Capitolo 11

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Il suo tocco delle sue mani sulle mie braccia, era morbido. Lo guardai negli occhi, e insieme ci mettemmo a ridere.
«Thomas se cominci già così la mattina, non voglio immaginare dopo a chi vai addosso» disse Tiziano togliendo le sue mani dalle mie braccia.
«Sono mezzo addormentato, ed è solo colpa tua»
Mentre ridevamo prendemmo le valigie dal baule e ci incamminammo all'interno dell'aeroporto.
«Per scusarmi della chiamata in piena notte ti pago la colazione dai» disse Tiziano.
«Credi veramente che basti una colazione?»
«Beh la colazione è il pasto più importante della giornata, quindi è già troppo!»
«Credo che non ti perdonerò mai»
A queste parole Tiziano rimase in silenzio, sembrava si fosse offeso.
«Comincio con l'offrirti la colazione, poi troverò qualcos'altro, e sarai obbligato a perdonarmi» disse lui ridendo.
Così entrammo in uno dei tanti bar, io presi un cappuccino con una brioche alla crema mentre Tiziano prese anche lui un cappuccino e una brioche al cioccolato. Avevamo mezzora da aspettare per l'aereo.
«Ma che giustificazione ti sei preso dal lavoro?» mi chiese.
Il lavoro. Mi ero completamente dimenticato del lavoro, ero talmente preso nel prepararmi a casa che non avevo pensato ne a chiamare ne a cosa dire.
«Cazzo»
«Potresti dire che il cantante Tiziano Ferro ti ha voluto con se perché non si sente bene. Ammettilo che le mie idee sono geniali» disse ridendo.
«Anche l'idea di invitarmi è stata geniale...si genialissima»
«Ancora a rompè con sta storia?» disse.
Non riuscii a rimanere serio, ero davvero felice che mi avesse chiamato di notte per dirmi che mi voleva con lui. Così mi misi a ridere.

Entrammo nell'aereo e ci mettemmo anni per trovare il nostro posto, facemmo diverse figure di merda, sembravamo dei coglioni, e la gente ci guardava pensando fossimo ubriachi, perché Tiziano fece una battuta sulla hostess e io scoppiai a ridere rumorosamente.
Quando riuscimmo a trovate i due posti, ci sedemmo, Tiziano si mise nel posto vicino al finestrino, io di fianco a lui. Non amavo particolarmente volare, avevo fatto dei viaggi da bambino, ma l'aereo non è mi è mai piaciuto.
«A te piace volare?» chiesi, dopo un momento di silenzio.
«Volare fa parte della mia vita, o meglio passo gran tempo della mia vita su un aereo»  disse con un tono un po' assente «Ma mi piace, la maggior parte delle volte metto le cuffie ed ascolto la musica, e spesso mi metto a scrivere, volare mi ha dato spesso l'ispirazione per le canzoni»
Notai ancora quella sensazione di tristezza, la sua voce sembrava malinconica e assente. Era incredibile come un secondo prima rideva e scherzava e un secondo dopo era completamente assente.
L'aereo partì, e parlammo un po' dei viaggi che ha fatto, dell'esperienze che ha avuto.
«Mi vergogno a dirtelo, ma anni fa ho avuto un tracollo di nervi a causa della maleducazione di una hostess e nella mia testa bestemmiai. La hostess mi aveva trattato davvero male e in quei tempi i miei nervi erano particolarmente tesi» disse Tiziano con un tono scherzoso.
«E cosa ti aveva fatto l'hostess? Non ti aveva riservato l'intero aereo?» dissi.
«Ah ora mi prendi pure per il culo?»
Mi divertiva prenderlo in giro, mi piaceva vedere le sue reazioni, che finivano sempre in una risata.
«E comunque io mi aspettavo un aereo riservato solo per noi due, sei una delusione Tiziano!»
«Cazzo non ti accontenti mai, comincio a pentirmi di averti chiesto di venire...» disse Tiziano.
E continuammo così per l'intero volo, era uno scambio continuo di insulti scherzosi. Ad un certo punto gli raccontai quando da ragazzo pensavo che se avessi bevuto tanta acqua avrei potuto respirare sott'acqua e avere dei poteri speciali. Quando Tiziano sentì questa mia rivelazione, di cui non ne ho parlato a nessuno tranne che a lui, si mise così tanto a ridere che le persone davanti si girarono per dirci di stare zitti. Io allora mi misi a ridere ancora più forte, Tiziano guardando me e in seguito gli altri si mise a dire delle parole in giapponese. Io non capii il motivo, e i ragazzi davanti si girarono rassegnati.
«Ma che gli hai detto in giapponese?» chiesi.
«Ah boh, mi hanno insegnato che se ti metti ad inventare parole in giapponese la gente non te rompe» disse seriamente.
«Tiziano se non ti conoscessi, penserei davvero che tu sia un pazzo...un pazzo che ride troppo forte»
E dopo svariate battute e discussioni, l'aereo atterrò. Appena usciti dall'aeroporto di Bruxelles prendemmo un taxi, che ci portò sotto l'hotel. Dopo aver fatto le solite questioni amministrative nella hall, siamo andati in camera. Tiziano aveva riservato una stanza con due letti. Quando entrammo rimasi sorpreso, la camera non era grande, ma era davvero bella. Dopo aver litigato per ben 10 minuti su quale letto avremmo dormito, Tiziano decise di farsi una doccia veloce.
Nel mentre io mi sdraiai sul letto, ero davvero stanco, ma ero talmente emozionato che non ci feci molto caso. Quando Tiziano uscì dal bagno, lo guardai, aveva lo stesso jeans di prima ma aveva cambiato la maglietta.
«Ma tu ti cambi la maglietta più volte al giorno?» chiesi incredulo.
«Non rompè il cazzo» disse facendo subito dopo una faccia dolce, come per compensare la frase che aveva appena detto.
Ci riposammo per qualche ora, e dal sonno mi addormentai sul letto. Quando ad un certo punto cominciai a vedere Tiziano che mi veniva incontro, si avvicinava sempre di più, vedevo i suoi occhi, erano bellissimi. Quando arrivò davanti a me sentii il suo respiro su di me, chiusi gli occhi e...
«Thomas!»  gridò Tiziano.
Mi svegliai di colpo, mi trovai Tiziano già vestito con le scarpe e la giacca, pronto per uscire. Ci misi un po' a capire che stavo sognando.
«Thomas tutto apposto?» chiese preoccupato.
«Si e che ho fatto un sogno molto strano...»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 19, 2016 ⏰

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