente ma al col tempo povero e flebile. Nei suoi anni ci si sente liberi ma anche prigionieri,quasi fosse una sorta di vincolo, o meglio una pena. La si sconta prima, così da capire che la libertà che si aveva in precedenza, era solo un antipasto. Non la portata principale.Paradossalmente il sogno,il desiderio era ciò che l'accomunava a quelle persone che tal volta osava chiamare compagni,altre volte amici tuttavia la sua voce non seguiva le parole da essa pronunciate,non le abbracciava, ci girava intorno come il più leggero e sfuggente dei venti. Ella amava così tanto l'aria, il modo in cui questo non essere giocava con i suoi lunghi capelli in corsa . Le piaceva vedere come questa li arricciasse rovinando quei pochi minuti passati davanti allo specchio a stirarli,dedicava più tempo al respiro interiore che a quello esteriore. Se c'era una cosa che non capiva, non comprendeva , era l'essenza del dolore; o meglio : espiare la sofferenza per capire quanto poi bella sia la vita. Questa filosofia proprio non le era chiara, eppure era anche la sua . Assurdo,contraddittorio e insignificante. E ciò che accade a quelli con la sua età, vivere in modo assurdo, contraddire la propria persona, sentirsi insignificante. Ma se c'era una cosa che padroneggiava quello era il suo sogno: una città europea, e la concretezza del suo mestiere ,quello svolto su un palcoscenico con anima e cuore, al quale dai tutta te stessa fino all'ultima parte della tua essenza. Nel suo paese non le era permesso fantasticare, troppo piccolo per raccogliere grandi ambizioni, troppo grande per essere felici. Quel giorno si alzò con un viso diverso dal solito, questa volta aveva riposato, si era beata del calore del suo letto e accantonato il richiamo di una notte eterna. La radio risuonava di prima mattina, nella sua camera ad un volume appena udibile per non svegliare chi al contrario di lei dormiva, erano le sei e di li a poco avrebbe corso verso quel treno con il quale salutava quel piccolo paese per addentrarsi in una Grande città.Aria aveva scelto una vita in corsa , proprio come lo era la sua adolescenza..
quando finalmente fu pronta, l'altra sua metà di gran lunga differente da essa mando un urlo:
"Ariaa c'è ne andiamo?" la giovane ragazza abbozzò un sorriso, questo rispecchiava quel pensiero formatosi nella sua mente. Era fortunata ad avere Lorenzo con se, un ombra che diventava persona quando più ne aveva bisogno,infondo era stato così anche per quei nove mesi in cui la mamma li aveva portati in grembo, in simbiosi le avevano regalato piccoli gesti d'amore ora insieme le regalavano grandi attimi di esaurimento. Non è mai facile per un adolescente approcciarsi ai cambiamenti, ai sbalzi d'umore, all'inizio della vita: perchè quando si è nel mezzo ci si sente più soldati sull'attenti e mani che tremano prima di premere un grilletto, non sai neanche tu cosa fare..
le paura, le ansie sono lì come un sole che non smette di illuminare il cielo, sono accanto a te per ricordarti che ciò che farai in quel momento influirà su ciò che sei e ciò che sarai.
Abbiamo tutti paura della vita, chi più chi meno, ma siamo lì ad osservare: la gente,il paesaggio,gli animali, noi stessi,al che ci si rende conto di una cosa. Siamo simili se non uguali sotto molti aspetti. Siamo rotti, sporchi, aggressivi, distrutti, segnati, stanchi. E per quanto ci proviamo non riusciamo a rimetterci in piedi, ne noi, ne gli animali, ne il paesaggio. Ci distruggiamo a vicenda. Siamo un ciclo,il ciclo della morte. Spesso il ciclo della morte vede la vita,sorridiamo, difficilmente, ma lo facciamo. Smettiamo di lamentarci,di distruggere, di nascondere il dolore nelle canzoni, di aspettare e ridiamo . Ed è lì che vedo quel barlume di speranza. È fermo lì,impaurito,immobile non riesce a farsi avanti. Perché ? Perché non si diffonde, non cresce, non infonde il suo calore? La verità è che abbiamo paura. Paura di lasciare quelle maschere ed essere giudicati pazzi, timore di credere nelle illusioni, siamo poveri,perché lo vogliamo. Ci riconosciamo nelle canzoni ma, non, in un nostro simile. Lo giudichiamo , lo guardiamo dall'alto e magicamente diventa basso,insignificante. La sensibilità sta nel capire una persona, non una canzone. La poesia è guardarsi negli occhi è capirsi. La musica è la complicità di un sorriso. La vita è amare e imparare a sopravvivere. E di questo mondo, questa vita che si è innamorata, guardandola semplicemente dal finestrino dell'autobus così grande e ampio da riflettere il mondo, la vita. Ma era di questo stesso mondo che stava iniziando ad avere paura,l'insicurezza e il timore facevano da padrone anche sull'immagine da lei creata per calmarsi.: Era su una spiaggia timorosa di buttarsi in quelle acque salate con il sospetto di trovarvici uno squalo invece di un delfino.
Il terzo anno di liceo stava iniziando e Aria era proprio lì in prima fila, tra squali e delfini. La canzone selezionata dalla sua playlist risuonava a palla nelle sue orecchie, quel giorno non si sarebbero perse per nessun motivo il filo delle parole che ogni persona,compagno avrebbe sputato dalle proprie bocche, così inalò un bel respiro attraverso il quale riempi i propri polmoni di salsedine, si ripeté quelle parole che ormai la accompagnavano da tutta l'estate e si avviò verso la scuola. Durante il tragitto verso il maestoso edificio la ragazza fu affiancata da Melissa e Andrea più note come la mora e la bionda, erano tre ragazze completamente differenti l'una dall'altra ma si ritrovavano perchè nel carattere di ognuna di loro c'era un pizzico dell'altra. Dall' altro lato del telefono vi era Martina,lei aveva scelto di frequentare il liceo nel paese di appartenenza delle tre ragazze,l'amicizia che univa le due giovani era qualcosa di realmente solido, senza ancore da ancorare a terra perché entrambe sapevano che prima o poi, nel bene e nel male si sarebbero ritrovate lì , stessa casa medesima foto. Il suonare della campanella le mise sull'attenti eccole li a bramare l'uscita già prima dell'entrata. Oggi c'è aria con un segreto da raccontare e un tatuaggio sul polso con su scritto "Alla mia età."
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Without Time.
Teen FictionVoltati, guardali, Cosa fanno? Si tengono per mano. Cosa vuol dire? Sembra che si sostengano l'uno all'altro eppure non è così. Si distruggono senza limiti , toccando la carne fino ad uccidersi, eppure le loro dita sono intrecciate al tal punto da...