Capitolo 1

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Mi sveglia una voce metallica che avvisa i passeggeri di allacciarsi le cinture.

Dopo svariati minuti di torbulenze e scossoni, finalmente arriviamo a Los Angeles.

Piove a dirotto e io mi ritrovo dentro all'aereoporto immenso con la mia valigia a cercare qualcuno che non vedo da oltre 5 anni.

<<Perfetto... e adesso come li trovo?>>
Ma non ho il tempo di finire che sento due braccia stritolarmi.

Subito riconosco i capelli rossi di mia zia, così restituisco l'abbraccio.

Subito mi accorgo che è da sola; evidentemente lo zio è al lavoro e mio cugino invece a scuola.

Esatto mi sono trasferita durante la scuola, ma ormai è giugno e ho deciso di saltare gli ultimi giorni.

Mia zia mi risveglia dai miei pensieri, prendendomi per il braccio e trascinandomi verso l'uscita dell'edificio.

Corriamo in macchiana, ma quando entriamo siamo entrambe mizze e scoppiamo a ridere come due bambine.

Il mio rapporto con mia zia è fantastico; io la vedo più come un'amica che come una parente.

In 10 minuti arriviamo a casa, quando scendo per poco non rimango con la mascella per terra: sapevo che i miei zii erano abbastanza ricchi, ma non credevo si potessero permettere una villa del genere.

Era tutta bianca e aveva un giardino enorme, c'era anche una piscina all'aperto.

L'entrata era costituita da una gigantesca porta bianca, con dei contorni in pietra.

Appena varcai la soglia, non credetti ai miei occhi. C'era un salotto che era 10 volte quello di casa mia in Italia; per non parlare della cucina, c'era spazio per un'esercito.

Subito mia zia mi portò al piano di sopra aiutandomi con le valigie. Mi portò davanti ad una porta in fondo al corridoio.

<<Ti abbiamo dato la stanza più bella. Speriamo ti piaccie>> detto questo scese, dicendomi che se avevo bisogno di qualcosa bastava chiamarla.

Mi feci coraggio e aprii la porta.

Probabilmente stavo sognando, la mia stanza era gigantesca ci avrebbe potuto vivere una famiglia intera.

Su un lato c'era il letto matrimoniale contornato di lucine bianche, che con il brutto tempo si vedevano perfettamente.

Verso destra c'era un'armadio enorme tutto bianco. Dall'altra parte della stanza c'era una scrivania con accanto una cassettiera sempre chiara.

I muri erano grigio chiaro e su un lato della stanza un grande murales con una tigre bianca e nera.

E alla fine la cosa più bella, quella che aveva catturato la mia attenzione fin da subito, una finestra che affacciava sul giardino.

Dalla finestra si poteva vedere tutta Los Angeles, probabilmente quello sarebbe diventato il mio posto felice.

Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi di mia zia sulla soglia della camera.

<<Sapevo che ti sarebbe piaciuta. L'ho fatta arredare come piace a te>> disse sorridendomi tenera.

<<OMG è stupenda zia...>> dissi mentre la andai ad abbracciare.

<<Adesso però chiama tua mamma. Sará sicuramente preoccupata>> mi disse uscendo dalla camera e chiudendosi la porta alle spalle.

Giusto la mamma, erano successe talmente tante cose che mi ero scordata di avvisarla, così la chiamai raccontandole del viaggio e della nuova camera; le promisi che l'avreu chiamata entro la fine della settimana e la salutai.

Ora era arrivato il momento di disfare le valigie. Mi sistemai tutto e solo mentre tiravo fuori il beautycase mi accorsi di una porta alle mie spalle.

Mi avvicinai e l'aprii: avevo un bagno tutto mio con la doccia e tutto grigio. Subito sistemai anche quello e decisi che il giorno dopo sarei andata a fare shopping.

Sentii la porta richiudersi al piano di sotto, così scesi per salutare mio zio; quando mi ritrovai davanti a...

Spazio autrice: Sì lo so sono cattiva a lasciarvi così, ma ci sta un po' di suspance no? Ho deciso che cercherò di aggiornare ogni giorno, però la sera e anche tardi a volte. Detto questo ci vediamo domani sera con il prossimo capitolo.
_Alessia_

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