(No) Ordinary Love

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Dopo aver attraversato il ponte passai direttamente alla via della scuola dove si affollavano numerosi studenti e le loro rosee vite liceali: piene di amici e in preda agli amori sinceri.
"..."
Un disprezzo tale da non essere esprimibile a parole, un disgusto tanto silenzioso quanto significativo. Staccai gli auricolari con uno scatto del braccio e li misi in tasca per poi dirigermi verso il cancello di entrata con aria assonnata e torva. In quel momento tra gli studenti passò una faccia nota: il presidente del consiglio studentesco nonchè rappresentate della mia classe. Aveva un'aria serena ed era fin troppo responsabile per un ragazzo della sua età, era riuscito a meritare un posto di riguardo tra gli studenti. Carisma, fedeltà, simpatia: gli attributi perfetti per una persona con la testa sulle spalle. Guardai la sua figura allontanarsi circondata da uno sciame di persone. Alla fine mi diressi in classe. La lezione si svolse come ogni altro giorno: le parole colte e innumerevoli del professore arrivavano alla soglia delle mie orecchie per poi dissolversi a contatto con il mio disinteresse totale, le nozioni del docente si sovrapponevano al bisbiglio degli studenti ed io, dall'ultimo banco, mossi il mio sguardo verso il capoclasse. Vidi un cuore limpido, cristallino, attraversabile, acqua pura che prendeva forma involontariamente; un vero miracolo, proprio come lui. All'intervallo decisi di andare in corridoio ad ascoltare un po' di musica; scelsi il mio brano preferito di Dylan: "Knocking on heaven's door". Sui primi accordi di chitarra vidi passarmi davanti il rappresentante, era fermo al centro del corridoio affollato e non proferiva parola. Osservava un' utopia, qualcosa di irraggiungibile. Scorgendolo meglio notai che nel suo cuore c'era una leggera incrinatura, uno sguardo che non dovrebbe esserci, che non dovrebbe esistere era disegnato sul suo viso, una qualcosa di astratto. Fu in quel momento, tra le celebri strofe di Dylan e lo scorrere delle lancette, che realizzai: quella non era acqua, ma vetro di quelli più sottili, una semplice bolla di un solo e fragile strato. Una marea di interrogativi si diramavano dalla mia testa per andare ad attanagliare l'oggetto della mia curiosità.

"Qual'è il problema?"

"Cosa ti succede?"

"Torna in te!"

Ma altre frasi si diffondevano partendo dal mio egoismo

"Che mi importa?"

"Cosa dovrebbe fregarmene?"

"Non sono affari miei"

Già, uno come me che si interessa di qualcuno, decisamente contro natura. Sono io che devo tornare in me.
Finito l'intervallo rientrammo in classe per la lezione di inglese. La nostra "teacher" non era mai stata monotona e forse era l'unica che il mio ego decidesse di ascoltare, particolare e frizzante sembrava una bambina con una enorme mole di studi e saggezza sulle spalle. Davvero una persona interessante, ma non ero mai stato in grado di capire se fosse il suo vero atteggiamento o no; era un muro troppo alto, invalicabile e invalicato per secoli, una cosa che nessuno doveva sapere, oltre le colonne d'Ercole. Quel giorno entrò in classe con un intento ben preciso: recitare. La scuola era appena cominciata e per le vacanze estive ci era stato assegnato il testo di Romeo e Giulietta: un amore tragico, al limite dell'antichità e dei suoi costumi, tipico delle scuole. Fummo divisi in gruppi e io finìi con il rappresentante e altri ragazzi aggregati in base alla conoscenza altrui. Non c'erano più gruppi liberi, così mi unìi a loro. Al gruppo a cui appartenevo toccò la scena della dichiarazione dei due amanti, l'inizio del tutto. Una volta riunitisi per decidere il da farsi i componenti del gruppo si isolarono utilizzando barriere acustiche come il dialogo, il brainstoming e il ritrovo per svolgere il lavoro a casa di qualcuno. La mia attenzione ricadde ancora su quella bolla e sul suo sguardo, sembrava così a disagio, tentava di allontanare l'attenzione altrui facendosi piccolo ma falliva miseramente. Le crepe divoravano ulteriormente l'organo vitreo.

"Cosa ti terrorizza?"

"Cosa ti spaventa tanto?"

"Pensi di rimanere così per sempre?"

Storia Di Un Corvo A Cui Spuntarono Piume BiancheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora