XV

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Per tutta l'ora fisso fuori dalla finestra l'albero che assomiglia ad un salice piangente ma che di certo non lo è muoversi con il vento, ogni tanto passano gruppetti di ragazzi che probabilmente hanno saltato lezione e io li guardo fare avanti e indietro, sembrano annoiarsi anche loro.

Non ho più ricevuto notizie da Mattia, né tanto meno da Federico e sto iniziando a essere curiosa, nessuno ha saputo spiegarmi cos'è successo, forse Thommy mi potrebbe aiutare ma al momento sono arrabbiata con lui quindi certamente non posso chiederglielo. Negli ultimi tempi sembrava andare tutto bene, tranne Federico, che ogni volta che sbuca succede qualcosa, però forse potrei farci l'abitudine, se solo mi spiegassero cosa succede.

Sento qualcuno toccarmi la spalla e scatto in piedi ritrovandomi così di fronte a Eleonora che mi guarda allibita: ­-Volevo solo dirti che ha suonato, c'è pausa-

-Io, Agnese, mi sono davvero dimenticata della pausa? Domani nevica- Eleonora mi mette un braccio sulle spalle, cosa che essendo tipo quindici centimetri più alta di me le viene facile. Fuori troviamo Riccardo, Lucia e Jacopo ad aspettarci, mi stacco dalla mia amica e li abbraccio uno ad uno, soffermandomi più a lungo tra le braccia del più piccolo, devo dire che abbraccia davvero bene, forse è dovuto al fatto che sia più alto di me di poco, al contrario degli altri. Tra una battuta e l'altra arriviamo al prato dove ci sediamo stando attenti di non essere nel  campo da calcio, intravedo Thommy e Orlando mentre giocano, ma del mio ragazzo ancora nessuna traccia, Lucia e Riccardo si siedono praticamente una sopra l'altro, Ele ruba la giacca a Jacopo per sedercisi sopra e quindi mi ritrovo a dividere la felpa con il povero ragazzo.

-Sapete che oggi Agnese si è dimenticata della pausa? Era troppo impegnata a guardare fuori dalla finestra­- Alzo gli occhi al cielo.

-Ele! Non c'era bisogno di raccontarlo a tutti, stavo pensando-­ Termino la frase con un tono finto profondo e nel frattempo mi stendo sull'erba.

-Continuate pure a parlare di quanto io sia attenta in classe, vi ascolto­-

-Stavamo dicendo che...­- Il tono di Riccardo mi fa paura, e faccio bene ad averne visto che sentodue mani toccarmi la pancia e mi porto immediatamente le ginocchia al petto: -­No! Il solletico no!­- gli altri continuano a ridere mentre Riccardo mi fa il solletico e io muoio nel cercare di togliermelo di dosso, io odio il solletico! La finisce solo quando gli tiro un calcio in faccia ed è obbligato ad allontanarsi per controllare di essere ancora intero, se lo merita.

Finite le lezioni esco con Thommy che ha una qualche partita con la squadra di Basket e io vado a fare il tifo, la palestra è solo a un paio di stazioni con la metro quindi ce la prendiamo comoda. Ad un certo punto vedo un ragazzo che sono abbastanza sicura sia amico di Mattia avvicinarsi: -Agnese, giusto?- Non ho nemmeno il tempo di rispondere e continua: -Potresti dire al tuo ragazzo che mi deve due grammi? Grazie-.

Rimango ferma a fissare il tizio che nel frattempo si è girato e se n'è andato a bocca aperta, Mattia deve cosa a chi? Il mio amico sembra più confuso di me ma si limita a mettermi una mano sulla spalla e guidarmi verso la stazione.


La partita sembra andare bene in linea di massima, non ci capisco molto di quello sport ma immagino che il fatto che Thommy e Riccardo stiano impedendo a tutti di avvicinarsi al loro canestro sia positivo, spero. Quando il primo fa finalmente canestro salto in piedi urlando, per ricordarmi solo dopo che siamo in una palestra e non in uno stadio e che il pubblico siamo io, Lucia e Ele; mi risiedo imbarazzata ma comunque contenta.

Credo abbiano vinto, ne sono piuttosto sicura, anzi. Hanno fatto delle azioni bellissime, o almeno che da fuori sembravano davvero epiche, poi non so, nonostante tutto sembrano felici quindi azzardo una proposta: -Andiamo a festeggiare!-

-Oggi è lunedì- Faccio una smorfia, non ci avevo pensato.

-Giusto...Quindi ognuno a casa sua?- E mentre faccio la domanda scendo alla mia fermata.


Ieri non ho più sentito Mattia ma oggi ho intenzione di parlargli circa subito. La prima pausa è appena iniziata a io vado diretta verso di lui che è vicino al bar della scuola: -Devi due grammi a un tuo amico e delle spiegazioni a me- non credo di averlo mai visto così imbarazzato ma non ho intenzione di muovermi o cambiare espressione.

-Mi ha già pagato e io non gli ho ancora dato la roba, ma ho tutto, adesso risolvo-

-E quando pensavi di dirmi che spacci?-

-Non è propriamente spaccio...diciamo che compro e poi rivendo a prezzo più alto, non volevo che lo sapessi- Ma vaffanculo! Il mio ragazzo spaccia e io non lo sapevo, facciamo ex-ragazzo.

-Di solito quando due persone stanno insieme si dicono cose del genere, sai? Non mi importa nemmeno tanto di ciò che fai, se sei un coglione io non posso farci nulla, ma del "non volevo che lo sapessi". Vaffanculo e addio-

Mi giro senza dargli il tempo di controbattere e mi avvio a passo svelto verso Thommy che mi abbraccia mentre rischio di scoppia a piangere dalla rabbia nella sua felpa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 02, 2016 ⏰

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