Prologo

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<<Alessia sveglia...>> urla mia madre dal piano di sotto.

Apro gli occhi e mi ritrovo per l'ultima volta nella mia camera.

Esatto sto per partire. Mi trasferisco dai miei zii in California a Los Angeles.

Qualche mese fa i miei genitori hanno divorziato e mia madre non riesce a mantenermi economicamente, quindi per il prossimo anno starò da loro.

Mio padre invece non ne vuole più sapere di me e sinceramente neanche io di lui.

Scendo dal letto, trascinandomi in bagno.

Guardo la mia immagine riflessa nello specchio: sono una ragazza mora, con gli occhi scuri e la pelle abbronzata. Mi ritengo abbastanza alta per i miei 16 anni, il giusto diciamo.

Successivamente dopo essere uscita dal bagno, scendo in cucina da mia madre che mi saluta con un sorriso, quanto mi mancheranno i suoi abbracci e i suoi sorrisi confortanti.

<<Come hai dormito amore?>> mi chiede mentre mi versa una tazza di caffè fumante.

<<Come al solito. A che ora ho l'aereo?>> chiesi io sorseggiando il caffè.

<<Alle 10.30. Hai tutto il tempo per ricontrollare di aver preso tutto e andare.>> dice lei un po' avvilita dalla mia freddezza.

Mi pento subito del mio comportamento e do un bacio sulla guancia dopo avergli detto un ti voglio bene.

Lei torna subito sorridente e io dopo aver finito la coloazione, controllo l'ora: le 8.30.

Ho tutto il tempo di ricontrollare, quindi opto per una doccia calda e rilassante.

Mi lavo anche i capelli e dopo essere uscita dalla doccia mi dirigo verso la mia camera.

Entro e mi vesto scelgo i miei soliti jeans, una felpa a caso e mi trucco leggermente con un po' di mascara. Dopodiché controllo per l'ennesima volta le mille valigie e scendo in salotto.

Ormai sono le 10.00 e io devo andare all'areoporto. Saluto mia madre con le lacrime agli occhi, ma trattengo avrò tempo per piangere un'altra volta.

Il taxi suona il clacson per avvisarmi che è arrivato, mi faccio aiutare con le valigie e salgo.

Subito chiamo mia zia, che risponde dopo qualche squillo.

<<Pronto?>> dice con voce assonnata. Cavolo mi ero dimenticata del fuso orario, ma in fondo mi aveva chiesto lei di chiamarla appena partivo.

<<Ciao zia sono io. Sono sul taxi e sto andando all'aeroporto.>> dico sussurrando, come se non volessi svegliare nessuno.

<<Ah ciao cara. Sì ci vediamo tra qualche ora.>> dice prima di mettere giù, evidentemente assonnata.

Ridacchio tra me e me, mentre percorro con il taxi le vie della mia amata cittá per l'ultima volta.

Ripenso a tutti i miei amici, ai miei ricordi lì e mi scappa una lacrima che prontamente asciugo con la manica della felpa. Ero così felice lì, ma poi mio padre ha deciso di rovinare tutto e questo non glielo perdonerò mai.

Sento qualcuno chiamarmi, mi giro e vedo che l'autista è sceso e sta tirando giù le mie valigie. Mi affretto a pagarlo e mi incammino vero l'entrata.

Faccio il check-in e mi dirigo verso l'imbarco dopo aver sistemato la valigia.

Dopo 15 minuti mi ritrovo seduta sul sedile di un'aereo diretto a Los Angeles, verso la vita che non avevo chiesto e non volevo.

Mi infile le cuffiette e velocemente mi addormento, pensando a tutte le persone che lasciavo dietro di me, in Italia.

Non credo di essere pronta a questo, ma ormai l'aereo è partito ed è troppo tardi per tornare indietro.

Spazio autrice: ciao a tutti allora questo è il prologo. Spero vi piaccia. Cercherò di aggiornare più volte possibile, ma con la scuola e gli impegni extra-scolastici è difficile. Ci vediamo al prossimo capitolo.◀▶
_Alessia_

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