Seventh

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Louis ha temuto di perderlo. Louis non ha mai avuto così tanta paura in vita sua. La febbre di Harry sembrava non volersi abbassare, sembrava essersi accasata nel suo corpo e aver preso gusto nel farlo sudare e dolere. Una tortura per gli occhi e per il cuore.
Louis lo ha accudito, però. Lo ha accudito giorno e notte, fingendo serenità e cercando di trasmetterla all'Angelo che, ogni volta, si ritrovava a versare lacrime colme di frustrazione e sfinimento, ribadendo più e più volte che gli sembrava di morire, che sarebbe sicuramente morto e di perdonarlo.

Gli chiedeva perdono
Per qualcosa di cui Louis
Non era a conoscenza

E faceva male; faceva dannatamente male, perché egli avrebbe voluto poter fare di più che cambiargli la pezza sulla fronte, aiutarlo a lavarsi e a mangiare e carezzargli i capelli fino a quando non si addormentava, esausto. Ma Harry non ha mai parlato. Non ha mai aperto bocca, perché proteggere il ragazzo era la sua priorità. Era certo si sarebbe infuriato e lo avrebbe messo alla porta; in quel caso, non avrebbe avuto dove andare. Si sarebbe ritrovato solo al mondo, solo nel mondo, e non avrebbe potuto contare sull'aiuto di nessuno, nemmeno di Gemma.
Gemma, che da quando aveva rinunciato alle ali, non si faceva più sentire. O forse, continuava a vegliare su Harry, ma egli non era più in grado di percepirla.
"Forse Cadere non è stata la scelta migliore", dice a se stesso, quella notte. Non si rende nemmeno conto di aver smesso di respirare – e non ha ancora capito che non può permetterselo. Si domanda, però, quale sia la soluzione migliore: confessare a Louis delle ali strappate, di essere Caduto come i Vigilanti, o restare in silenzio?
Mentire, lo chiamano gli uomini.
Si domanda se sia disposto a mentire a Louis e, ovviamente, la risposta è no.

Harry non sa mentire
Harry ha un cuore troppo puro
Louis lo scoprirebbe subito e lo abbandonerebbe

Perché del resto, chi lo vuole un Angelo Caduto, la vergogna delle Stirpi Celesti? Chi vorrebbe mai un Angelo che ha scelto di abbandonare il Padre e seguire la strada del peccato?

Chi vorrebbe mai
Un Angelo Custode
Che è Caduto e ha perso le ali?

Sospira pesantemente, sentendo di nuovo quella fitta al petto. Spera che un giorno cessino, perché quel dolore è così profondo e fastidioso che sembra volerlo uccidere. E ora che è mortale, non ha intenzione di morire così presto. Non può abbandonare Louis proprio ora che può averlo vicino. Ma la vera domanda è: Louis lo vorrà ancora, quando scoprirà delle ali?
L'ennesimo sospiro e questa volta il petto non fa poi così male. Harry si gira di lato e incontra gli occhi azzurri di Louis, vigili e accesi nonostante sia notte fonda. Gli sorride, perché a quelle iridi così profonde e vive, attente e preoccupate, non può resistere. Porta una mano a carezzargli una guancia e sente il braccio farsi improvvisamente pesante, le articolazioni dolere come se stessero bruciando tra le fiamme dell'Inferno. Esibisce solamente una smorfia, però, perché di preoccupazioni a Louis non vuole darne; ha già fatto abbastanza con quella roba che ha chiamato "febbre" più e più volte.
«Fa ancora male?» domanda il Protetto, muovendo le labbra contro la pelle dell'Angelo.

Harry si chiede
Quando quelle labbra divine abbiano toccato
La sua pelle peccaminosa

Rabbrividisce appena; finalmente riesce a sentire qualcosa. Riesce a sentire "i sentimenti"; il sangue che ribolle, le guance che si scaldano e si arrossano, gli occhi che si fanno lucidi. E forse quel sentimento che sta provando non è solo "amore". È anche vergogna. È dispiacere, perché Louis non merita le bugie. Louis non merita di essere all'oscuro di una decisione così importante come quella che ha preso, come quella che lo ha privato delle ali.
«Un po'» mormora distrattamente, senza incrociare il suo sguardo – e il cuore perde un battito, viene chiuso in una morsa quasi fatale; fa male non guardarlo –. Se lo facesse, probabilmente verrebbe colto con le mani nel sacco.
«Harreh
«Mh?»
Louis si ammutolisce. Si ammutolisce e prende il labbro inferiore tra i denti, perché all'improvviso non gli sembra più il momento adatto per quella richiesta. Oltretutto le palpebre dell'Angelo sono abbassate ed egli ha ripreso a respirare lentamente, con qualche colpetto di tosse di tanto in tanto; si muove piano e forse con un po' di pigrizia, come se i suoi gesti stessero per interrompersi da un momento all'altro. Come se stesse scivolando di nuovo nel dolce tepore del sonno.
«Boo».
E Louis sobbalza, perché davvero non credeva fosse sveglio e in attesa. La sua voce roca lo porta a rabbrividire subito dopo e a sputare la domanda che teneva sulla punta della lingua da settimane, ormai.
«Che ti è successo? Quella sera, dico; quando ti ho trovato nel bagno». Sente Harry irrigidirsi e interrompere il contatto, sente i suoi nervi tendersi e il suo cuore prendere a battere velocemente, troppo velocemente – e, un attimo: da quando il cuore di Harry batte?
Quando non sente giungere nessuna risposta, si allontana piano piano, sollevandosi su di un gomito e allungando un braccio per accendere la luce sistemata sul comodino accanto al suo lato del letto. Porta nuovamente gli occhi azzurri in quelli verdi e vi affoga dentro, sentendo il respiro mozzarsi e le guance impallidire.
La sofferenza che Harry porta dentro e che non riesce a nascondere può essere dovuta solamente a una cosa, una cosa che Louis credeva di conoscere bene e che in quel preciso istante lo spaventa, lo terrorizza.
«Harry, che hai fatto?» domanda, con voce tremante, quando una lacrima scivola lentamente sulla sua guancia pallida e smunta – il cibo che ha ingerito negli ultimi giorni non è sufficiente per il suo corpo stanco, dolorante ed esigente. Harry pare succhiare via la forza da qualsiasi cosa lo circondi; anche la casa di Louis sembra un po' più triste, un po' più spoglia, ora che non si sente bene, ora che le sue iridi sono un po' più spente e morenti.
Louis si domanda perché non migliori.
«Ho perso le ali, Boo» mormora il riccio, mentre il tono si incrina sull'ultima parola, incapace di tenere per sé quel segreto ancora a lungo. «Le ho restituite al Padre; io non potevo più tenerle» confessa. Un'altra lacrima a scivolare sul suo volto.
Si sente solo, Harry. Ha paura del vuoto che lo sta divorando dentro ogni giorno di più, di quel vuoto che sembra aprire una nuova voragine ogni istante che passa. Ha ceduto le ali, ha scelto di condurre una vita da umano, da mortale. Ha scelto l'amore che provava – e prova – per Louis a quello che ha sempre provato per il Padre. Si sente sbagliato, si sente vuoto. E ha paura, perché il ragazzo che gli si è seduto di fronte e che ora lo sta guardando con un'espressione indecifrabile è troppo poco divino per poter comprendere il suo stato d'animo in quel momento.

There's no story to be told || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora