Capitolo 10

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Mi sedetti a terra, e cominciai a ripercorrere tutti i momenti divertenti della serata, e mi scappò un sorriso. Poi pensai a tutti quei momenti in cui provai una sensazione strana. Non avevo mai provato tutte quelle cose in una sera sola. Decisi allora di andare a letto e provare a dormire, ma dopo un'ora constatai che non mi sarei mai addormentato. Pensavo al suo sorriso, alla sua voce e ai suoi occhi, così decisi di prendere le cuffiette e ascoltarlo. Appena sentii la sua voce in "ti scatterò una foto" mi venne un brivido, come se ce lo avessi davanti. Passai così 2 ore ad ascoltare le sue canzoni e a ripercorrere mille volte la serata. Mi soffermavo molto sull'abbraccio, continuavo a farlo iniziare nella mia mente, le sue braccia ogni volta mi stringevano e io mi sentivo incredibilmente protetto.

Quando finalmente caddi nel sonno, il telefono suonò, mi alzai di colpo e cercai il telefono che si era perso tra le coperte. Quando lo trovai vidi nella schermata che la persona che mi stava chiamando era Tiziano. Di impulso risposi.

«Pronto? Tiziano?» dissi.

«okay, allora so che sono le 5 di mattina e che probabilmente stavi dormendo...ma ieri ti avevo accennato che sarei dovuto andare in Belgio per lavoro...»

Solo in quel momento realizzai che erano le 5.

«si?» ora ero confuso.

«Ecco...volevo chiederti se...se ti andrebbe di venire con me, sono sempre solo e avere qualcuno che mi fa compagnia qualche volta fa piacere» disse Tiziano, non si capiva se stesse fingendo di essere triste o se lo era davvero.

«Vuoi dirmi che veramente non hai nessun amico con cui andare? Tu? Tiziano Ferro?» chiesi incredulo.

«Si ne ho, ma ieri sera mi sono accorto di essere stato veramente bene con te, abbiamo riso tantissimo, e mi hai fatto dimenticare per un paio d'ore tutte le cose brutte a cui penso costantemente»

Quando chiusi la telefonata con Tiziano, rimasi immobile qualche secondo. Mi aveva appena chiesto di andare con lui in Belgio, e io avevo risposto di si. Avevo una mezzora di tempo per preparare la valigia e farmi una doccia. Tiziano sarebbe passato sotto casa a prendermi in auto. Mi alzai dal letto ancora incredulo, e cominciai a prendere qualche maglietta e qualche jeans da mettere in valigia.

Nella voce di Tiziano al telefono, avevo notato che si sentiva una tristezza, ma una tristezza nascosta tra le varie risate. Non sapevo cosa gli stava succedendo, ma era ovvio che non stava bene. Avevo l'impressione che tra le varie battute che faceva e suoi sorrisi si nascondeva una persona evidentemente abbattuta.

Ero felice di fare un piccolo viaggio con lui, così avrei avuto la possibilità di conoscerlo meglio.

Fatta una doccia veloce presi la valigia riempita totalmente a caso, uscii di casa e scesi le scale del condominio. Nella strada accanto trovai una macchina nera con accanto Tiziano. Quando lo vidi, sorrisi automaticamente.

«Ciao Thomas, scusami se ti ho avvisato così tardi...»

In quel momento intravidi di nuovo quel senso di tristezza che si portava dietro sempre.

«Ma non preoccuparti stavo solo dormendo...» dissi scherzando.

«Puoi continuare a dormire in aereo!»

Mentre parlavamo di quando ci sarebbe stato il volo, entrammo in macchina. Tiziano si mise dietro di fianco a me, al volante c'era un autista.

Ci allacciammo le cinture, e nel momento in cui infilai la cintura, le nostre mani si toccarono, e mi percorse un brivido. D'istinto spostai subito la mano, e altrettanto fece lui.

Non capivo perché succedeva tutto ciò, in fondo era un amico che mi aveva chiesto di accompagnarlo in un viaggio di lavoro. Notai che non riuscivo a parlare e a guardarlo, ogni volta distoglievo lo sguardo.

Nel viaggio da casa mia all'aeroporto Tiziano mi spiegò come sarebbe andata la giornata. L'aereo era alle 8, e saremmo arrivati a Bruxelles verso le 9 e mezza. Una volta arrivati saremmo andati in albergo per mettere le valigie. E alle 14:30 Tiziano avrebbe avuto delle interviste fino alle 19:00. Mi disse che sarei potuto venire con lui, io gli dissi che non volevo creare problemi e che sarei stato in camera dell'albergo.

«Thomas se creeresti problemi non ti avrei nemmeno invitato, quindi tu mi accompagni nelle varie radio»

«Okay» dissi convinto.

Quando arrivammo in aeroporto, l'autista parcheggiò di fianco l'entrata, e scendemmo dalla macchina. Andai dietro e aprii il baule, quando vidi le due valigie mi girai per chiedere a Tiziano se le avremmo portate in aereo o le avremmo lasciate al check-in, visto la poca grandezza. Ma senza accorgermene nel momento in cui mi girai, sbattei contro di lui. Realizzai qualche secondo dopo che mi aveva afferrato le braccia. Così alzammo entrambi lo sguardo e ci guardammo.

l'amore é una cosa sempliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora