-Assolutamente NO ! -
Il grido della moglie fece sospirare l'uomo, che se l'era aspettato.
-Ma petit non metterà quel... coso!- la donna gli si era parata davanti con le braccia ai fianchi, un mucchietto di vestito scuri buttati ai suoi piedi.
-Già ho accettato che andasse in quell'école terribiles, mais ma petit non metterà mai dei vestiti così poco charmants, tristi e ... scuri!- l'inglese di Fleur Weasley era molto migliorato con gli anni, ma quando era veramente arrabbiata le capitava ancora di usare parole francesi in mezzo ad una frase, confondendo puntualmente il marito. La figlia invece segiuva tranquillamente i discorsi di entrambi i genitori, e non aveva nessuna difficoltà neanche con quelli a metà si una lingua e metà di un'altra. Il padre si chiedeva sempre come facesse a non confondersi. Ma adesso aveva altro di cui occuparsi.
La moglie lo guardava con un'espressione così furente che chiunque altro sarebbe indietreggiato terrorizzato. Ma non Bill. Si era aspettato quella reazione da parte della donna, e in più ci era abituato. Decise mentalmente di non ricordare alla moglie che la divisa di Hogwarts era nera, anche perché ogni benedetta volta che dava per scontato che i tre figli sarebbero andati al castello a scuola la strega scoppiava e lui rischiava di finire trasfigurato in un rospo. Lei li avrebbe voluti tutti e tre a Beauxbatons, perché lei ponsa che è melio , ma il marito non era d'accordo e non riuscivano a trovare un compromesso. Quindi pensò bene di evitare l'argomento per non ingigantire la discussione.
Sospirò di nuovo e si chinò a raccigliere il mucchietto di vestiti scuri, che poi altro non era se non la nuova divisa scolastica della figlia. Che a lui, per inciso, non era sembrata così terribile quando era andato a ritirarla nella sartoria dell'istituto. Un po' troppo grande per la sua principessa, forse, ma era la misura più piccola di tutte, e la fornitrice gli aveva anche detto che un completo così piccolo non serviva quasi mai. La sua bambina era così piccola e minuta che la sorellina, pur avendo tre anni di meno, le arrivava già alle spalle. Ma non gli sembrò il caso di esplicitarlo alla moglie, che già era ferma sulla sua posizione e divendole una cosa del genere si sarebbe solamente impuntata ancora di più. Se Bill fosse stato appena meno pacato e giusto un pizzico più orgoglioso di quel che era, Villa Conchiglia avrebbe risuonato continuamente di discussioni. Ma in realtà si amavano così tanto... era che Fleur era un po' testarda, ecco tutto. Non l'avrebbe mai convinta insistendo su quel piano, quindi optò per una strategia più sottile.
- Non avevo capito che avessi dei problemi con le divise tesoro... quella della tua scuola la portavi con tanta grazia che... bhe, ma forse è successo qualcosa che...- buttò lì con fare allusivo, scrollando delicatamente i vestitini per liberarli dalla polvere.
-Io non ho nessun problema con le divise! Solamente, quella è vraiment orrible! - ribatté la donna a tono - E mia figlia non la metterà MAI !
Bene. Ottimo risultato della strategia sottile. Era ora di passare al piano B. Ma ce n'era uno?
Una vocina acuta lo interruppe, e salvò il mago.
-Che cosa? Che cosa, che cosa?-
Victoire saltellava giù dalle scale, i capelli biondi scarmigliati liberi sulle spalle e gli occhi brillanti, tutta entusiasta che ci fosse qualcosa di nuovo. La sua sorellina le piangeva dietro dalla cima della scalinata, che non aveva più avuto il coraggio di scendere da sola dopo quella volta che era inciampata sui suoi piedi e l'aveva fatta tutta di faccia, rimediando un paio di labbra tutte spaccate e una bella riserva di bernoccoli. La maggiore si voltò un momento a controllare che stesse bene, fermandosi quasi in fondo, ma constatato che stava solo facendo una lagna si diresse zompettando dal padre.
I genitori rimasero un attimo persi, guardando le giglie cone strane apparizioni, poi Fleur si riscosse e corse a consolare la bimba più piccola prima che svegliasse anche il giglio minore, mentre l'uomo si chinò all'altezza di Victoire, che gli stava tirando i pantaloni. Chissà da chi aveva preso quel vizio. Piccolo capelli-blu-strappacalzoni.
- Cosa succede papo? - chiese lei aggrappandosi al suo braccio con le manine. Indossava ancora il pigiama, ed aveva un'aria alquanto buffa con quella camicetta lunga fino alle caviglie, rosa con dei disegni di orsacchiotti e dolcetti, con le spalline che le scivolavano sempre giù perché era troppo grande e il viso segnato dalle lenzuola. Ma era sveglissima, gli occhioni grigi lo acrutavano curiosi e i piedi nudi non smettevano un attimo di muoversi, di qua, di su, di la, di giù. Bill gettò uno sguardo alla moglie, con la figlioletta in braccio che non smetteva di piangere .
La bambina lo notò, e sembrò interpretarlo cone un segno di preoccupazione verso la sorella, perché disse, gettandogli uno sguardo della serie"lasciamo stare, è sempre così" :- Oh, bon ti preoccupare per Domi. Sta facendo un altro capriccio dei suoi -e alzò gli occhi al cielo con fare teatrale, arricciando altezzosamente il nasino appena all'insù.
Il padre faticò a non scoppiare a ridere. "Sapessi quanti ne facevi tu!" pensò. Ma non era quello che lo preoccupava . Anzi, più la figlia piangeva e teneva Fleur occupata, meglio era per lui. Naturalmente pensava così solamente perché sapeva che la bimba non aveva niente di serio, non era certo disinteressato, anzi era un papà iperapprensivo e protettivo, tanto che la moglie lo prendeva in giro su come avrebbe fatto quando Vicky e Domi sarebbero uscite con dei ragazzi. Lui preferiva non pensarci.
- Senti bene papà, Vicky. E rispondi sinceramente - la guardò negli occhi grigi, che ricambiarono luminosi.-Tu, alla scuola elementare, ci vuoi davvero andare?
La bambina rimase sconcertata dalla domanda. Insomma, non si era parlato solo di quello da due settimane a quella parte? E non avevano convinto la mamma, dopo innumerevoli discussioni, a farla andare a scuola come piaceva a lei?
Guardò il padre con la fronte corrugata. Lui dovette accorgersi della sua perplessità, perché sorrise e la guardò con aria di scuse da sopra gli occhiali che da poco aveva dovuto mettere.
- Sì lo so. Non abbiamo parlato d'altro da giorni, vero?- la bambina annuì convinta e Bill sorrise ancora. - Lo so. Ma questa è l'ultina volta, giuro.-promise- Cioè, spero!- aggiunse, voltandosi verso la mamma che stava imboccando Dominique in cucina.
-Allora, vuoi o no?
- Ma sì che voglio papà. Ve l'ho detto!
- E sei sicura che la scuola ti piaccia? Ci andresti davvero, anche se ci sono cose che potrevbero piacerti un po'meno ?- domanda decisiva. Bill si aspettava qualche domanda curiosa come al solito! e si stava preparando il discorso.
- Sì! Ci va anche Teddy- rispose semplicemente la bambina, come se fosse la cosa più ovvia del mondo e mettesse fine ad ogni discussione.
Il padre ci rimase un attimo confuso, poi scosse la testa e accennò un sorriso. Avrebbe dovuto aspettarselo.
- Allora...- si schiarì la voce - vuoi vedere la tua nuova divisa? - le domandò tutto d"un fiato.
Victoire si illuminò e saltò su entusiasta, rimettendosi a saltellare sulle punte dei piedi come prima. - Oh sì! Sì sì sì! Dov'è ?
Si aggrappò un'altra volta alla gamba di Bill, che sbuffò e si rimise in piedi per prendere i vestiti che aveva appoggiato su una sedia. A stare tutto quel tempo accovacciato gli erano venuti i crampi. Osservò i poveri abitini tanto disprezzati, e sperò si non avere altri problemi. Per quel giorno, aveva finito l'energia. Si consolò pensando che magari Victoire non era schizzinosa come la mamma in fatto di vestire, e che magari le sarebbe persino piaciuta la sua divisa. Con questo piccolo faro di speranza, la prese in mano e la dispiegò davanti alla figlia, che si alzò in punta di piedi per vedere bene.
La divisa era simile sia per i maschi che per le femmine, con i colori della scuola, bordeaux e blu scuro. Le bambine però avevano una gonnellina a pieghe nera invece dei pantaloni, da indossare con delle calze scozzesi blu e rosse. I maglioni, che erano due da portare alternati, uno rosso scuro con delle righe blu sui polsi, la vita e il collo e l'altro esattamente l'opposto, avevano come unica differenza da quelli maschili di essere leggermente più lunghi e attillati , mentre la camicetta aveva i bottoni a sinistra e il colletto e i polsi arricciati. La cravattina blu e bordeaux per i primi due anni poteva essere sostituita da un fiocco degli stessi colori. Quando era andato alla sartoria qualche ora prima non aveva potuto fare a meno di pensare che Harry avesse scelto proprio una scuola chic. Poi subito dopo che probabilmente la aveva trovata Hermione. Insomma, davano persino le scarpe! E belle anche!
Un paio di scarpe basse con la suola non troppo spessa, con le stringhe e la parte davanti di colore diverso, il bordo di quella divisione e la zona vicina costellate di buchetti. Bill non s'intendeva affatto di scarpe, ma presumeva dovessero essere una calzatura elegante e raffinata, perché erano l'unica cosa che sua moglie aveva apprezzato, definendole "Oxford shoes", e per le quali aveva definito " magari non poi così male " la scuola. Solo che erano state la prima cosa che aveva visto. Quelle della divisa, uguali sia per i maschi che per le femmine tranne che per le stringhe, erano (ma che strano) nere, i lacci blu su quelle maschili e rossi su quelle femminili.
Immaginandosela indosso a sua figlia, il mago complessivamente non l'aveva trovata così terribile, quella povera divisa, e sperava ardentemente che per Vicky fosse lo stesso. C'è da dire che la figlia lo fece penare molto, rimanendo ferma ad osservare i vestiti per cinque minuti buoni, la testa inclinata e gli occhioni socchiusi, mentre al padre tremavamo le braccia a tenerli sollevati stando immobile e contemporaneamente si chiedeva come facesse la sua principessina a rimanere tutto quel tempo in punta di piedi, sporgendosi anche in avanti, senza mai perdere l'equilibrio.
Dopo un tempo che sembrò infinito, Victoire si raddrizzò, e senza staccare gli occhi dagli abiti sentenziò:- Può andare.
Bill per poco non cadde a terra. Dopo dieci minuti che stava come un manichino del San Mungo si aspettava qualcosa tipo un discorso di minimo un'oretta, o anche meno, ma "può andare"?
Per questo l'unica parola che gli venne alla bocca fu:
- Eh?
- Può andare -ripeté la bambina, alzando gli occhi verso il viso del padre - Non mi piace moltissimo per me, e le scarpe hanno un'aria scomoda, ma può andare.- si voltò verso la cucina, poi sembrò ripensarci e tornò a guardare il papà.- La mamma dice che se tieni la bocca aperta finirà per entrarci una mosca, papi.
Bill si affrettò a chiudere la bocca aperta mentre sua figlia camminava verso la colazione.
Rimase un altro attimo imbambolato, ma si svegliò appena in tempo per posare i vestiti e raggiungere la piccola sulla porta della cucina.
-Ehm, Vicky, puoi dire a mamma che adori la divisa?
Lei lo guardò interrogativa e poco convinta.
- Altrimenti forse farti andare a scuola sarà difficile...
-Okay lo faccio!- lo interruppe prontamente la figlia, per poi girarsi ed entrare nella stanza correndo verso la madre e gridando " Che bella la divisa!".
La donna la guardò prima come se fosse pazza e poi si voltò verso il marito, che stava soffocandoai dalle risate appoggiato allo stipite della porta. Ci volle un altro po' ma alla fine Fleur cedette e acconsentì.
Victoire Weasley andrà a scuola.
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La Luna negli occhi
Romance" Victoire strinse i pugni, irritata.- Sei proprio una testa di Pluffo!- esclamò, poi vide il sorriso beffardo di Teddy e cominciò a balbettare- di pluffa, volevo dire... pluffa- Il ragazzo sorrise, e replicò, guardandola:- Di Pluffo? Non saprei...