Capitolo XIV

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Guardo tristemente fuori dalla finestra di camera mia, il grigore della nebbia circonda ogni cosa, è ormai due giorni che sono stata segregata in casa, se non per andare a scuola, da mia madre che non ha più voluto sentir ragioni dopo l'altro giorno e mi ha vietato di uscire almeno per le prossime settimane.
Devo riuscire a trovare un modo per filarmela, stasera dobbiamo tornare a suonare e niente e nessuno me lo potrà impedire. Scaccio via i sensi di colpa verso mia madre e mi preparo all'azione. Tendo le orecchie e sento dei rumori provenire dalla cucina, bene ho via libera, alzo il volume dello stereo e lascio un biglietto con due righe scritte tanto per non correre il rischio che chiami la polizia, non si sa mai, e mi calo dalla finestra con la chitarra, appena i miei piedi toccano il terreno umido scattano veloci e inziano a correre come il vento fino a casa di Zac, lancio tre sassolini alla sua finestra finché non si affaccia e gli faccio segno di scendere. Deve aver intuito quello che ho in mente perché ha in spalla il basso "Sof, ma siamo sicuri? Pensa a tua madre... forse è meglio se questa volta saltiamo" peccato che quel luccichio nei suoi occhi lo tradisca, mi spunta un sorrisso beffardo "Zac non sai mentire! Adesso muoviamoci prima che qualcuno si accorga che non ci siamo!" mi guarda un po'interdetto ma alla fine iniziamo a correre come lepri fino alla stazione.

Siamo arrivati con molto anticipo, abbiamo 4 ore per fare quel che ci pare, inizieremo a suonare per le 8 fino alle 21.15, non posso tendere di più la corda se non voglio essere disintegrata da mia madre.
Gironzoliamo per Milano chiacchierando, trascino Zac in ogni tipo di negozio, continuo a girarmi avendo la sensazione di essere seguita da qualcuno, spingo Zac in un angolo e aspetto che passi la figura che ci stava "pedinado", passa una donna vestita un un cappotto nero e con un cappello altrettanto nero, ho una strana sensazione, come se l'avessi già vista, ma un paio di occhiali da sole e il cappello calato sulla fronte le oscurano il viso, entra in un negozio e la perdo di vista...forse mi sono sbagliata, forse era una semplice donna che andava a fare shopping.
"Ma che ti prende??" mi sussurra Zac all'orecchio "Niente, mi devo essere sbagliata" mi guarda con un punto interrogativo dipinto sulla faccia ma sorrido e lascio perdere.

Torniamo da Max per le 7.45 e ci prepariamo. Zac mi da un bacio sulla guancia ed entriamo in scena, questa routine mi sta piacendo sempre di più, c'è già un po' di gente che è già ad aspettarci, Max deve aver fatto girare le voci e non mi dispiace affatto, penso che suonare qui sia una delle cose più belle che mi siano capitate.
Iniziamo con un po' di pepe suonando "Outta this world" dei Kiss, vedo la gente che inizia a essere presa del ritmo, vedo un picchiettare ritmico di dita, qualche piede che timido batte il tempo, qualcuno conosce la canzone e si mette a cantare con noi, al che mi viene una grande idea...
"Questa sera sarà diverso, sarete voi a decidere la scaletta! E canterete con noi!" dico sorridente al microfono, la mia proposta sembra riscuotere successo, Zac mi guarda complice "Chi è che ha più coraggio a cominciare?" dice Zac al microfono.
Così susseguono una canzone dopo l'altra, tocchiamo ogni genere di musica, dal reggae al metal, dal pop al punk, gente che si è presa veramente bene e continua a cantare con noi sul palcchetto. Ad un certo punto sale qualcuno che non era ancora venuto a cantare, una donna vestita di nero, con un cappotto e un cappello...un attimo...mi accorgo che io l'ho già vista...è la donna di stamattina...la osservo meglio e mi ricordo di lei, era già stata al locale di Zac...ha un'aria familiare ma quei maledetti occhiali e il capello non mi permettono di vedere il suo viso.
Inizia cantare "Someone like you" di Adele, io e Zac suoniamo la base, appena sento la sua voce mi si ghiaccia lo stomaco e un brivido mi corre lungo la schiena, conosco troppo bene quella voce ma non può essere quella!
Il mio sguardo la sta scrutando millimetro per millimetro e il mio cervello non accetta l'immagine che sta creando perché altrimenti si scioglierebbe. Deve essersi accorta del mio sguardo indagatorio perché si gira verso di me e mi guarda, finalmente si toglie gli occhiali, secondi che mi sembrano un'eternità e quando incontro il suoi occhi mi parte una stoccata allucinante dalla chitarra e perdo la percezione di ciò che mi circonda...

Spazio Autrice
Ecco il nuovo capitolo finito di produrre durante la lezione di chimica!
Ieri sera ero talmente stanca che non sono riuscita a terminarlo scusateee:)
Spero di riuscire ad aggiornare abbastanza presto :)
E niente...buona giornata!

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