Paura. Un sentimento che rare volte avevo provato, mio padre mi aveva sempre insegnato ad affrontare la paura anche quando sei immersa nel buio e non riesci più a vedere la luce.
Mio padre... Quanto mi manca, lo ricordo benissimo il suo volto sempre felice, il suo manto marrone esattamente come il mio e gli occhi dorati pieni di orgoglio.
Gli volevo bene, come volevo bene alla mamma che era un gatta così gentile e dolce, dal candido manto.
Mai perdere la speranza, queste parole mi rimbombavano nella mante, quelle parole che prima di addormentarmi i miei genitori mi sussurravano dolcemente.
Io non ho mai perso la speranza, ho obbedito, anche quando loro sono morti, io non ho sempre avuto fiducia nel destino.
Ma il destino mi ha rovinata, mi ha tolto l'amore di una madre ed un ladre.
Mi resta solo mio fratello.
Ridarei tutto per vedere di nuovo i loro volti gioiosi. Almeno un'ultima volta.
Ricordo quel giorno: mi svegliai come al solito assieme al mio fratellino minore e poi andammo a cacciare, perché noi non vivevamo in un Clan, noi eravamo una famiglia solitaria, il mio fratellino attraversò accidentalmente la strada, ma non la strada del bosco, una strada grande dive passano quegli strumenti infernali umani che quest'ultimi chiamano macchine.
Mio padre appena vide mio fratello in mezzo alla strada si fiondò su di lui per portarlo via e anche la mamma lo seguì, io rimasi immobile su ciglio e vidi tutta la scena.
La macchina che passa di colpo, l'umano vede la mia famiglia troppo tardi, cerca di frenare di colpo, mio fratello scappa via dalla strada ma mia padre e mia madre vengono presi in pieno.
Così di colpo se ne sono andati e la mia vita è stata stravolta.
Le notti quando chiudo gli occhi quelle atroci immagini tornano a farmi visita tormentando i miei sogni.
Ma io lascio che quelle scene si impadroniscano della mia mente perché così mi aiutano a non dimenticare i miei genitori.
Perché io non li voglio scordare.
Ora sono solo io e mio fratello che io accudisco e gli procuro cibo e cure e io devo essere sempre coraggiosa e cercare di andare avanti anche se nella mia vita non vi è mai la luce, lo devo fare per lui.
Ma in quel momento la paura si impadronì di me, una di quelle rare volte che accadeva.
Mi accasciai a peso morto al fianco di mio fratello, lui era svenuto, gli occhi chiusi, i muscoli contratti, il pelo marrone aveva perso lucentezza, ma il corpo non aveva ferite.
Gli leccai dolcemente la fronte e sentii che era caldo, troppo caldo.
Aveva la febbre molto alta e io non sapevo come curarlo.
Avevo troppa paura, non volevo perdere anche lui.
Le lacrime iniziarono a scorrere lungo le mie guance, mentre io ero ancora chinata su mio fratello a scuoterlo per svegliarlo.
- Echo, fratellino, ti prego svegliati! Cosa ti succede? -
Lui non dava segni di vita, giaceva immobile.
- Prova con queste piante -
Sentii una voce alle mi spalle, era dolce e calma.
Mi girai di scatto e vidi un bel gatto dal pelo marrone con delle chiazze più chiare e alcune più scure, le orecchie erano solcate da innumerevoli graffi mentre gli occhi verdi baluginavano come due smeraldi.
Tra le fauci stringeva un ramoscello carico di piccole foglie verde chiaro.
Io mi avvicinai a lui e chiesi
- Chi sei? -
- TimeClaw, guerriero del DragonClan -
Rispose lui fieramente, poi aggiunse
- Ma sono anche esperto in medicina -
TimeClaw aveva quel non so cosa di divertente e ironico, che appena lo vedevi di tirava su il morale e nel tuo cuore ritornava la speranza, almeno con me funzionò così.
Il Guerriero si avvicinò a mio fratello e gli mise delicatamente le foglie in bocca e gliele fece deglutire.
Quando ebbe finito ritornò da me sorridendomi
- Domani starà meglio, ha avuto la febbre alta ma queste foglie gliela faranno passare! Dove sono i vostri genitori? -
Io abbassai il muso tristemente, tutti quei gatti che incontravo e mi vedevano da sola me lo chiedevano sempre e io certe volte non rispondevo.
Non ho coraggio di parlarne.
Dire che sono "morti" mi fa sempre un certo effetto, io non riesco a dirlo, non voglio dirlo, forse per ché non riesco ancora a capacitarmi della loro perdita.
No, io non voglio accettarlo, non posso farlo.
Loro non sono del tutto morti, loro dalla Costellazione del Gatto mi assistono, sempre, ne sono certa.
Riuscì solo a dire tristemente:
- Loro non ci sono più... -
Lui capì e il sorriso che prima lo rendeva tanto simpatico gli si cancellò dal muso e si sostituì ad un'espressione di imbarazzo e tristezza, abbassò le orecchie sconsolato e mi disse
- Mi spiace, non volevo toccare questo argomento -
Poi cambiò discorso
- Tu quante lune hai? -
Io cercai di rispondere più vivacemente e dissi
- Ho sette lune, il mio nome è RiverSong -
TimwClaw si avvicinò a me e si sedette al mio fianco
- Sei così giovane, non puoi continuare a vivere in questo modo: non resisterai a lungo, perché non ti unisci al DragonClan?! -
Io abbassai il muso pensierosa, i miei genitori hanno sempre rifiutato di unirsi al Clan, hanno continuamente detto che era meglio fare per conto tuo ed essere spiriti liberi.
Io avrei voluto seguire il loro esempio, renderli fieri di me.
Ma come facevo a renderli fieri se non sapevo badare nemmeno a Echo, mio fratello? Forse TimeClaw aveva ragione, io non potevo continuare così.
Ma gli insegnamenti dei miei genitori continuavano a saltarmi in mente tartassandomi, cosa avrebbero detto loro se fossero stati vivi? Poi mi ripetevo che loro non erano più con me, loro erano morti.
Loro non fanno più parte della mia vita, queste sono le scelte che dovevo fare da sola.
Dovevo farmene una ragione anche se era troppo difficile
Avrei dovuto scegliere per io bene di Echo, e sapevo bneissimo che se fisse stato ancora male io non ero in grado di curarlo.
Ma avevo o paura, io non volevo unirmi ad un Clan, avevo bisogno di tempo per decidere.
Dissi:
- Io... Ci devo pensare, torna domani, ci rincontriamo qui -
Lui annuì, si rialzò sulle quattro zampe e dopo avermi salutata frettolosamente sparì tra i cespugli esattamente com era venuto.
Io restai seduta ancora un po' assorta tra i miei pensieriCosa devo fare?
Abbassai il muso, sotto di me si trovava una piccola pozzanghera.
Osservai incantata io mio volto che si rifletteva nell'acqua, il pelo marrone semi lungo era tutto arruffato, un lungo ciuffo mi ricadeva sull'occhio sinistro coprendolo totalemnte, mentre l'occhio che si vedeva era di un verde acqua scintillante.
Avevo delle macchie bianche su tutto il corpo e una sotto l'occhio che non era coperto dal ciuffo.
Mio padre continuava ripetermi che ero una gatta meravigliosa e che gli assomigliavo.
Infatti il mio muso, ora solcato dalla stanchezza, riportava innumerevoli tratti di mio padre.
Guardando il mio riflesso potevo rivederlo.Papà, aiutami
Angolo Arrow - Time
SapphireArrow: benvenuti nel angolo Arrow - Time, saremo io e TimeClaw a commentare i fine storia!
TimwClaw: esatto!
Io: Basta che fate i bravi -.-
SapphireArrow: ma certo!
TimeClaw: io dire di iniziare: allora ecco il primo capitolo della nuova storia!!
SapphireArrow: cosa ne pensate? Vi è piaciuta? Cosa ne pensate di RiverSong?
TimeClaw: Secondo voi da 1 a 10 quanto sono figo in questo capitolo?
SapphireArrow: ho una domanda per te Time, le parole "Domande sensate" non ti dice niente?
TimeClaw: fammi controllare il mio dizionario personale... Ehm, no, non mi dice niente
SapphireArrow: credi che sia ora di chiudere
TimwClaw: già!
TimwClaw e SapphireArrow: al prossimo capitolo,
RunWithWolf, TimeClaw e SapphireArrow
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DragonClan ~ Song of Death
FantasyRiverSong è una gatta che ha perso tutto, vive sola con suo fratello nato da poche lune, non ha un Clan dove vivere, lei è una solitaria e per vivere certe volte è addirittura costretta a rubare la prede agli altri Clan. Ma la sua vita cambia quando...