VI

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Giorgia arriva verso le sei meno un quarto e appena entrata mi obbliga a portarla in camera, che nel frattempo non avevo messo in ordine. Subito inizia a frugare e mandare tutto l'aria, ogni tanto commenta qualcosa come: -E questo cosa sarebbe?- o: -No, no, no! Questo lo mette mia cugina di tre anni- e ancora: -Ah, carino, ma poco da ragazza-. Tira fuori tutti i vestiti e poi con la stessa velocità li rimettere a posto, finché non trova qualcosa di suo gusto, con una mano regge una camicetta bianca che io definisco "da cameriera" mentre con l'altra agita un paio di leggings che sono abbastanza sicura provengano dall'armadio di mia sorella: -Ecco, questo, più un top che ho portato andranno benissimo!-

-Sicura?- Non sono molto convinta, contano che il top che ha portato è giallo fosforescente, ma lei mi guarda e annuisce convinta lasciandomi i vestiti.

Mi vesto in fretta e poi esco per farmi vedere dalla mia amica.

-Wow! Sì, ottimo! I ragazzi nemmeno ti riconosceranno...Ora andiamo che si fa tardi, hai una giacca i pelle? Mettila-

Ha ragione, nonostante manchino due mesi a Luglio fa comunque fresco e visto che staremo fuori di notte è meglio vestirsi. Non ho un filo di trucco, ma nemmeno lei quindi immagino che non sia un problema, dopotutto non sono in grado di mettermi quella roba in faccia quindi mi sarei rifiutata comunque.

Arriviamo al locale alle otto e dieci, dieci minuti di ritardo che a me sembrano davvero troppo, ma Giorgia invece commenta scocciata: -Pensavo di arrivare molto più in ritardo! Solo dieci minuti non sono nulla...Le ragazze si devono far aspettare- penso sia un'idea vecchia, ma non rispondo e mi limito a ridere della sua faccia.

C'è un uomo enorme che controlla gli inviti, a questo punto mi rendo conto di non averne e guardo la mia compagna spesata, lei d'altro canto non sembra preoccupata e va diretta verso quello che immagino sia il buttafuori: -Hallo Jeff!- Jeff? Quel tizio gigante e con un'aria terribilmente da uomo stupido e violento deil film si chiama davvero Jeff? -Giorgia, e...?-

Mi accorgo che parla con me quindi rispondo in tedesco: -Sono Agnese e non credo di avere il...- Come si dice invito? Lui mi suggerisce una parola incomprensibile e io annuisco sperando che abbia capito.

-Non è un problema: sei con Giorgia, entrate-

Sta iniziando a piacermi questa cosa. Entrambe entriamo e subito mi prendo un colpo: la musica che fuori dal locale si sentiva bassissima e sembrava quasi uno di quei sottofondi da negozio adesso è sparata al massimo e mi impedisce di sentire altro. Giorgia mi tocca la spalla e indica un angolo dove riconosco qualche faccia famigliare quindi ci dirigiamo lì, più mi avvicino e più distinguo le persone: Orlando, Mattia e Roberto (un loro amico veramente troppo alto) ci salutano con un cenno, con loro c'è un ragazzo che ho visto un in giro ma non gli ho mai rivolto la parola, credo si chiami Federico, nessuno si degna di presentarci. Quello che ho deciso si chiama Federico è moro, ha la barba che gli copre gran parte del mento, Thommy commenterebbe "satiro", ma io non trovo che ci stia male e non mi sembra nemmeno così lunga, è ben piazzato, alto anche lui ma sembra meno sproporzionato rispetto agli altri grazie alle spalle larghe; avrà 17 anni più o meno.

-Agni...fine...Thommy?- Sento a fatica mentre mi urla Orlando, mi avvicino a lui per capirci e urlo a mia volta: -No, non è arrivato?- scuote la testa e io mi stringo nelle spalle visto che non ho la più pallida idea di dove sia, non è da lui arrivare in ritardo.

Mattia nel frattempo è tornato con un bicchiere contenete uno strano liquido blu per ciascuno, ma io gli faccio segno di no: non bevo nulla di cui non conosco la provenienza, l'ho promesso a Thommy e poi non voglio rischiare. Tutti ridono e poi Federico mi passa il bicchiere che aveva in mano prima facendomi segno di bere quello, io lo guardo confusa e poi annuso il contenuto: è birra. Scuoto la testa e bevo.

Presto inizio a muovermi a ritmo, non so se è a causa dei tre bicchieri che ho bevuto dopo o solo perché la musica così alta indurrebbe anche un elefante a ballare, fatto sta che non sono l'unica quindi mi trascinano in pista e mi fanno ballare, nonostante sia negata. Devo ammettere che è divertente, ma nemmeno la metà di quant'è stato la notte prima, a ogni canzone faccio la stessa identica cosa, così come gli altri, ogni tanto uno dei ragazzi torna con un bicchiere e lo passa agli altri che ricominciano a bere e ballare. Una parte di me vorrebbe andarsene e rinchiudersi in camera con i suoi amati libri, mentre un'altra mi ripete di restare, che diventerà ancora più divertente, che tutti a quest'età fanno così, che infondo mi sto divertendo. Decido di restare, anche perché Thommy non si è fatto ancora vedere.

La festa continua così per un po' finché Federico non mi urla sopra la musica qualcosa che sembra: -Vieni con me?- Non ne capisco il motivo ma lo seguo fuori dal locale. Una volta fuori estrae una sigaretta e l'accende, non mi è mai piaciuto il fumo ma non ne faccio una questione di stato come molti miei amici quindi mi limito a storcere un po' il naso e chiedere ridacchiando, sembra che ultimamente sia l'unica cosa che sappia fare: -Ti serviva qualcuno che ti tenesse compagnia mentre fumavi? -

-No, a dir il vero pensavo che volessi una pausa, mi sembravi abbastanza annoiata lì dentro- Ha ragione, mi ha fatto un favore.

-Ma vi divertite davvero a fare questo tutta la serata? Sarò qui da un'ora e già mi gira la testa-

-Io non troppo, ma è l'unico modo per non perdere gli amici e poi dopo il quinto bicchiere non ti ricordi più nemmeno dove sei e sembra tutto più interessante. Lo so...lo so...non sono veri amici se ti obbligano a fare quello che vogliono per restare con loro, ma è così e a me loro piacciono. E comunque hai una concezione del tempo un bel po' fantasiosa, sai? Sono le undici, non le nove-

Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva, le undici? Il tempo è passato velocissimo! Fortuna che mi annoiavo...Non ho un coprifuoco, più che altro perché i miei e mia sorella sono fuori da amici, o simili, quindi sono a casa da sola.

-Oh, la festa a che ora finisce?-

-Dopo l'una la polizia inizia a fare controlli e, visto che la maggior parte di voi è minorenne e qui c'è alcool a volontà vi conviene andarvene verso mezzanotte massimo mezzanotte e mezza-

-Ci? Tu?- Mi guarda con un sorrisino di superiorità e mi viene un dubbio.

-Io ho 18 anni, sono all'ultimo anno- Ecco. Appunto, questo spiega molte cose.

-Ah, wow, e che ci fai con sedicenni?-

-Mattia ne ha 17 fatti quest'anno, mentre invece gli altri ne hanno fatti 16, alla fine sono solo due anni i differenza, come te e Jacopo-

-Sai quanti anni ho?-

-Lo sanno praticamente tutti- Scrolla le spalle come se fosse ovvio, ma io non seguo il suo ragionamento: perché lo dovrebbero sapere tutti?

Federico intanto ha finito la sigaretta e mi fa segno di rientrare.

Ricomincio a ballare nella confusione più assoluta e ogni tanto controllo l'orologio per vedere che ore sono. A mezzanotte sento che Orlando che mi urla da dietro nell'orecchio di uscire e annuisco per poi seguire il gruppetto che sta andando verso l'uscita. Una volta fuori ci salutiamo velocemente e mi rendo conto che sono tutti mezzi ubriachi o completamente e probabilmente lo sono anche io a giudicare da come mi sembrano lontane le voci e da certi giramenti di testa che mi arrivano all'improvviso. Mattia si propone di accompagnarmi a casa ma rifiuto: non credo che sarebbe molto utile nelle sue condizioni, vedo Federico dietro che scuote la testa sentendo la proposta di Mattia, sembra l'unico sobrio.

Sono l'unica che va nella mia direzione quindi salgo da sola e metto subito la musica per non sentire le urla di tutti i cattivi soggetti, come piace chiamarli a mia madre, che girano a quest'ora, ma tutti la mia metro dovevano prendere?




Adolescenti allo sbaraglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora