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Mia madre tornò a casa alle sette in punto. Entrò in cucina e si congratulò con me per ciò che avevo fatto. "Il pollo sembra veramente buonissimo, Chris" mi disse. La ringraziai con un sorriso forzato. Mi disse di andare a cambiarmi perché alle otto sarebbero arrivati Mauro, Paola e Daniele.
Non ero per niente contenta.
Pensai che se fosse andato tutto bene, mi sarei trovata Paola e Daniele a casa. Nella mia casa. Però pensai anche al fatto che mia madre voleva andare avanti e prendere in mano la sua vita, perciò smisi di pensarci. Aprii l'armadio e cercai un vestito decente.
Durante gli anni di piombo a nessuno importava come ti vestivi: se possedevi due giacche, eri ricco. Trovai un vestito blu che mi comprò mia madre qualche anno fa.
Non era bellissimo, certo, ma questa per me non era un'occasione importante. Lo era solo per lei.
Mi aggiustai i capelli ed andai in cucina.
≪Stai benissimo≫ mi disse mio fratello.
≪Grazie, Alf≫ gli risposi.
Mia madre mi osservò attentamente.
≪Chris, tesoro, non potevi indossare un altro vestito?≫
≪Mi piace questo≫
Smise di guardarmi e cercò gli occhi di Alfredo.
Sentimmo il campanello suonare: erano loro.
Per primo entrò Mauro: era un uomo alto ed attraente, anche se era più grane di mia madre di qualche anno.
Dopo di lui entrarono Paola e Daniele.
Paola era alta e magra, aveva i capelli biondi, gli occhi verdi ed era completamente vestita di rosa.
"Che schifo" pensai.
Daniele invece era alto quanto me, aveva i capelli lisci, lunghi e biondi, gli occhi neri e sembrava mio fratello per quanto riguarda il modo di vestire.
≪Oh, tu devi essere Chris≫ disse Paola.
≪Christine. Solo mia madre e mio fratello mi chiamano Chris≫
Lei abbassò lo sguardo e mia madre mi fulminò con il suo.
Subito dopo Paola si mise accanto ad Alfredo.
≪Ciao, tu invece sei Alfredo, giusto?≫
≪Sì. Ciao≫
≪Piacere, io sono Paola≫
Alfredo fece un sorriso forzato e mi chiese aiuto con gli occhi.
≪Alf, ma non dovevi andare da Silvia ed Andrea?≫ dissi io.
≪E chi sarebbero?≫ rispose Paola.
≪La sua ragazza e suo figlio≫
Alf mi ringraziò con un semplice sguardo, salutò tutti ed uscì di casa.
Io e lui ci capivamo perfettamente.
Notai che Daniele stava in disparte, così invitai tutti quanti a sedersi a tavola. Ovviamente, toccava a me servire la cena.
≪Mangiamo solo questo?≫ disse Paola.
≪Sì≫ risposi io.
Fece una smorfia.
"È veramente buono" commentarono mia madre, Mauro e Daniele.
Paola, invece, si limitò a dire: "Uhm..discreto. Però come cena è molto rozza"
Non la sopportavo più. Per non rovinare la cena a mia madre, mi inventai una scusa ed uscii di casa.
Mi sedetti nelle scale dell'androne, su cui la mattina i bambini giocavano a carte. Rimasi lì per ore e nessuno venne a cercarmi. "Bel ringraziamento" pensai.
Decisi di tornare dentro casa. Mi girai ed urtai contro qualcuno.
"Ahi" urlai.
"Oddio, scusami" mi rispose.
≪Scusami tu, la prossima volta starò più attenta≫
Mi girai e mi trovai davanti un ragazzo.
Aveva i capelli ricci e neri, gli occhi verdi e di una bellezza disarmante.
≪Piacere, io sono Davide≫ mi disse.
≪Io sono Christine≫ risposi io.
≪Bel nome! Anche mia madre si chiama così≫
Non sapevo che cosa rispondere, quindi mi limitai a sorridere.
≪Da quanto abiti qui?≫ mi chiese.
≪Da quando sono nata≫ gli risposi.
Iniziò a ridere.
≪Beh, adesso devo proprio andare≫
≪Ciao Christine, magari ci vediamo qui un altro giorno≫
≪Magari! Ciao≫
Salii le scale ed entrai in casa. Stavano mangiando la torta che aveva portato Mauro.
≪Mangiala, è buona≫ mi disse Paola.
≪Ehm..non mi va. Grazie lo stesso≫
"Certo, non vuole ingrassare" disse sottovoce a Daniele, ma io la sentii lo stesso. Feci finta di nulla, diedi a tutti la buonanotte e andai nella mia stanza.
Mi misi il pigiama e mi infilai sotto le coperte.
Non riuscivo a smettere di pensare a Davide.
"Abita qui e non ho mai fatto caso a lui" pensai.
Decisi di aspettarlo il giorno seguente nello stesso posto e alla stessa ora.
Sì, l'avrei aspettato.

Ciò che non siamo mai statiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora