Capitolo 7

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Mentre ritornavo a casa, pensavo a cosa era successo, avevo fatto una semplice domanda, gli avevo chiesto semplicemente che lavoro faceva. E lui aveva reagito in un modo strano, aveva cambiato espressione sul viso, e se ne era andato. Decisi di lasciar passare la giornata.
Stavo guardando la tele quando sentii suonare il cellulare, guardai sullo schermo, era un messaggio di Tiziano.
"Ciao Thomas, scusami per oggi, ti posso spiegare, ora cosa stai facendo?"
Gli risposi che non stavo facendo nulla e dopo qualche secondo aver spedito il messaggio, mi chiamò.

«Ciao Thomas!» mi disse appena risposi alla chiamata.

«Ciao, tutto bene?» chiesi.

«Si si, senti io sono in giro, e se hai voglia possiamo vederci» chiese in modo deciso.

Così decidemmo di vederci un ora dopo, questa cosa stava diventando un po' strana. Non capivo bene cosa stava succedendo, ma decisi di non pensarci e di divertirmi un po', cosa che non facevo da mesi ormai.

Ci incontrammo e cominciammo a passeggiare per le vie, come avevamo fatto la prima sera. Mi piaceva stare con lui, spesso quando mi parlava io abbozzavo un sorriso, che visto dal di fuori poteva sembrare un sorriso fatto da uno scemo. Il fatto é che mi faceva ridere, e non potevo negarlo.

«Ma dici sul serio?» mi chiese.

«Si...»

«Quindi tutte le cose che riguardono dolci e cioccolato, non li mangi?»

«Esatto» mi misi a ridere. «E che ho avuto un piccolo trauma da bambino, ho mangiato due barattoli grandi di nutella, e da quel giorno ho odiato tutto ciò che rguardasse la cioccolata»

«Sai che solo per questo, non dovrei più parlarti?»

«Ma é solo cioccolata...» dissi in tono triste.

La serata andò avanti tutta così, continuammo a parlare, e ci prendevamo in giro a vicenda. Cominciai a conoscerlo meglio, e ogni minuto che passava scoprivo nuove parti di lui che mi piacevano.

Dopo tanto tempo, riuscii a ridere, ma ridere per davvero, con gusto.

Avevamo camminato per tutto il tempo senza rendercene conto. Decidemmo allora di sederci per terra lungo il marciapiede, perché le panchine non ce ne erano.

Parlammo ancora per molto, ma ad un certo punto si creò un silenzio, che non si era ancora creato quella sera. Era un silenzio strano, come se stessimo ripensando a tutte le cose dette. Guardavamo entrambi la strada di fronte a noi, io poi, alzai lo sguardo e mi girai verso di lui. Ci stavamo guardando, e ancora come le altre volte quando i nostri sguardi si intrecciavano, mi percorse un brivido lungo la schiena. Solo che quella era una serata calda, e non potevo giustificare quella strana sensazione con il freddo.

Capii che mi voleva dire qualcosa.

«Ehm io, mi volevo prima di tutto scusare per stamattina, non volevo andarmene via così»

«Lo so, ma non ti devi preoccupare»

«No, io mi preoccupo perché senza volerlo tratto male le persone che mi vogliono aiutare, e me ne rendo conto solo dopo» disse vergognandosi un po', dopo un attimo di pausa riprese a parlare. «Io credo che tu sia una persona fantastica e stranamente conoscendoti da poco, mi sento di fidarmi di te. Quando stamattina mi hai chiesto cosa facevo di lavoro, non ho voluto dirtelo per diversi motivi. Uno che non mi avresti preso sul serio e due perché avevo paura che dal momento che sapevi cosa facevo non mi avresti più trattato nello stesso modo. Ma io mi fido di te e...» si bloccò.

Mentre cercava le parole io lo guardavo negli occhi e ripensavo a quello che mi aveva appena detto. Mi stavo cominciando a preoccupare, perché mai non lo dovrei prendere sul serio? E sopratutto perché se sapessi cosa fa non lo tratterei più nello stesso modo? Mi stavo facendo mille domande.

«Io...sono un artista, canto. E sono famoso qui in Italia, e fino quando mi hai chiesto stamattina che lavoro facevo, pensavo che tu sapessi chi ero. Invece scorpire che non mi conoscevi, mi ha un po' meravigliato, ma allo stesso tempo ne ero felice perché sapevo che volevi stare con Tiziano e non il Tiziano Ferro di cui tutti conoscono»

Okay, non mi sarei mai aspettato questa risposta, era un cantante. Non sapevo se ridere per la figura di merda che avevo fatto fin dal primo momento che ci eravamo conosciuti o se essere scioccato per la rivelazione stessa.

«Ora sono abbastanza imbarazzato...quindi tu pensavi che io sapessi chi eri?» chiesi per avere conferma.

«Si, lo credevo fino a stamattina quando mi hai chiesto del lavoro» disse ridendo.

«Ottimo! Probabilmente questa é stata la figura di merda più grande che io abbia mai fatto» ridevo mentre parlavo ma in realtà stavo morendo dall'imbarazzo.

«No dai capita...sono cose che succedono» mi guardò «No scusa ora ti prego spiegami come é possibile che non hai mai sentito il mio nome alla radio o alla tele, non voglio sembrare presuntuoso ma sono parecchio famoso» e rise.

«Così non mi aiuti»

Continuammo così a parlare, lui mi prendeva in giro e io continuavo a scusarmi. Volevo chiedergli che tipo di canzoni scriveva, e fargli altre mille domande, ma avevo paura che non ne volesse parlare. Così dalla mia gande figura di merda passammo a parlare di scarpe, di quali fossero comode, e di quali calzini bisogna indossare.

Quando ci dovettimo salutare, ci fu un momento in cui non sapevamo cosa fare, se abbracciarci o se andare dicendoci solo ciao. Alla fine senza dire niente ci abbracciammo, ero molto in imbarazzo, ma nello stesso tempo quando ero fra le sue braccia mi sentivo stranamente a casa, come se avessi trovato di nuovo la felicità.

Quando arrivai a casa decisi di digitare subito il nome "Tiziano Ferro" su google. Trovai tantissimi link in cui parlavano di lui e ne rimasi sbalordito. Quando aveva detto che era conosciuto in Itallia non pensavo fosse così tanto famoso. Mi chiesi il motivo per cui in tutti quegli anni non mi ero mai interessato alla musica italiana, mi piacevano le canzoni in inglese e ascoltavo solo quelle.

Decisi poi di cercarlo su youtube e di ascoltare qualche canzone, scelsi la prima nell'elenco, si intitolava "non me lo so spiegare". La canzone partì con il piano, la melodia era molto orecchiabile. Quando sentii la sua voce, mi venne un brivido, per un momento credevo di averlo li vicino. Più andavo avanti con i secondi e più rimanevo ipnotizzato a quella melodia e a quella voce. Quando finii rimasi immobile, ero esterrefatto.

l'amore é una cosa sempliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora