5.

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Le luci di quella stanza enorme mi erano entratrate fin dentro al cervello, non riuscivo più a capirci nulla nonostante avessi bevuto poco. Avrei voluto scolarmi tutto fin a dimenticare anche il mio nome ma non sarebbe stata la scelta migliore.
Dopo aver ballato per diverso tempo di fianco ad un uomo che nemmeno conoscevo, mi sedetti su uno degli sgabelli che si trovavano vicino al banco degli shots ma non chiesi niente, avevo solo bisogno di stare lontana da tutta quelle persone sbronze. Il barman iniziò a fissarmi ed io non potetti che abbassare lo sguardo, non sapendo cosa fare.
Mentre mi scrutavo le scarpe come se fossero state la cosa più interessante in quell'edificio, notai a terra un portafogli di un marrone scuro, credo fosse maschile.
Non avevo intenzione di prenderlo, non volevo più rubare, era sbagliato, mi sentivo sbagliata e non dovevo farlo ma, se ci fossero stati bei bigliettoni, avrei potuto iniziare a vivere meglio, per davvero.
Mi abbassai nel tentativo di farmi i lacci e lo impugnai. Nessuno mi notò, erano tutti presi dal divertirsi.
Era abbastanza piccolo, e decisi di metterlo nella tasca del pantalone che presentava un foro poco più giù, mentre mi rialzavo e andavo via.
Non volevo stare più lì, l'aria era diventata viziata e sentirmi male non mi sarebbe piaciuto. Mi feci spazio tra la folla e dopo poichi minuti mi ritrovai al di fuori del locale.
'Cazzo, cazzo e cazzo, non trovo più il portafogli, non é possibile!' urlò qualcuno mentre, col volto abbassato, mi dirigevo verso un vicoletto che mi avrebbe portata molto velocemente da Jhon e Meck.
Inizialmente non mi girai verso quella voce ma poi decisi di farlo.
C'erano due ragazzi, uno bassino e uno abbastanza robusto. Credo che quello 'nano' avesse perso il portafogli poichè percorreva quel pezzo di parcheggio in cui si trovavano avanti e indietro, si portava le mani alla testa e continuava a ripetere frasi che non riuscivo più a percepire con le orecchie.
Era difficile farsi un immagine di lui, aveva una felpa abbastanza grande ed un capuccio, ma l'avevo giá vista da qualche parte.
Mi rigirai verso la strada, e non mi sarei più voltata.
Sentii dei passi veloci avvicinarsi, iniziai ad andare di nuovo nel panico ma forse era solo mia paranoia, forse non stava venendo da me.
'Ehi, ehi tu, fermati!'
Mi bloccai, completamente. Io quella voce la conoscevo, ma non poteva essere la stessa. Quella voce mi rimbombava nelle orecchie ogni giorno ma no, non poteva essere la stessa.
'Senti scusami, avresti un cellulare da prestarmi? Dovrei fare una chiamata urgente, per piacere.'
Avrei voluto ridere ma non lo feci, Louis Tomlinson che mi chiedeva il telefono come se lui non ce l'avesse, o forse aveva smarrito anche quello.
Mi voltai e lo vidi. Sentivo il cuore andare veloce, ma diamine, quanto poteva essere bello.
Occhi chiari che si confondevano con le stelle di quella notte, naso arrossato dal freddo come la sua solita felpa dell'Adidas abbinata alle Vans e degli skinny neri.
Louis Tomlinson era meraviglia ma non avrei potuto osservarlo per molto, nonostante fosse una di quelle cose che volevo fare, da tanto.
Abbozzai un sorriso quando notai alcuni suoi capelli senza direzione uscire fuori dal cappuccio.
'Cosa ridi? È importante!' disse lui, e si riportò le mani sul capo, mentre l'altro ci fissava e fumava.
'No.' mi limitai ad accennare, mentre girai le spalle ma subito dopo la sua mano ne strinse una e mi fece voltare nuovamente verso di lui.
'Non ti credo, tutti hanno un fottuto cellulare!' Iniziò ad innervosirsi ma, Louis o meno, non mi conosceva e non poteva trattarmi così.
'Senti coso, intravedo un tuo amico o cosa cazzo ne so vicino al tuo bel macchinone, chiedilo a lui un cazzo di telefono!' dissi, quasi urlando.
Poi sentii un rumore proveniente dal basso dei miei pantaloni. Ed ecco la mia fine, era arrivata. Fissai per un momento quel portafogli mentre mille cose stavano passando nella mia mente ed iniziai a correre, via, e lui dietro di me.
'Questa volta non fuggirai come sei riuscita con mia nonna!' urlò mentre il suo fiato si affaticava sempre di più, come il mio.

Different ||Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora