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Mi svegliai molto tardi, consapevole del fatto che quel giorno non avrei dovuto fare assolutamente nulla.
Ero da sola, così decisi di uscire.
Appena aprii la porta, trovai un biglietto: "Oggi vieni a pranzo da me a mezzogiorno in punto. Abito al sesto piano, seconda porta a sinistra. Baci, Davide"
"Che cosa? Davide? Io a pranzo da lui? Non posso crederci! Ci andrò sicuramente"
Rientrai in casa per cambiarmi, ma c'era un problema: non avevo nulla di carino da mettere.
"Non posso andare vestita come al solito"
I soldi che avevo non bastavano per comperare un vestito, così andai a cercarne uno adatto a me nell'armadio di mia madre.
Provai un vestito corto bianco.
Non mi stava malissimo, perciò scelsi quello.
Andai in bagno e l'unica cosa che dissi fu: "Che capelli orrendi", però non ero capace di aggiustarli, così li lasciai come prima: gonfi e sparati.
Guardai l'orologio un miliardo di volte, non vedevo l'ora di andare da lui.
Erano le undici e mezzo, quando Alfredo tornò a casa.
≪Chris, sono venuto a prendere un paio di cose≫
≪Che cosa?≫
≪Cibo per Andrea. Ultimamente mangia tantissimo≫
Iniziai a ridere.
Alzò lo sguardo e mi osservò a lungo.
≪Ma dove devi andare?≫
≪A pranzo da un amico≫
≪Chi?≫
≪Si chiama Davide, abita al sesto piano≫
≪Il muratore?≫
≪Lo conosci?≫
≪Diciamo di sì. Prima che nascesse Andrea, stavo fuori tutta la notte e lui era nella mia stessa comitiva≫
Non sapevo che cosa rispondere.
≪Come lo conosci?≫
≪Abbiamo parlato un sacco di volte nell'androne≫ mentii, perché in realtà avevamo parlato due volte, solo due volte.
≪Okay. Ma non puoi andarci≫
≪Perché?≫
"Tanto ci sarei andata comunque"
≪La sua famiglia è strana. Anche lui lo è≫
≪Perché dici questo?≫
≪Lui solitamente sparisce per un bel po' di tempo, senza lasciare tracce e senza dire a qualcuno dove sia diretto≫
≪Uhm..≫
≪Chris≫
≪Alf, io ci vado lo stesso≫
≪Mamma lo sa che vai a pranzo a casa di un ragazzo?≫
≪No. E poi, anche se lo sapesse, non le importerebbe≫
≪Non dire così, non è vero≫
≪Invece sì≫
≪Chris≫
≪No, lasciami finire! È una stronza, mi tratta ogni volta di merda, sai perché? Perché le ricordo papà. Capisci?≫
≪Te l'ha detto lei?≫
Guardai l'orologio.
≪Poi ti spiego, adesso devo andare≫
≪Ma Chris..≫
Troppo tardi, ero già uscita.
Arrivai al sesto piano.
Mi tremavano le mani.
Finalmente avrei rivisto Davide.
Suonai il campanello e mi aprii lui.
≪Chris, ciao≫
Mi abbracciò.
≪Ehi≫
≪Ti ho lasciato il biglietto perché nessuno è venuto ad aprire la porta≫
≪Scusami, dormivo≫
≪Tranquilla. Stai benissimo!≫
Arrossii.
≪Ehm...grazie≫
≪Vieni, ti presento la mia famiglia≫
Sua madre si chiamava Elena, aveva cinquantadue anni(sembrava molto più giovane di mia madre), i capelli lunghi e biondi, gli occhi verdi ed era veramente bella.
Sua sorella si chiamava Beatrice, aveva vent'anni, i capelli lunghi e neri e gli occhi verdi.
Suo fratello si chiamava Vittorio, aveva ventidue anni ed era la fotocopia di Davide.
Non vedevo suo padre, ma non feci domande.
≪Vieni, siediti cara≫ mi disse sua madre.
≪Grazie≫ le risposi.
≪Il pranzo è veramente buono≫ dissi.
≪Beh, Davide mi ha aiutata. Era veramente felice che venissi≫ disse sua madre.
Arrossii.
Arrossii anche Davide.
≪Mamma≫ commentò.
Lei iniziò a ridere.
≪Allora..raccontaci un po' di te, della tua famiglia, su≫ disse Beatrice.
≪Non c'è molto da dire≫ risposi.
≪Fa nulla, ci accontenteremo lo stesso≫ disse Vittorio sorridendo.
≪Mi chiamo Christine, ma potete chiamarmi Chris, ho quindici anni ed abito con mia madre e mio fratello. Mio padre ci ha lasciati qualche anno fa perché stava con un'altra≫
Sua madre mi interruppe.
≪Tesoro≫ mi disse.
Fece un'espressione compiaciuta.
≪Non si preoccupi≫
≪Continua! Davide parla sempre di te≫ disse Vittorio.
Davide arrossii ed io iniziai a ridere.
≪Mi piace guardare la televisione≫
Questa volta fu sua sorella ad interrompermi.
≪Che cosa? A casa tua c'è la televisione?≫ disse.
≪Sì, l'ha comperata mio fratello≫
≪Che fortuna!≫
≪Io sono sola tutto il giorno, magari venite da me e la guardiamo insieme≫ dissi io.
≪Assolutamente sì≫ risposero Elena e Vittorio in coro.
Davide si limitò a guardarmi.
Qualcuno bussò alla porta.
≪Vado io≫ disse sua madre.
≪Christine, ti cercano≫
Mi alzai.
Era mia madre.
Ma che diavolo voleva adesso?
≪Alfredo mi ha detto che eri qui. Come ti sei permessa? Non mi hai chiesto neanche il permesso≫
≪Stavi lavorando≫
Mi tirò uno schiaffo.
Mi fece veramente male.
Ma non potevo piangere, io non piangevo mai.
Presi la mia roba, salutai tutti ed andai via.
≪Chris, aspetta!≫ urlò Davide.
Ma non volevo parlare con lui.
Corsi via.

Ciò che non siamo mai statiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora