Una volta rientrato a casa, la prima cosa che fece fu buttarsi letteralmente a letto.
I pensieri frullavano in testa e la stanchezza non faceva altro che aggravare tutto.
Ma una cosa ancora non gli andava giù, ovvero il fatto che quel ragazzo si fosse presentato all'improvviso.
Andavano nella stessa scuola da ben quattro anni ormai, quindi, perchè solo ora aveva cominciato ad interessarsi a lui? Decise di non badar troppo a questo, magari quel Dylan era solo un tipo un po' timido, anche se non gli aveva proprio dato l'impressione di essere un ragazzo timido.
Anche se, con qualche semplice frase, lo aveva colpito, magari avrebbe potuto rivelarsi una splendida persona.
A prescindere dal suo aspetto un po' strano e insolito, poteva essere una buona persona. Ma si impose subito di non dare troppa confidenza a quel ragazzo, ormai non riusciva più a fidarsi di nessuno.La sera arrivò piuttosto in fretta, sua madre era tornata dal lavoro e con lei, anche suo fratello di dieci anni, Oliver.
-Ciao. Papà?- domandò soltanto il corvino, spuntando dalla porta di camera sua.
La madre posò la borsa e fece un grosso respiro.
-Lavora fino a tardi.- Rispose, cominciando a trafficare con pentole e padelle. -Andate pure, vi chiamo quando è pronto.-
I due fratelli, dopo essersi salutati, si allontanarono ed entrarono nella loro stanza, che da sempre condividevano.
Pur essendo fratelli, forse per la grande differenza di età, andavano molto d'accordo.
Brian aiutava sempre Oliver quando non riusciva a fare qualche compito e Oliver gli teneva compagnia quando non aveva nulla da fare.
Insomma, strano a dirsi, ma come fratelli si volevano parecchio bene e raramente litigavano.-Hey, che hai? Perchè quel faccino?- Chiese Brian, che aveva notato l'espressione triste del fratellino, scompigliando i suoi capelli scuri e disordinati.
Oliver abbassò la testa, così l'altro fu costretto ad inginocchiarsi per poterlo guardare negli occhi.
-Olly?- E lo scuotè leggermente.
Il piccolo cominciò a singhiozzare, portando le mani a pugno a strofinarsi gli occhi colmi di lacrime.
-Olly! Mi dici cosa succede?- Riuscì a chiedere, ma il più piccolo si fiondò tra le sue braccia, così l'altro cominciò ad accarezzarlo dolcemente sulla testa.
-Oggi... un s-signore mi ha detto... qualcosa a proposito di "morte" e...
m-mi sono spaventato tanto...
p-perchè ha detto anche il tuo nome.- Brian si staccò dall'abbraccio e puntò i suoi occhi chiari in quelli lucidi di Oliver.
-Olly, ma... c-cosa stai dicendo?-
-Te lo giuro... io sono scappato via prima che continuasse. Mi ha fatto tantissima paura.- Prese un respiro e continuò.
-Io... n-non voglio che ti succeda qualcosa di brutto.- E si asciugò le ultime lacrime.
A Brian gli si strinse il cuore, amava il suo piccolo fratellino e non voleva che si preoccupasse tanto per lui.
-Stai tranquillo Olly, probabilmente era solo una persona matta che voleva scherzare.- Lo rassicurò baciandolo sulla fronte, il piccolo non sembrava troppo convinto ma per lui il suo fratellone era come un secondo padre, si fidò così delle sue parole.
Brian, però, non si sentiva affatto tranquillo, quale persona sana di mente spaventerebbe così un bambino e, soprattutto, lui che cosa c'entrava in tutto questo?
La voce della madre che li chiamava per la cena, lo distrasse dai suoi pensieri. Prima che potesse uscire, Oliver lo fermò.
-Brian, ti prego, non dire niente a mamma, tanto non mi crederebbe.- l'altro gli sorrise e annuì e insieme uscirono dalla stanza.***
La suoneria del suo cellulare lo svegliò dal mondo dei sogni, costringendolo ad afferrare il dispositivo che vibrava sul suo comodino.
-Pronto?- mugugnò, stropicciandosi gli occhi ancora socchiusi.
-Dylan.- La profonda voce dell'uomo dall'altra parte lo indusse ad aprire completamente gli occhi, ora era decisamente sveglio.
-Zio...- odiava quell'uomo, soprattutto da quando lo aveva ricattato.
-Dylan, ascolta, il ragazzo ha abboccato?-
-Sì... ti prego, non possiamo...- provò a dire, con un tono di supplica.
-Piantala, le regole le faccio io. Tu fai quello che dico io. Intesi?- Lo interruppe bruscamente, alzando la voce.
-Sì.- Si arrese, chiudendo direttamente la comunicazione, lanciando a terra il cellulare che per miracolo rimase intatto.
Prese la testa fra le mani e imprecò, continuando a sussurrare cose come "non posso farlo" e maledicendo il giorno in cui si fece abbindolare da quel mostro di suo zio.
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Niente è mai come sembra. [Concorso yaoi]
De TodoBrian è un ragazzo circondato da persone che non fanno altro che approfittarsi di lui. Non ha amici veri e con le ragazze non ha mai avuto successo, a causa del suo fisico molto minuto e del suo faccino molto femminile. Un giorno però, una dichiara...