I miei 7 anni
(Capitolo 7)Alcuni mesi dopo l'estate, è ricominciata la scuola, la seconda elementare.
L'ospedale ci hanno chiamato perché avevano notizie delle medicine.
Quando siamo arrivati, mi hanno fatto provare questa medicina in combinazione con un'altra, due abbastanza forti. Nelle successive ore, due o tre, non ho avuto nemmeno una crisi, faceva effetto. Me ne hanno dato 6 bottigliette e hanno detto a mia mamma le quantità che dovevo prendere e in che orari. Dovevo prenderle prima, dopo la scuola e prima di andare a dormire. Una era amara e l'altra acida. Mia mamma per farmele prendere senza fare storie fin da subito, mi hanno detto che dentro di me c'era un mostro cattivo, e che se non prendevo quelle medicine, mi avrebbe mangiata tutta. Non era un mostro, ma la patologia. Continuavo ad andare a scuola. Nei primi anni non è successo quasi niente. I miei compagni di classe erano troppo piccoli per capire cosa avevo. Le medicine impedivano di farmi avere crisi,soprattutto in classe, ma avevano dei danni collaterali. La psicologa, dopo due giorni della distribuzione delle medicine giuste, ha chiamato mia mamma. Gli ha detto che avevo bisogno di una logopedista, di una psicologa infantile e a scuola di una maestra di sostegno. Così mentre seguivo la lezione di inglese della quarta ora, hanno bussato alla porta. Entrò una signorina giovane. Alta e magrolina con un grande sorriso. Ha salutato tutti e si è avvicinata alla maestra per chiedere quale bambina doveva aiutare quell'anno, a bassa voce. Mi ha indicata. Lei si è avvicinata e con un sorriso gigante si è seduta vicina a me. Io ancora non sapevo chi fosse e cosa avrebbe dovuto fare vicino a me. Mi sentivo osservata da tutti. Che disagio.