Ho mille paure da affrontare, ma in nessuna di esse rientra la morte, forse è più il contrario. È nel silenzio che trovo risposta ma è l'istante taciturno ad ossessionarmi, una notte insonne a lasciarmi parlare, il buio a farmi luce e ciò che dice lui non è mai errato. Questo mi conosce meglio di quanto io conosca me , il mio subconscio ha quasi un'affinità virale con quella che è la realtà della notte. Le parole da cui esso è composto e le assurdità dalle quali scappo, hanno una sintonia eccellente con la vivacità delle immagini composte durante la mia veglia, il mio sonno.
Gli uccelli cantano seppur fuori piova, gli alberi vivono nonostante il peso delle lacrime si sia adagiato sulle foglie. La mia anima è rasserenata, il mio corpo invece è tormentato da una leggera gobba intravista appena, come un cono puntato sul futuro: lo vedi, ma non arrivi a toccarlo. Si accende e spegne in maniera continua lasciandoti il brivido di un attimo. Melissa mi richiama abbracciandomi, e quell'abbraccio cambia qualcosa anche se le braccia ricadono via velocemente , e il battito cardiaco torna a rimbombarmi nella mente, nelle orecchie. Mel oggi è felice , per tutta la durata del tragitto sogna, e risogna raccontandoci della caserma, della divisa e domandandosi se non fosse troppo attraente con essa indosso fa ridere tutti. Lei è così, ferma nel suo mondo e corre , corre nel futuro dissolvendosi dal presente e fermandosi a malincuore nel passato. Mi chiedo se chiudendosi in quello che un giorno sarà si senta completa, se sognando si apprezzi di più di ora.
"Devo ancora capire il motivo per cui uno degli animali che amo di più, nel mio subconscio diventi l'essere più mostruoso di tutti. La bestia che mi incute ansia e paura." Sbotto così all'improvviso scendendo dalla metrò, le mie compagne ridono evidentemente sulla faccia ho disegnato qualcosa: una smorfia, un uccello , un sopracciglio in più non lo so ma sbuffo esasperata. "Tieni, la nicotina risolve tutto."
"Grazie , ma non metterà fine ad i miei incubi."
"Tranquilla per quello c'è l'erba , ti partono certi trip mentali.."
" se come quando ti mettesti a baciare tutti i pali credendo che fossero il tuo cazzuto, spaccone , tatuato "principe" azzurro. Andrè passo!"
"Fai bene , ne hai già troppi di trip mentali!" Ribatte Mel
"ecco come non detto."
"Non scervellati troppo, dai tempo al tempo e non mettere la marcia come fai sempre."
La campanella suona , rimango lì a fissare l'entrata o più semplicemente a controllare se qualche mio "trip " mentale è all'interno pronto a divorarmi, non rendendomi conto di essere nella realtà e che quindi l'iperuranio è passato già da un pò. Ma sono lì a chiedermi se è davvero questo il mondo reale o è semplicemente ciò che scelgo di identificare come tale . Se la mia realtà fosse quella in cui vengo divorata, logorata da un cane o semplicemente da me stessa? Nha, impossibile. Chiudo gli occhi e quando sono pronta per riaprirli vado a sbattere contro qualcosa di massiccio, mi scuso subito ma quest'ultimo non si gira neanche , me ne vado lasciandogli una spallata. È assurdo pensare che la filosofia platonica abbia qualcosa di fondato? Se vedessi l'idee come i sogni e questi fossero intellegibili ,molteplici , perfetti , immortali e l'iperuranio fosse il sonno quindi una sorta di paradiso il mondo in cui io vivo, rappresenterebbe la copia di un mondo perfetto e afrodisiaco che racchiude in se la bellezza del sogno adolescenziale, ed ecco lo stadio di bellezza in se , quello più importante: il sogno per me, la filosofia per Platone. Okay sono fusa! Ma in qualche modo mi sono data una spiegazione, mischiando la mia idea con quella platonica. A mano a mano che mi innalzo di un gradino, le scale divengono sempre più pesanti, quest'entrata in classe si presta più disperata e in preda all'agonia di quella di ieri. Corro verso la nostalgia e abbraccio quella che è la malinconia; mi diramo tra le sue braccia e alla fine dispongo le mia fondamenta su l'allegria: sono nell'isolamento della mia felicità , statica suo volti delle persone a me care . La campanella ruggisce al termine di queste prime due ore e io mi inchino a quella che è la sua maestosità; mi perdo nei corridoi incrociando qualche sguardo, ma in nessuno di essi riscontro ciò che cerco, quella fiamma che se pur minuscola arde fino a divenire un fuoco, il più caldo, quello che brucia nella vivacità dei suoi colori. Delle volte mi chiedo come sia, qual'è la funzione di quelle mani intrecciate pronte a invischiare le dita in modo tale da non perderle più, da non dimenticarle più. Sono aggrappate l'una a l'altra come i ricordi che abbagliano il cuore , creando così quella gabbia toracica attorno ai polmoni per respirare ciò che di proprio non lo è ancora.
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Without Time.
Teen FictionVoltati, guardali, Cosa fanno? Si tengono per mano. Cosa vuol dire? Sembra che si sostengano l'uno all'altro eppure non è così. Si distruggono senza limiti , toccando la carne fino ad uccidersi, eppure le loro dita sono intrecciate al tal punto da...