6. Ti devo parlare

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"DYLAN!" -urlò.
Dylan si staccò immediatamente da me.
"PAPÀ! Ehm.. C..che ci fai qui?"- disse balbettando imbarazzatissimo.
Io a quel punto avevo smesso di respirare. Ero totalmente imbarazzata e nel panico.
Suo padre.
Suo padre aveva sorpreso suo figlio con una apparente sconosciuta mentre facevano cose poco consone nella sua cucina.
Ok, volevo morire.
Dylan balbettava cose incomprensibili cercando di spiegare la situazione. Il problema era che la situazione non aveva bisogno di alcuna spiegazione.
"Ssh. Mangiamo." -disse il padre.
Notai subito che il padre di Dylan era lo sceriffo della città.

La cosa si fece ancora più imbarazzante

"Insomma, tu chi sei?" -mi chiese lui.
"Ehm.. Io sono Lydia Martin, u..un amica di Dylan." -dissi io imbarazzata.
"Un amica? Dylan, da quando si baciano le AMICHE in quel modo e soprattutto nella mia cucina?" -disse rivolgendosi a lui.
Panico.
"Oh.. Ehm.. Noi.. Beh ecco, noi non siamo amici, noi.. Noi stiamo insieme papà." -disse Dylan balbettando.
"Ora si spiega tutto. Sono contento per te figliolo!" -disse lui continuando a mangiare.
Oh. Mio. Dio.
Penso sia stato il pranzo più lungo della mia vita. Avevo il terrore delle sue domande in stile interrogatorio.
Dylan non sapeva che fare.
Durante il pranzo ci lanciavamo delle occhiate. Il suo sguardo mi rassicurava in una maniera assurda.
Finito di pranzare mi portò in camera sua e appena entrati tirammo un sospiro di sollievo e iniziammo a ridere.
"Scusa per prima.. Mio padre è.. È un po' invadente certe volte" -disse cercando di scusarsi da parte del padre.
"Certe volte?" -dissi ridendo.
"Credi di potertici abituare?" -chiese lui avvicinandosi e prendendomi per i fianchi.
"Si.. Penso proprio di si." -dissi io ipnotizzata dalle sue labbra.
Finita la frase mi baciò.
"Dove eravamo rimasti?" -disse lui con voce roca (troppo sexy).
Iniziò a darmi i baci sul collo. La morte. Avevo brividi ovunque. Poi tornò sulle mie labbra.
Le sue mani finirono sotto la mia maglia e me la tolse. Rimasi in reggiseno e la cosa mi imbarazzava un po'.
A quel punto gli tolsi la camicia e la maglietta.
Non aveva chissà quanti muscoli ma a me piaceva così.
Il pensiero di suo padre al piano di sotto mi fece tremare.
Continuammo a baciarci. I nostri respiri si erano fusi.
Mi sbottonò i jeans.
Panico. Non lo stavamo mica per fare?
Mi staccai da lui dandogli una piccola spinta e lui rimase lì come un pesce lesso senza capire.
Mi riagganciai i pantaloni e mi rimisi la maglia.
Ero confusa.
Camminavo per la stanza quasi istericamente.
Dylan non capiva.
"Hey Lydia che succede? Lydia? Va tutto bene?" -chiese lui.
No. Non andava per niente bene. Lo avevo appena respinto facendo una figuraccia perché fino a quel momento lo volevo anche io.
Ero totalmente confusa. Il mio corpo voleva una cosa e la mia mente un'altra. Che dovevo fare?
Dylan continuava a non capire nulla.. Anche perché non risposi a nessuna delle sue domande.
Divenni nervosa. Non sapevo che fare e la cosa mi faceva arrabbiare.
Presi le mie cose in fretta e furia, gli diedi un bacio velocemente e scappai al piano di sotto fino alla porta. Stavo per uscire quando suo padre mi chiamò.
"Lydia, dove vai?"
"Oh ehm.. Devo andare, mi ha chiamata mia madre." -dissi io mentendo.
Aprii la porta e mentre stavo per uscire sentii Dylan correre per le scale urlando il mio nome.
"HEY LYDIA ASPETTA!" -urlò.
Io corsi fuori senza neanche girarmi e andai a casa.
Ero completamente nel panico. Mi veniva quasi da piangere.
Squillò il telefono.
Dylan.
Non risposi.
E se si fosse arrabbiato? Se mi volesse lasciare? Mi sono comportata come una bambina poco fa.
Squillò di nuovo il telefono.
Ancora lui.
Ignorai la chiamata.
Decisi di farmi una doccia per tranquillizzarmi.
La doccia aveva un potere su di me.
Rimasi là dentro per più di un'ora.
Quando uscii presi il telefono e vidi
<<6 chiamate perse da: Dylan>>
Non lo richiamai.
Si fece ora di cena. Cenai con la mia famiglia restando in silenzio tutto il tempo. Non avevo neanche fame.
Alle dieci e un quarto ero già nel letto.
Non chiusi occhio per tutta la notte.
E se Dylan mi volesse lasciare? Se non volesse più parlarmi?
Era mezzanotte e mandai un messaggio a Allison. Mi rispose subito dicendomi che sarebbe venuta a casa mia all'istante.
Si arrampicò sull'albero  e la feci entrare dalla finestra.
Mi veniva da piangere.
Scoppiai in un pianto isterico poco dopo mentre le raccontavo tutto. Lei mi abbracciò.
I suoi abbracci riuscivano sempre a tranquillizzarmi.
"Lydia devi stare tranquilla. Sono sicura che lui capirà tutto. Devi parlargli. È la tua prima volta, è normale avere paura." -disse lei cercando di tranquillizzarmi.
Parlammo per ben due ore delle mie stupide paranoie.
"Lydia.. Voglio che tu sappia che io per te ci sarò sempre. Per qualsiasi cosa. A qualsiasi ora. Sai quel detto? "Non appoggiarti mai a nessuno perché se si sposta cadi"? Bene. Lydia Martin, appoggiati quanto vuoi. Non mi sposterò mai, giuro. Per te ci sarò sempre."
Vaffanculo. Come farei senza un'amica così?
Mi emozionai e iniziai a piangere come una bambina.
"Allison grazie. Sei l'amica migliore del mondo. Io non so come farei senza di te." -dissi io con un nodo alla gola enorme.
Mi arrivò un messaggio. Erano le tre di notte.

Dylan: Lydia.. dobbiamo parlare.

A quanto pare neppure lui era riuscito a dormire. Non risposi al messaggio.
Era tardi e non volevo che Allison tornasse da sola a quell'ora così la feci restare a dormire da me.
Mi addormentai piangendo.

*mattino seguente*

Io Allison ci svegliammo al suono assordante della sveglia.
Lei corse a casa ed io iniziai a prepararmi.
Passò a prendermi Allison in macchina con Scott.
Arrivati a scuola vidi Dylan appoggiato alla sua Jeep. Aveva l'aria pensierosa.
Parcheggiammo poco distante da lui.
Allison mi dette una spinta dicendomi di andare da lui.
Mi avvicinai e lui si girò andando verso una panchina. Lo seguii.
Di che voleva parlare? Avevo troppo sonno. Stavo malissimo.
"Lydia.." -disse dopo un po' di imbarazzante silenzio.

Amatemi ancora di più. Sono riuscita ad aggiornare subitissimo.
Che dirà Dylan a Lydia?
Fatemi sapere che ne pensatee!

THE FIRST TIME || STYDIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora