Bed.

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15 Gennaio

Quando passi la maggior parte della tua vita solo, ti dimentichi come si sta bene in compagnia e questo era quello che era successo a Grace, si era scordata come ci si sentiva a stare con qualcuno e ora Ashton per lei era una novità, un insieme di emozioni che nemmeno sapeva distinguere, sapeva solo che erano positive, perché la facevano stare bene e questo le bastava.

Da quel 10 gennaio le sue visite erano diventate routine e da quel 10 gennaio Grace aveva riniziato a vedere il mondo a colori, non più in bianco e nero e si era ritrovata a pensare che quel ragazzo con la bandana fosse proprio un gran pittore, capace di trasformare un quadro monotono in uno pieno di vita.

Tutto sembrava andare meglio anche per Ashton, che finalmente aveva deciso di cercare un lavoro e sapeva che era tutto merito della mora se finalmente si stava impegnando in qualcosa.

Quel pomeriggio Grace era in camera sua ad aspettare come sempre il ragazzo, probabilmente ritardo.
I minuti scorrevano e la ragazza si faceva sempre più ansiosa chiedendosi dove fosse quando la sua porta si spalancò lasciando apparire un Ashton furioso.

La mora impaurita dai suoi occhi non fiatò e aspettò che il ragazzo iniziasse a parlare.

-Non mi vogliono dare il lavoro.-disse furioso avvicinandosi al letto della ragazza.

-Perchè?-chiese prendendogli le mani e accorgendosi dei tagli sulle nocche-Cosa hai fatto Ashton? Diamine! Hai le mani tutte sporche di sangue!!-urlò.

-Quello che dovevo fare Grace, lui non mi ha dato il lavoro, capisci!-i suoi occhi erano pieni d'ira e la ragazza si ritrasse e gli lasciò le mani vedendoli.

-Mi ha dato del delinquente, ha detto che uno come me un lavoro se lo poteva pure scordare, mi ha dato del tossico, del violento e io Grace ho perso la testa.-

A quelle parole la ragazza spalancò gli occhi e si allontanò ancora di più dal biondo che accorgendosi di quel gesto le prese il viso fra le mani.

-Hai paura di me?-chiese guardandola negli occhi.

E la risposta era si, lei in quel momento aveva paura di lui, dell'ira che vedeva in fondo ai suoi occhi e si maledisse. Come poteva aver dato tanta confidenza ad uno sconosciuto? Come poteva essere stata così ingenua? Lei che di dolore ne aveva provato così tanto avrebbe dovuto riconoscere una persona che gliene avrebbe arrecato altro. Perchè si, in quel momento Ashton involontariamente stava portando dolore a quell'anima fragile.

-Rispondimi.-sibilò il biondo.

Grace scoppiò a piangere per il nervosismo.

-Ti fa piangere il fatto che io l'abbia menato Bambina?-disse a denti stretti e avvicinando il viso a quello della ragazza.

In quel momento successe una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato, la ragazza tirò uno schiaffo in pieno volto ad Ashton lasciandogli lo stampo rosso delle mani.

Il ragazzo chiuse gli occhi, contò fino a 10 e poi parlò.
-Scusa-disse piano-io, io non volevo, non era mia intenzione urlarti addosso,ma Grace, per piacere, perdonami, non voglio perderti, ti ho appena trovato e so che probabilmente in questo momento non ti fidi di me, ma tu devi capirmi.-

La ragazza si asciugò una lacrima e rispose.
-Come posso capirti, se non so niente di te? Cosa vuoi che capisca? Tu non mi conosci Ashton, tu non sai quello che è successo nella mia vita, in fondo non lo so nemmeno io di preciso e tu non puoi arrivare così e pretendere di sbaragliare tutto solo perché pensi che io sia la soluzione ai tuoi problemi!-

Ashton rimase in silenzio, era confuso, in fondo aveva ragione, loro due non si conoscevano, erano due estranei eppure lui era sicuro, era sicuro di poter vedere un sottile filo che li univa, a volte sottile e a volte più spesso e in cuor suo sapeva anche che se si fosse spezzato bene non sarebbe andata a finire di sicuro e per un momento si pentì di quello che stava facendo, perché quella ragazza a lui non lo conosceva proprio, non sapeva dello schifo che c'aveva dentro.
Il ragazzo però sapeva anche che era troppo egoista per lasciarla andate e infatti, quel pomeriggio lo passò accarezzando i capelli di Grace che dopo la litigata si era addormentata e che ora dormiva rilassata sul suo letto d'ospedale.
L'indomani l'avrebbero dimessa e finalmente il giorno tanto atteso da entrambi sarebbe arrivato.

Erano le quattro e il biondo decise di andarsene dall'ospedale, non prima di aver lasciato un biglietto alla ragazza della camera 26.

"Domani è il grande giorno! Sarò qui verso le 8:30 così da accompagnarti a casa.
p.s. Sei bella quando dormi.

Ashton xx"
Ci aveva scritto, sicuro che quando Grace l'avrebbe letto le sue gote si sarebbero colorate di un rosso chiaro e che un sorriso si sarebbe insinuato fra le sue labbra, ne era sicuro perché anche se la mora parlava poco di se stessa, lui l'osservava e captava ogni suo movimento.
Ad Ashton piaceva definirsi "un osservatore", a lui non sfuggiva nulla.

Più tardi poi, steso nel letto di camera sua, il biondo si stava guardando le nocche delle sue mani spaccate e stava pensando a quanti sbagli avesse commesso nella vita e a quante volte avesse provato a rimediare anche se inutilmente.
Si addormentò in pace, dopo aver fumato una sigaretta e aver pensato ancora un po' agli occhi di Grace.

Hurricanes [5SOS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora