Capitolo 7. Complicazioni

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"Andiamo a fare un giro da qualche parte?" Chiedo alle due innamorate che non mi stanno prestando attenzione, "Da qualche parte sarebbe a dire?" "Non lo so" veniamo interrotte dal suono del campanello,"aspetti qualcuno?" Mi chiede Annalise con un sorrisetto malizioso " no" vado alla porta ed apro, "e tu chi sei?" Chiedo a questo ragazzo, "piacere, Zac" è molto bello, ha i capelli biondi, una maglietta blu e dei jeans scuri, per non parlare di quegli occhi azzurri, "c-che ci fai a casa mia?" "Stavo cercando Ryan, c'è?" "si, te lo chia-no non è in casa, dovrebbe tornare a momenti, se vuoi puoi accomodarti" "grazie" sorride e mi sorpassa, sedendosi sul divano. "scusate, torno subito" vado in cucina a chiamare Ryan
- Dimmi July
- Ry c'è un certo Zac che ti cerca
- ZAC E CHE ALTRO?
- Calmati, aspetta che chiedo
- Ma sei matta? Poi capisce tutto
- Ma vaaa ci penso io
Vado in sala, " Zac come fai di cognome?" "Efron, perché?" "No, mi sembrava di conoscerti" "ah capito" torno in cucina,
- Hey, si chiama Efron, Zac Efron
- Ti avevo detto di non- STAI SCHERZANDO?
- Ma perché urli?
- SCAPPA DA QUELLA CASA
- Ma perché? Non esco da casa MIA
- FALLO USCIRE, TROVA UNA SCUSA
- Va bene.. a dopo
Riattacco e torno in sala, "Uhm.. Zac noi ora dobbiamo uscire, quindi.." "si scusami, tolgo il disturbo" esce di casa e sparisce, con la sua camaro nera. Chiamo Ryan, ovviamente.
- Hey Ry, l'ho fatto uscire, vieni a casa che mi devi spiegare chi è lui
- No
- Vieni ho detto
- No, ho da fare
- Vieni qua e poi esci di nuovo
- Hai rotto, sta zitta
- TI HO DETTO DI VENIRE QUA PORCA PUTTANA, E TU CI VIENI, HAI CAPITO? SE NON TORNI IN UN'ORA ME NE VADO DI CASA, HAI CAPITO?
- Intanto non urli con me, poi torno quando voglio
- Ti giuro su mia madre che se non torni a casa subito cambio la serratura
- Non mi interessa, non ne ho voglia
sospiro, poi rispondo
- Non farmi arrabbiare
- Se no?
- Ti ho detto di non farmi arrabbiare
- E se lo faccio?
- Sai cosa? Vaffanculo. Mi hai stancato, ah e non tornare, perché anche se lo facessi sarebbe tardi.
- Non ne saresti mai capace
- Vedremo.
Riattacco e metto il telefono in tasca, "che c'è? Mi ha stufato" dico ad Annalise e Ash sotto i loro sguardi increduli "e dai, non ho mangiato un rospo, comunque io vado in camera, se avete bisogno sono di sopra" annuiscono poi vado in camera e mi sdraio sul letto, accendo il mac e inizio a vedermi Pretty Little Liars, una delle mie serie tv preferite, quando mi arriva un messaggio su facebook da George. "Sei dolcissima lo sai?" Sorrido "grazie, anche tu" gli rispondo, "hai un bellissimo sorriso sai?" Mi guardo intorno, apro la cabina armadio ma non c'è, guardo in bagno e non c'è, "dove sei??" Gli chiedo "in nessuno dei posti nei quali hai guardato" ok, questa cosa sta diventando inquietante, "dai.. dove sei? Dimmelo" "mm.. in cambio che mi dai?" Sbuffo e mi siedo sul letto "sei noioso" poi esco da facebook e continuo a guardare la puntata. Rimango piuttosto sconvolta alla fine della puntata, cioè non puó essere A questa persona. Ok, ci sono rimasta malissimo. Inizio la puntata successiva, quando sento un rumore. Fuori è buio, perfetto. mi squilla il telefono, è George, "dimmi?" "Hai paura?" "Io no, perché?" "Ma se ti guardi intorno come se avessi paura anche della tua ombra, con quella lampada in mano poi" si mette a ridere, "non sei spiritoso sai? E poi cosa ridi idiota" chiudo le tende del terrazzo e delle finestre, "mm.. ti vedo lo stesso" esco dalla stanza e giro per tutta la casa, più mi allontano più mi ripete "acqua", è odioso. Entro nella stanza della musica "oceano pacifico" "mi vuoi dire dove diavolo sei?" "Mm.. aspetta che ci penso.. NO" si mette a ridere, "ma sei ubria-" mi fermo. "Ci sei? July? Ci sei?" Cammino in silenzio e non parlo, nessun rumore. Appoggio il telefono sul mio comodino in vivavoce, sempre stando zitta. Vicino al mio letto c'è una mensola, poi un'altra nella parete di fianco alla porta-finestra e un'altra ancora in bagno. Controllo la prima mensola e mi metto davanti davanti ad un peluche che mi ha regalato mamma quando era ancora qui, "fuori uno" dico prima di prendere la videocamera e metterla nel cassetto del comodino, poi passo alla mensola che c'è di fianco alla porta-finestra, sposto il fermalibri prendo l'altra videocamera e la metto nel cassetto. George è zitto e ancora in linea, mi sta osservando. Passo al bagno. Sposto la schiuma per i capelli e trovo l'altra, torno in camera e la metto nel cassetto. Cabina armadio. Dietro ai miei tacchi preferiti, la prendo e la metto nel cassetto assieme alle altre, poi prendo il telefono e tolgo il vivavoce, avvicino il telefono all'orecchio "ora cosa vedi?" Riattacco e torno a guardare la mia puntata. Non mi richiama più, ottimo. Quando essa finisce decido di uscire con Leone, lo porto al parco, ok che il giardino è molto grande, ma voglio fargli fare un bel giro fuori da casa. Prendo il collare e il guinzaglio, poi esco e inizio a chiamarlo, ma il problema è che non arriva. "LEONE!" Ancora nulla. Mi metto a cercarlo per il giardino, ma non c'è. George. Lo chiamo e quando mi risponde lo sento ridere. "Cosa ridi stupido?" "Stai cercando il tuo cagnolino?" "Sì, mi dici cosa ti sta succedendo? Sei diventato schifosamente acido e stronzo, ma poi mi spii e questo mi da parecchio fastidio." Ride, "cosa cazzo ridi?" Ride ancora, più forte. "Senti, vaffanculo a te e il cane." Gli metto giù il telefono e salgo in macchina, voglio tornare al canile. Il tizio mi vede e corruga la fronte, "come mai è di nuovo qui signorina?" "Ehm.. mi hanno rubato il cane" il vecchietto inizia a ridere, ma cos'hanno da ridere tutti oggi? Boh. "È qui il suo Leone, non finisce più di piangere" "oh per fortuna è qui" me lo da, lo ringrazio ed esco. Chiamo Federico e quando risponde mi metto a ridere io. "Uh uh, ora si diverte qualcun altro, giusto?" Mi chiede "Sai qual è il tuo problema? Che fai una cosa bella e una brutta, continuamente. Sei odioso e poi dolce, sei un bipolare di merda. Ti giuro, tu qui non ci verrai più, hai capito? Non esco più la notte per parlarti, non ti apriró più il cancello, basta." Lui si mette a ridere, poi dice una cosa che mi lascia senza parole. "Tanto ci caschi sempre, torneró e mi perdonerai, proprio come fai sempre. La differenza tra me e te è che io ti piaccio da morire, e tu neanche un pó." Riattacca lui questa volta, senza darmi il tempo di rispondere. Metto il telefono in borsa e vado al market per prendere il cibo di Leone, poi vado a far fare un'altra chiave per cambiare la serratura. Quando ho finito metto le borse sui sedili dietro della macchina e torno a casa, trovando ad aspettarmi Annalise. "Hey Anne, tutto bene? Hai una faccia strana.." mi guarda negli occhi, i suoi sono rossi e gonfi, il mascara sbavato. Non dico nulla e l'abbraccio, "sfogati" le sussurro all'orecchio dando inizio ad un pianto isterico. Poverina, chissà cos'è successo. Dopo un pó si stacca e si asciuga le lacrime, io prendo un fazzoletto e le pulisco le guance dal mascara, "Ashley.." "Ashley cosa?" Chiedo non capendo "È.. in ospedale, è in coma" sgrano gli occhi appena sento quella parola, facendo tornare a galla tanti ricordi. "Ora andiamo in casa e mi dici tutto, ok?" Mi annuisce ed entriamo, io libero Leone in giardino poi andiamo in camera mia. Si siede sul letto e sospira, io mi siedo accanto a lei e le prendo la mano, probabilmente non avrei dovuto fare quel gesto, perché si è messa a piangere peggio di prima. " Stavamo camminando tranquillamente quando abbiamo visto Starbucks, le era venuta voglia di un frappuccino, è fissata. Io mi sono seduta su una panchina ad aspettarla, la strada era di 6 corsie e quindi si è messa a correre per fare in tempo prima che il semaforo diventasse verde per le macchine, solo che una Jeep è passata con il rosso, prendendola in pieno. Io sono corsa da lei, ma era ferma sulla strada e sanguinava, qualcuno ha chiamato l'ambulanza e siamo andati subito in ospedale, si è rotta la colonna vertebrale in due punti e un braccio" io l'abbraccio "vuoi che andiamo da lei?" Mi annuisce timidamente, si lava la faccia ed usciamo. Guido io con la sua macchina, non so come abbia fatto a guidare mentre piangeva, ma fa lo stesso. Ci mettiamo i soliti 15 minuti prima di arrivare, ma con la nostra fortuna non si possono fare visite, bisogna aspettare le 4 del pomeriggio. "Anne vuoi andare a casa e tornare alle 4? Se stai qui è peggio, a casa facciamo qualcosa e non ci pensi" lei guarda la porta della stanza con malinconia, come se le mancasse l'aria. Si gira verso di me e le pongo la mano, che afferra in segno di affermazione. Torniamo in macchina e quando siamo a casa faccio entrare anche Leone, almeno si distrae un pó. "Vuoi un té? Hai fame?" "No, non ho fame, il té mi va bene grazie" "figurati" le sorrido e metto su l'acqua, prendo le bustine poi spremo il limone. "È pronto il té Anne, vieni" si alza e viene a sedersi in cucina, "si riprenderà, lei è forte, ne sono sicura" le accarezzo un braccio consolandola " lo spero davvero tanto" mi siedo di fronte a lei "non mi hai mai raccontato di come vi siete conosciute" bevo un sorso dalla mia tazza e l'appoggio in attesa di una risposta " Quando ero fidanzata con Diego, è il ragazzo che era morto" mi spiega " ho conosciuto Ashley. Era timida, ma dopo un pó che eri sua amica si apriva, diventata dolce e simpatica, è una ragazza con un cuore davvero grande. Quando Diego è passato a miglior vita Ash mi dava una gran forza di andare avanti, sapeva sempre come aiutarmi, cosa dirmi, come incoraggiarmi. Lei mi ha accettato così com'ero, piano piano si era innamorata di me, una ragazza triste e svogliata, una ragazza spenta, piangevo sempre. Dopo un anno dalla morte di Diego Ashley mi aveva aiutato ad andare avanti ed accettarlo, ero tornata la ragazza di un tempo. Dopo quasi due mesi dal compimento dell'anno senza di lui, lei si era dichiarata, ma io avevo paura, quindi smisi di uscirci per qualche tempo. Uscii con George, ma non era lui ció che volevo. Io volevo lei, ho sempre voluto lei. Una sera decisi di andare da lei, pioveva e c'era vento, faceva davvero schifo il tempo, andai a casa sua e quando suonai lei sgranó gli occhi alla mia vista. Ero completamente bagnata, con una rosa in mano e una scatolina. Mi scusai e le chiesi se voleva essere la mia ragazza, lei mi abbracció e ci baciammo, sotto la pioggia. E ancora oggi siamo felicemente fidanzate, ci amiamo ogni giorno sempre di più e non ho intenzione di smettere." una volta finito di parlare sul suo viso nasce un sorriso, "wow, siete davvero fortunate. Sembra una favola, invece è la storia del vostro amore" annuisce e poi metto le tazze nel lavandino, "sono le due, ti va di andare a prenderle un orsacchiotto e dei fiori?" Propongo "l'orsacchiotto sì, i fiori si regalano ai morti" "giusto, andiamo" usciamo e saliamo nella mia macchina, "andiamo al centro commerciale. Cosa le prendiamo?" Chiedo rompendo il silenzio, "un peluche molto morbido, con scritto 'ti amo'" "Anne, tu sei fidanzata con lei, io no" "oh.. vero" "se vuoi ne prendiamo due, uno io e uno te, ti va?" Annuisce, "perfetto". Parcheggio e scendiamo, entriamo in un negozio di peluches dove Annalise prende l'orsacchiotto con la scritta "ti amo" e io le prendo un orsacchiotto beige con il pelo molto morbido. "Manca un'ora, cosa ti va di fare?" Le chiedo "Voglio solo andare da lei" "okay" usciamo e andiamo alla macchina, dopo mezz'ora arriviamo all'ospedale e ci sediamo fuori dalla stanza di Ash. "Signorine, chi cercate?" Ci chiede un'infermiera "Stiamo aspettando di poter visitare Ashley Montgomery" risponde Anne "l'orario delle visite inizia tra mezz'ora" "l'aspetteremo" "va bene" detto questo se ne va, "andrà tutto bene" le dico "ti giuro che se muore anche lei-" "non succederà ok? Starà bene, te lo sai molto meglio di me che è una ragazza forte." "Sì" guarda l'orsacchiotto che ha tra le mani e lo stringe.
Spero davvero che Ashley si svegli, è orribile vederla così.

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Buon anno a tutti!
Grazie a tutti quelli che seguono questa storia, siete tantissimi ♡

Innamorata del biondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora