La notte non era mai stata così fredda, come ciò che mi stava divorando internamente. Le mie gambe si muovevano ma il mio cuore o qualsiasi altra cosa del mio corpo, no. Non volevo arrivarci di nuovo perchè avevo una sensazione che mi investiva, una brutta sensazione, come se, appena arrivata li, la mia vita sarebbe cambiata.
'Sì, deve venire ora, la situazione non è delle migliori' mi disse il medico sfigato qualche ora prima al cellulare. Mio nonno stava morendo o forse era già morto ed io non potevo farci più nulla. Il pensiero di lasciarlo mi faceva troppo male, avrei voluto abbracciarlo almeno una volta ma, forse, non avevo più tempo, lui stava finendo, come la strada prima dell'ospedale.
Non volevo volasse via, avevo ancora tante cose da dirgli, seppure non troppo facili da accettare, ma volevo che qualcuno mi ascoltasse, che lui mi ascoltasse.
Arrivai all'entrata, risalii le scale che mi sembravano infinite. Quasi volevo scappare, volevo rimanere con la convinzione che mio nonno fosse ancora vivo, seppure lontano, ma vivo. Non volevo diventasse solo frutto di stupide preghiere, non volevo dover parlare col cielo invece di incrociare i suoi occhi, non volevo che i ricordi con lui mi riempissero ogni giorno come se fossero stata l'unica cosa di 'noi' a rimanermi.
'Ciao Nicole.' ed eccolo li, il solito col camice bianco, con i suoi occhiali e con la sua aria da idiota.
Mi avvicinai a lui e mi fece segno di sedermi in sala d'attesa, mentre sbrigava le ultime faccende del turno notturno.
Alzai gli occhi e vidi l'orologio rotondo appeso al muro. 10.12, ed in quella stessa notte avrei dovuto incontrare Louis, ma non volevo più andarci, non sapevo nemmeno se si fosse presentato. Insomma, perchè mai avrebbe voluto quegli scatti proprio da me? Non aveva senso, erano state solo delle parole dette casualmente, ero sicura che non avrebbe voluto davvero incontrarmi di nuovo quindi, seppure mio nonno fosse stato ancora vivo e seppure non avessi fatto tardi, non volevo incrociare il suo sguardo.
'Come stai?' mi disse il solito ragazzo mentre si sedeva di fianco a me.
'Non deve importarle, mi dica solo come sta mio nonno.' replicai, senza altre parole.
'La situazione si era aggravata ma ora è ritornata stabile ma, come medico, avevo il dovere di avvisarla.' e poi sospirò.
Questa volta era sicuro delle sue parole, lo si sentiva dal suo tono di voce e dal suo viso sereno.
'Mi dia del tu, grazie.' Non volevo mi trattasse come se fossi stata la donna più grande che avesse mai visto e che lo prevedesse il suo lavoro o non, a me non importava.
'Va bene Nicole.' e mentre pronunciava quelle parole si alzò in direzione di una delle tante sale che riempivano quel posto.
'Va a casa ora e non preoccuparti, salverò tuo nonno, che ci vogliano anni o mesi, lo farò.' disse.
Non sapevo perché tenesse tanto a Enric e non avevo il coraggio di domandarglielo quindi lo guardai solo per un attimo e dopo pochi minuti mi ritrovai di nuovo in strada.
Erano le 10.40 e con un passo abbastanza veloce sarei potuta arrivare in quel vicoletto in pochi minuti, infondo, seppure non ci fosse stato, era mia abitudine vagare di notte.
Non sapevo dove andare ma, bene o male, ricordavo la strada che percorsi correndo la sera prima.
La città era deserta, non vi si vedeva una persona, solo vento e solitudine, la mia. Ero sempre stata una persona sola, su tutti i punti di vista. Non ero mai stata fidanzata, l'unica amica con cui riuscii a legare, alla fine della terza media, volò in Spagna lasciandomi solo ricordi sparsi di lei e del suo accento britannico. Avrei voluto qualcuno d'amare, qualcuno che mi amasse, qualcuno con cui condividere le mie giornate, le ragazzate più grosse del pianeta, un paio di coperte ed un film. Potevo sembrare fredda ma, infondo, mai nessuno aveva provato a sciogliere quella corazza che in tutti quegli anni mi ero creata. Volevo qualcuno da amare, volevo Louis. Faceva male ammetterlo perchè sapevo di essere stupida ma in quel ragazzo ci ritrovavo tutto ciò che avrebbe e che mi faceva felice. Mi piaceva il suo essere puro, spontaneo, e poi cazzo, la sua voce. Non ero mai stata in grado di poterla descrivere, forse perchè il vocabolario non aveva ancora parole adatte per quella melodia. Mi rilassava la mente, i pensieri, i problemi. Bastavano un paio di cuffie assieme alla sua voce per far si che la mia vita scorresse più felicemente perchè, quelle parole partivano dalle cuffie, ma arrivavano al cuore.
'Sei in ritardo!' sentii urlare alla fine del vicolo e rieccolo li, in tutto il suo essere speciale.
'Pensavo non venissi, Louis.' dissi sincera, non volevo essere fredda con lui, almeno quella notte.
'Perchè non avrei dovuto?' e sembrava anche lui meno incazzato, forse perchè sapeva che avrebbe riavuto i soldi per sua nonna.
'Non lo so.' e mi risedetti nello stesso angolo della sera prima, con le stesse poche luci.
Mi guardò per un attimo con un espressione strana, forse le mie occhiaie erano troppo in vista, e poi si sedette davanti a me.
'Tutto bene, Nicole?' ed a quelle parole iniziarono a bruciarmi gli occhi, come la solita routine. Non andava tutto bene, non lo era mai stato, e mai nessuno mi aveva fatto quella domanda, mai nessuno si era interessato a me e non sapevo cosa rispondere quindi abbassai solo il volto.
'Qual è la tua storia?' e con un dito mi alzò il capo, quasi per costringermi a guardarlo, per poi perdermi dei suoi occhi ghiaccio.
'Non ho una storia Louis.' ed era vero, non ero nemmeno segnata all'anagrafe, non esistevo.
'Non mi serve nessun scatto.' ammise, 'volevo solo rivederti.'
'A te servono eccome, devo ripagarti!' urlai. Volevo e dovevo farlo, la compassione non mi era mai piaciuta, anche se si fosse trattato di un miliardario coi jet privati.
Indetreggiò un po e poi si alzò.
'Volevo solo aiutarti, ma va bene, vuoi ripagarmi? Lo farai ma dimmi come senza un cazzo di dollaro, senza niente!' urlò ancora più forte ed a quel punto mi alzai, ritorvandomi faccia a faccia con lui.
'Vaffanculo Louis, vaffanculo!' e con le mani lo spinsi via, sforzandogli il petto.
'Io domani ci rivengo qui, dovrei tornare a Londra ma non posso se non mi ridai tutti i soldi fino all'ultimo fottuto centesimo!' e si incamminò via, di nuovo.
'Avevi detto di non sapere la stada, idiota!' dissi per poi risedermi a terra.
'Si imparano sempre cose nuove.' sentii dire da lontano, mentre un nuovo sentimento mi stava nascendo dalla pancia, e non volevo fosse amore, non poteva essere amore.Hello girls!
Come state?
Per primo, volevo ringraziarvi di vero cuore e per secondo, lol?, volevo chiedervi, come vi sembra sta storia? Da tempo volevo scrivere una ff diversa dalle solite e Louis mi sembrava il più adatto per un ruolo simile, e poi vabé, adoro quel nano.
Comunque sia, spero vi piaccia questo capitolo come gli altri e spero possiate continuare a seguire questa vita spericolata di Nicole!
Un abbraccio, xx.
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Different ||Louis Tomlinson
FanfictionNon è mai stato facile vivere, trovare il proprio posto nel mondo, dove sentirsi a casa, al sicuro, soprattutto per Nicole, 17 anni, da Chicago, Vancouver, sempre in fuga e in più paesi, ladra non professionista e alcolista non per scelta. Nata da g...