Tutti hanno una storia da voler dimenticare

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Vuoto.

Nessuno seduto ai tavoli. Nessuno dietro il bancone. I tavoli tondi in legno scuro, ormai sporchi e pieno di polvere, sparsi in ordine casuale tra cui alcuni sono direttamente abbandonati a terra.

Sedie in legno scuro, sporchi e secchi anch'essi, decorati con cuscini rossi ormai pieni di buchi e sparsi per la stanza.

In tre anni, dalla città più ricca e allegra della zona centrale europea, è diventata una città fantasma.

Mi guardo intorno, cercando di vedere qualche segno di vita, e appena ho fatto un passo si è sentito tutto il pavimento scricchiolare. Come se mi sta avvisando che se mettessi un po' più di peso sul piede, cadrei nel seminterrato.

"Vattene! Non c'è nulla che tu possa rubare in questo topaio!"

Una voce rauca, molto vecchia, urla dal piano superiore.

Subito dopo qualcuno correre giù dalle scale. Una ragazza dal piano superiore corre verso di me chinandosi imbarazzata e scompigliata, vestita da cameriera.

Il vestito è sporco di polvere e pieghettato come se lo stesse indossando la prima volta dopo averselo dimenticato arrotolato nell'armadio.

È giovane, all'incirca sui diciotto o diciannove anni, capelli scompigliati e marroncino chiaro, tendente all'arancione-rosso.

Nel mezzo del silenzio un topo corre da un buco all'altro, correndo per tutta la sala.

La ragazza lentamente alza la testa, molto imbarazzata.

Non mi sono mai stupito così tanto.

In sincronia:"Ehy ma..! Tu sei..!!".

"Caith!"

"Max!"

Per lo stupore siamo rimasti in silenzio qualche secondo, scoppiando a ridere senza motivo finché non le carezzo la testa pettinandole i capelli.

"Sei cresciuta molto in questi tre anni, Caith". Dico rompendo il silenzio imbarazzante di Caith.

Tre anni fa lei ebbe solo quindici anni. Sempre sorridente, capelli corti e marroncini chiaro che la facevano sembrare un maschio se non fosse stato per le sue guance sempre arrossate. È sempre stata bassa e magra con due bellissimi occhi di un blu oceano. Come se dal fondo dell'acqua tu guardassi verso il sole.

E ora invece.

Capelli lunghi che le coprono le spalle e la schiena, ben curati e lisci, con un riflesso arancione chiaro.

Fin'ora è l'unica cosa pulita che vedo da quando sono arrivato.

Leggermente più alta, più formosa con dei bei lineamenti femminili, estremamente opposti a com'erano tre anni fa. Pure le guance rosse sono sparite, dandole un aspetto più adulto. L'unica cosa che non sono cambiati sono i suoi i suoi occhi e quel profondo blu luminoso.

"Tu non sei cambiato affatto. Sporco, capelli lunghi, barbetta da capra". Finita la frase si mette a ridacchiare con se stessa.

È bello rincontrare qualcuno dopo molto tempo. Ma qualcosa mi turba.

"Cos'è successo in questo posto? L'ultima volta questo posto era talmente pieno di gente che le cameriere non potevano nemmeno raggiungere i tavoli".

Caith rimane in silenzio abbassando il viso verso il pavimento mentre la voce del vecchio è tornata a farsi risentire.

"Col tempo tutto cambia, ragazzo. Puoi cercare di tenerlo fermo quanto vuoi, ma alla fine continua a passarti affianco in ogni secondo della tua vita, anche se tutto ti sembra immobile".

The Wastelands. Lonesome RoadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora