Chiusi la porta di casa alle mie spalle ed appoggiai la mia amata borsa sul divano scuro.
"Mamma?!" La chiamai, ma non ricevetti nessuna risposta. Così andai in cucina, notando un foglio sul tavolo.
"Faccio il turno di notte. Se hai fame nel frigo c'è del prosciutto e del pane. Ci vediamo domani. Notte amore mio.
-Mamma <3"
Lessi e sorrisi. Accartocciai il bigliettino di carta e lo buttai nella spazzatura, prima di correre lungo il corridoio per entrare in camera mia.
Presi il telefono e digitai il numero di Luke. Dopo tre squilli rispose.
"Ehi metallara!" Riecheggiò la sua dolce voce nel telefono.
"Lukey."
"Com'è andata?" Chiese, riferendosi al primo giorno di lavoro.
"Mmh.. bene dai."
"Sembri indecisa.. qualche problema con i clienti?" Rise.
"C'era un tipo.. ma lo steso con un calcio nella caviglia."
"Cosa?" Urlò, spaccandomi il timpano.
"Stavo scherzando, Luke." Sentii un respiro di sollievo dall'altra parte della cornetta.
"Non l'ho steso, ma c' ero quasi." Ridacchiai.
"Comunque, questo tipo, mi ha detto che riuscirebbe a trovarmi dei biglietti per quel concerto di beneficenza." Dissi.
"Cosa? E tu cosa gli hai risposto?" Domandò curioso.
"Che non mi fido di lui, perché non lo conosco. Poi lui si è presentato e io gli ho detto il mio nome." Spiegai velocemente. "E infine lui ha risposto 'ecco vedi, adesso ci conosciamo'" Imiti la voce del ragazzo dai capelli rosso fuoco.
"E tu?" Domandò ancora.
"Ma mi stai facendo l' interrogatorio, Luke?" Dissi in modo scherzoso.
"E' solo curiosità.." Si difese.
"Tu lo sai che ci saranno anche gli Slipknot?" Domandai entusiasta.
"Mmh.. si. Ti volevo farti una sorpresa, ecco perché non te l'ho detto."
"Aww, che dolce il mio Lukey." Imitai la voce di una bambina piccola.
"Smettila, la dolcezza non è il tuo forte." Rise ed io mi unii a lui.
"Vado Luke. A domani." Lo salutai.
"Notte Mess!" Chiusi la chiamata, appoggiando il telefono sul comodino.
Sprofondai la testa nel cuscino e mi addormentai.
-
Ero seduta sullo sgabello dietro il bancone del negozio, a ripassare algebra, per il primo esame scritto. Non andavo male a scuola, avevo una media tra il sette e l'otto, ma di certo non ero una secchiona.
Quel pomeriggio in negozio non era passato nessuno e siccome avevo finito di svuotare gli scatoloni arrivati la stessa mattina, ne ho approfittato per ripassare. Volevo che tutto andasse per il meglio, volevo che mia madre fosse orgogliosa di me. La campanella del negozio interruppe i miei pensieri ed alzai la testa dal libro. L'ultima persona che mi aspettavo di vedere si stava avvicinando a me.
"Oh, guarda chi c'è." Disse incontrando il mio sguardo. "E' un piacere incontrarti Mess." Il sarcasmo, ragazzo, te lo ficchi su per il culo. Pensai e sgranai gli occhi.
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Black Heart || M.C.
أدب الهواةGridai il suo nome, tirandolo per la mano. Se ne stava andando... "Michael!" Urlai ancora il suo nome mentre le lacrime continuarono a scendere sulle mie guance. Strattonò il mio bracciò per liberarsi dalla mia presa e persi l'equilibro, finendo co...