Capitolo 1

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Alec aprì gli occhi perché qualcuno stava bussando. Sbuffò e si alzò, poi andò ad aprire, trovandosi davanti Jace, il suo parabatai.

-Che vuoi?- chiese Alec assonnato.

-Allegro di prima mattina, vero?- rise Jace, guardando i capelli arruffati del fratellastro e i suoi occhi blu, ancora più profondi di prima mattina. Invece lui era vestito di tutto punto, con i capelli portati all'indietro e la solita faccia di bronzo. -Comunque sono qui per dirti che stasera ho voglia di andare a trovare un po' di vampiri,- Alec sbuffò:

-C'è un motivo in particolare?- chiese, ma conosceva già la risposta. No. Jace andava a caccia per sfogarsi, e per questo spesso si cacciava nei guai. E Alec e Izzy, sua sorella, dovevano accompagnarlo per evitare che gli accadesse qualcosa di grave. -Va bene, va bene, ci sto,- disse. Jace sorrise:

-Sapevo di poter contare su di te,- e così dicendo andò via. Alec scosse la testa e tornò dentro chiudendo la porta: si cambiò, e indossò da subito la sua tenuta da combattimento, in modo da non doversi cambiare più tardi. Scese di sotto per fare colazione, e al tavolo trovò seduta la sua intera famiglia, più Jace, Clary e il vampiro Simon. Si sedette anche lui, non prima di aver lanciato una gelida occhiata ai genitori: Maryse e Robert erano seduti vicini, ma erano rigidi e non si parlavano, se non per chiedersi a vicenda di passarsi qualcosa che si trovava dall'altra parte del tavolo. Erano ridicoli, pensò Alec: tutti lì sapevano che i due non erano affatto in buoni rapporti, e che avrebbero voluto solamente divorziare, ma non lo facevano per non disperdere i ragazzi tra Alicante e l'Istituto. Alec sbuffò e cominciò a mangiare.

-Jace, stasera mi leggi una storia?- la voce squillante di Max infranse il silenzio che si era creato.

-Stasera non ci sono piccolino, ma domani sì, ti leggerò una storia,- Jace sorrise e Max battè le mani.

-Perché, dove andate oggi Jace?- chiese Maryse. Jace alzò le spalle:

-In giro,- rispose vagamente, e la donna strinse le labbra in una sottile linea severa, ma non replicò. Jace si alzò:

-Bene,- disse, -Ci vediamo dopo,- sorrise e si allontanò fischiettando con le mani in tasca, e Alec alzò gli occhi al cielo. Quando finirono di mangiare, si alzò e Izzy lo raggiunse:

-Quindi, pronto per la festa?- chiese al fratello, e lui si bloccò.

-Festa?- chiese stranito e la sorella rise.

-Sì Alec, festa. Stasera non andiamo a combattere.

-Ah no?- il ragazzo era confuso.

-No. Raphael con il suo clan dà una festa a casa di uno stregone... il Sommo Stregone. E ci hanno invitati,- spiegò lei.

-E io che stavo andando a preparare le armi,- sbuffò Alec, e la sorella rise nuovamente.

-Vatti a cambiare, cammina,- gli disse, e andò via, con la lunga cascata di capelli neri sciolti sulle spalle. Alec borbottò qualcosa di non proprio gentile nei confronti di Jace e tornò in camera. Si mise una delle sue solite, grigie felpe sformate e un paio di Jeans strappati con le scarpe da ginnastica. Sapeva benissimo che Izzy sarebbe inorridita a vederlo in quello stato per andare alla festa del Sommo Stregone, ma sai quanto gliene importava. Scese di sotto e si scontrò con Simon:

-Ehi Alec,- il vampiro sorrise gentilmente, con i capelli riccioluti che rilucevano alla luce del sole che entrava dalle finestre.

-Simon,- rispose Alec con le mani in tasca. -Sai qualcosa della festa di stasera?- gli chiese. Simon scrollò le spalle:

-Questo stregone ha indetto una festa e ha detto a Raphael di invitare chi voleva. Ci saranno anche licantropi e fate credo,- rispose.

-Ma chi sarebbe questo stregone?- Simon fece una faccia pensierosa:

Prendi Quel Che Devi ·Malec·Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora