Capitolo 8

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La mattina dopo, appena sveglio decisi di chiamare Tiziano. Gli dissi che ero davvero sorpreso del suo successo e soprattutto della sua voce che era incredibilmente stupenda. Un po' mi vergognavo perché mi sentivo uno stupido a non averlo riconosciuto e a non aver mai ascoltato la sua musica. Parlammo per un ora intera, quando alla fine gli chiesi se quella sera gli andava di vedersi. Lui disse che era libero e che gli avrebbe fatto piacere e gli proposi di venire a cena da me. Lui accettò molto volentieri.

Dopo quella chiamata mi preparai per andare al lavoro. La giornata era stata abbastanza tranquilla perché non avevo in programma nessun intervento complicato.

Ogni tanto mi veniva in mente la melodia di "non me lo so spiegare" e finivo sempre per cantarla. A metà giornata mi resi conto che invitando Tiziano a cena dovevo preparare per forza qualcosa, allora gli mandai un messaggio chiedendogli se la pasta gli sarebbe andata bene. Lui rispose qualche minuto dopo dicendo che era perfetto. Ci scambiammo poi diversi messaggi perché entrambi ci annoiavamo.

Finito il lavoro andai a casa, erano già le sette, e Tiziano sarebbe venuto verso le otto, io intanto dovevo ancora preparare il sugo e farmi una doccia.

Ero un po'in ansia perché ci eravamo sempre visti in un bar o in giro per la città e rimanere da solo con lui mi preoccupava un po', soprattutto per i silenzi imbarazzanti.

Quando uscii dalla doccia sentii il campanello suonare, allora mi misi dei jeans e una maglietta nera, e corsi ad aprire la porta.

Tiziano aveva in mano una bottiglia di vino e un sorriso stampato sulla faccia.

Ci abbracciammo e subito dopo lo feci entrare.

«Che bella che è casa tua!» disse Tiziano.

«Non ho avuto il tempo di riordinare le cose e...» per la prima volta mi bloccai, non sapevo cosa dire. Ero in totale panico.

Rivederlo dopo aver ascoltato le sue canzoni, era strano, avevo la sensazione di conoscerlo da anni.

«Ma si non ti preoccupare, la casa è bella quando è come è sempre» disse Tiziano ridendo.

Il suo tono di voce mi rassicurò e riuscii a tranquillizzarmi un pò. Ci sedemmo sul divano in sala, aspettando che la pasta cuocesse. Si creò un momento di silenzio, io fissavo i telecomando della televisione e lui si guardava in giro.

«Allora ti piace la mia musica?» Tiziano spostò lo sguardo su di me.

«È davvero bella, le canzoni sono stupende, i testi sono scritti benissimo e la tua voce, cazzo, la tua voce è qualcosa di unico!» lo dissi tutto di un fiato, e mi sentii in imbarazzo ad aver detto quelle cose.

«Mi fa piacere che ti piace»

E mi sorrise. Lo guardai attentamente e notai che quegli occhi che credevo fossero neri, erano di un marrone scuro. Notai anche il naso, sembrava il naso di un bambino. Constatai che quel giorno non si era fatto la barba perché si vedeva la ricrescita.

Si accorse che lo stavo fissando, io ritirai subito lo sguardo e lui rise, di nuovo. La sua risata era bellissima.

«Allora come è andata la giornata?» chiesi.

«Bene, sono stato tutto il tempo, in studio di registrazione, stavo lavorando su nuove canzoni, a te invece come è andata?»

«Bene, ho fatto soltanto due interventi, è stata una giornata tranquilla» dissi.

In quel momento alzammo gli occhi e i gli sguardi si incrociarono, ma ne io ne lui abbassammo lo gli occhi. Mi percosse una brivido in tutto il corpo e sentii le farfalle nello stomaco. Era possibile che mi faceva sentire come un sedicenne? Cosa mi faceva sentire così? Il suo sorriso? La sua voce? I suoi occhi? Perché ero così attratto da lui?

Non sapevo cosa stava succedendo dentro di me ma avevo una voglia incredibile di abbracciarlo, e sprofondare nelle sue braccia.

Dopo quasi un minuto esserci fissati mi accorsi che la pasta si stava cuocendo troppo.

«Penso che la pasta sia pronta...» lo dissi con un tono di voce bassissimo come se lo avessi sussurrato.

No. Non poteva farmi quell'effetto, non poteva fottermi così il cervello. In quel momento in cui ci alzammo per andare in cucina realizzai che quella sera sarebbe stata molto lunga e piena di momenti di panico.

l'amore é una cosa sempliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora