Capitolo XIII

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Eccomi ritornata! Lo so è passato tantissimo tempo e mi scuso tanto
Con ritardo faccio a tutti auguri di buon anno! E come buon proposito per questo nuovo anno prometto che mi impegnerò a essere più costante nella pubblicazione dei capitoli.
Non vi intrattengo oltre lasciandovi in balia di Zac e Sophie e spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!

Sto suonando come non ho mai fatto, mi sembra di essere una cosa unica con la mia chitarra, nella mia testa continua a scorrere la stessa scena, io che incontro Demi, e le mie mani corrono fluide sulle corde, vorrei poter urlare e far uscire tutta la mia felicità, mi sembra di essere un vulcano di emozioni pronto ad eruttare, e alla fine erutto con "Bring me to life" degli Evanescence...
Mi guardo intorno e prendo coscenza della gente che si è fermata ad ascoltarci e devo dire che è veramente molta, il locale è stra pieno, anche a Zac brillano gli occhi e Max è anche lui alle stelle dalla felicità. Mi spunta un sorriso enorme e per la prima volta sto veramente bene, mi viene quasi da piangere dalla troppa emozione, salto al collo di Zac senza preoccuparmi che ci stanno guardando tutti e lo stringo forte a me. Lui ricambia circondandomi con le sue braccia e facendomi sentire a casa.
Mentre mettiamo a posto gli strumenti guardo l'ora, sono le 00.00, OMMAMMA, mia mamma potrebbe usccidermi!!
Prendo il cellulare e vedo che ci sono un bel po' di chiamate perse, mi capita troppo spesso, richiamo e mi risponde una mamma sull'orlo di una crisi isterica "SOPHIE LANCESTERN QUANTE VOLTE DEVO DIRTI DI USARE QUELLA MALEDETTA SUONERIA DEL TELEFONO?! E VORREI CHE TU FACESSI QUELLO CHE DICI, NON DOVEI TORNARE AL MASSIMO PER LE 11.30?!?! " le rispondo col cuore in gola "scusa mammina...lo so...ma veramente ho perso la cognizione del tempo...sono ancora a Milano...fra poco prendiamo un treno..." al che mi interrompe "NON CI PENSARE NEANCHE, CON LA GENTE CHE GIRA DI NOTTE!! NON TI AZZARDARE A PRENDERE IL TRENO O A GIRONZOLARE! STATE A DORMIRE LÌ! CHIEDETE SE POTETE STARE LÌ A DORMIRE E DOMANI TI TOCCHERÀ UNA BELLA CHIACCHERATA CON ME!" mi addolora tirar pazza mia madre, combino sempre dei casini enormi e ogni volta le faccio perdere 1000 anni di vita come quella volta che a 7 anni ho provato ad andare su una tavola da snowbord senza essere capace nemmeno a sciare "va bene mamma, non ti preoccupare stiamo qui a dormire...mi spiace veramente tanto" dall'altra parte sento solo un bip bip bip di risposta, deve aver agganciato la cornetta, dovrò trovare il modo di farmi perdonare.

Comunico a Zac il repentorio ordine di mia mamma e fortunatamente Max è così gentile da lasciarci dormire nel locale "Se terrete sempre così pieno il mio locale potete chiedermi qualunque cosa!" ci risponde allegro Max. Ci lascia le chiavi, ci saluta e rimaniamo solo io e Zac nel locale. Cerchiamo qualcosa per creare due giacigli improvvisati ma non troviamo niente, decidiamo allora di sdraiarci sul palchetto, stendiamo le giacche e le felpe per ammorbidire la superficie ma che resta comunque scomodissima, Zac si sdraia e mi fa segno di appoggiarmi sul suo petto "Così almeno uno dei due riuscirà a dormire comodo" gli sorrido e mi sdraio con la testa appoggiata al suo petto rannicchiandomi, il battito del suo cuore mi fa da ninna nanna. A un certo punto sento la sua mano che mi inizia ad accarezzarmi il capo dolcemente, mi inizia ad accarezzare anche la schiena e a quel contatto mi stringo di più a lui, alzo lo sguardo e i nostri occhi si incrociano ed è come se per la prima volta li vedessi davvero...occhi più belli al mondo non ci sono...mi scappa una lacrima dagli occhi e inizio a piangere, "Cos'hai Sof?" mi chiede Zac con una faccia preoccuapata "Niente, sono solo troppo felice, non credo di esserlo mai stata così tanto..." lo stringo in un abbraccio mentre mille emozioni mi confondono e mi fanno sentire una sorta di vertigine, così abbracciati, viso contro viso, naso contratto naso, bocche a un millimetro di distanza ci lasciamo avvolgere dal mondo dei sogni mentre il suo calore mi riscalda l'anima.

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