Riuscii a dormire soltanto poche ore, ma erano ormai le sette del mattino. Mia madre era ancora a casa, che strano!
≪'Giorno, mà≫
≪Ciao, Chris≫
≪Non sei andata a lavoro?≫
≪No, oggi è il mio giorno libero≫
≪Capisco. Vuoi che ti prepari il caffè?≫
≪Sì, grazie≫
Glielo versai.
≪Comunque..≫
≪Sì?≫
≪Ieri sera potevi anche essere un po' più gentile nei confronti di Paola, no?≫
"Più gentile? Che cosa?"
≪Già, scusami..≫
≪La prossima volta cercherò di comportarmi meglio≫
≪Chris, senti≫
La guardai.
≪Mauro mi interessa, ecco. Volevo dirtelo per due motivi: il primo è che vorrei lo dicessi tu a tuo fratello, perché ormai ascolta solo te. Il secondo è che vorrei che tu accettassi sia lui sia la sua famiglia≫
≪Mà, è tuo figlio, ci parli tu. Io non ho detto che non mi va a genio Mauro! Non mi va a genio Paola, ecco tutto≫
≪Neanche la conosci≫
≪Mi è bastata l'esperienza di ieri sera≫
≪Smettila, Chris≫
Mia madre difendeva lei, non riuscivo a crederci. Mi alzai da tavola ed andai nella mia stanza.
Volevo stare da sola per un po', così uscii di casa. Andai al bar ed incontrai Marco: era insieme ad una ragazza.
"Chi diavolo è questa?" Pensai.
≪Chris!≫ urlò Marco.
≪Ciao≫ risposi.
≪Ti presento Elena≫
≪Ciao≫ dissi io.
≪Piacere≫ rispose lei.
Elena era veramente bella: aveva i capelli corti, neri e liscissimi, gli occhi neri e la pelle molto chiara.
≪Marco, per caso hai visto Alfredo?≫
≪Veramente no, non è proprio passato di qui≫
≪Ah..grazie comunque. Mi faresti il solito?≫
Mi resi subito conto che era infastidito, avevo interrotto la loro conversazione.
≪Certo. Cono al pistacchio in arrivo!≫
Gli sorrisi.
Elena mi fece cenno di sedermi accanto a lei ed accettai per non sembrare scortese.
≪Da quanto tempo conosci Marco?≫ mi chiese.
≪Non ne ho idea, forse sette o otto anni≫
≪Ah, grazie≫
≪Perché?≫
≪No, nulla≫
Marco mi portò il gelato e fortunatamente interruppe quella strana conversazione.
Mi resi conto di non avere soldi con me:
≪Mettilo sul conto di mia madre≫ gli dissi.
≪Sarà fatto!≫
Decisi di andare in spiaggia.
Ogni volta restavo incantata dalla bellezza del mare e dall'eleganza con cui si muovevano le sue onde.
Mi ricordai subito di mio padre e di quando portava me, Alfredo e mia madre ogni domenica lì in spiaggia.
Mi mancava tantissimo.
"Smetti di pensarci Chris" mi dissi.
Mi alzai per tornare a casa. Decisi di sedermi sulle scale dell'androne per finire il gelato. Come ogni mattina, i bambini stavano giocando a carte.
Mi sedetti lontano da loro, non volevo che facessero caso a me.
Pensavo a Davide, pensavo a mio padre, pensavo ad Alfredo. Tutti questi pensieri mi fecero star male.
Speravo di incontrare Davide, ma evidentemente aveva da fare.
Decisi di tornare alla stessa ora del giorno precedente ed entrai a casa.
Andai in cucina e trovai mia madre e Mauro.
≪Chris≫
≪Ciao mamma, ciao Mauro≫
≪Chris, Mauro ti ha portato una cosa≫
≪Tua madre mi ha detto che adori il gelato al pistacchio, quindi ecco qui una scodella solo per te!≫
Feci un sorriso.
≪Grazie, Mauro≫
"Forse non è poi così male" pensai.
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Ciò che non siamo mai stati
General Fiction1977. Erano gli anni di piombo, Christine aveva quindici anni e viveva in un palazzo comunale insieme a sua madre e suo fratello Alfredo. Le sue giornate erano sempre molto monotone, fino alla sera in cui incontrò Davide: un vicino che non aveva ma...