A settembre comincia a fare l'ambulatoriale, un incontro a settimana con la psicoterapeuta e la nutrizionista. La nutrizionista alla prima mi peso: 5 chili in meno rispetto all'ultima volta che mi avevano pesato, a fine giugno, mi disse che non andava affatto bene e che dovevo assolutamente seguire il piano. Diede delle precise direttive a mamma: niente spesa con me, aboliti cibi dietetici, mamma o papà sempre presenti ai pasti, niente attività fisica, nessuna bilancia pesa persone a portata di mano, no cibi integrali, non dovevo sapere cosa avrei mangiato fino all l'orario di mangiare e non dovevo stare in cucina mentre preparare.
É stato un vero trauma, ho detto subito a mamma che non ce l'avrei fatta e lei mi aiutò parecchio. Inoltre nel piano alimentari c'erano cose che mi spaventavo a morte: 30g di pane, Philadelphia, 125g yogurt INTERO, un CUCCHIAIO d'olio, la marmellata, lo zucchero/miele nelle tisane. Piano piano lo comincia a seguire un po' convinta semplicemente dal fatto che prendevo delle pastiglie dimagranti ormai da inizio agosto e poi mi potevo pesare perché a maggio mi ero comprata una bilancia tutta mia e nessuno lo sapeva ma me la sono portata ovunque. Passavano le settimane, io seguivo il piano ma dimagrivo comunque e nessuno se lo spiegava. Un giorno mamma mi venne a prendere come al solito alla stazione ed era piuttosto strana, avevo capito che c'era qualcosa che non andava, ma lasciai perdere. Tornata a casa mangiai e andai subito in camera se le mie pastiglie e la bilancia erano ancora sotto il letto, e con sollievo le trovai li.
"Non possiamo lasciargliela passare, dobbiamo dirle qualcosa!" Queste furono le parole di mio padre provenienti dal salotto che si rivoleva a mamma, lí capí che ero nella merda.. "Solidea, vieni giù subito che ti dobbiamo parlare" non sto neanche a raccontare tutte le cose brutte che mi dissero, soprattutto mio padre. In conclusione mi ritirarono la bilancia e le pastiglie e io andai nel panico più totale, era scontato.