capitolo 4

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Superficie terrestre.

Palmyra, Siria. 11 am.

Il rombo del motore di una jeep mise in allerta una famiglia di piccoli ricci che stava per attraversare la polverosa strada dispersa in mezzo a aridi campi. Un serpente di polvere proseguiva ad alta velocità lungo la strada, preceduto da una scoppiettante jeep Wrangler.

<<Micol, ci siamo quasi...il diario dice...ehm...si dice che dovresti svoltare...ORA!>>

<<tempismo perfetto John! Si tenga forte dott. Grey>> Micol sterzò bruscamente facendo stridere le vecchie sospensioni, la jeep proseguì fuori strada, dal terreno si alzarono in volo uno stormo di pellicani.

<<tutto bene dott. Grey? È ancora tra noi?>> domandò John girandosi verso i sedili posteriori

<<S-si, certamente, signor John, sto...bene...diciamo>> accennò un sorriso e si rituffò a smanettare il tablet che teneva nelle mani, anche se per poco, a causa della guida bizzarra di Micol non rimetteva la colazione.

<<bene, laggiù, fermati vicino a quel vecchio ramni>> Maicol accostò vicino all'albero, aprì la portiera che con un cigolio infinito sembrò quasi per staccarsi, scese dalla macchina, Grey e John lo seguirono.

<<bene John,>> si guardò in torno, nient'altro che terra arida e resti di macerie abbandonate al tempo. <<...il tuo..."diario" dove dice che si trova la porta?>> si passò una mano nei capelli, Dio se erano sporchi, erano giorni che non si faceva una doccia.

<<la mappa dice che è proprio qua, dunque...qui...la distanza tra qui e qui...SI! Non ci sono dubbi, è proprio qua>> John si guardò a destra, poi a sinistra, si avvicinò alle macerie, erano ormai anni che aveva accantonato il mondo dell'archeologia, dopo...quell'incidente, si era promesso che il resto della sua vita, l'avrebbe passato a svolgere un lavoro ordinario e a crescere sua figlia Jennifer, aveva solo sette anni, un futuro davanti, non poteva crescere con un padre che girava come un nomade per il mondo, alla ricerca di antichi tesori, arche perdute e calici sacri. Ma quell'offerta, quel lavoro che gli era stato proposto, 20.000 dollari, solo per andare in Siria, trovare una porta e fotografarla. Sembrava un lavoro allettante, inizialmente aveva rifiutato, poi sua sorella Mary lo convinse, forse era una buona idea, con quei soldi avrebbe potuto mantenere gli studi di Jenny. Solo quel lavoro, e poi basta, tornava a fare ciò che amava...dopo l'archeologia, riparare barche.

<<queste non sono...macerie>> si inchinò su quello che sembrava essere un vecchio pozzo, vicino un muretto proseguiva per diversi metri per poi interrompersi senza un apparente motivo. <<sembrano antiche rovine, resti di qualcosa di più grande>> si sporse nel pozzo, non riusciva a vedere nulla. Prese un sasso e lo lasciò cadere all'interno, il buio lo risucchiò, 1...2...3... un tonfo metallico tuonò. <<forse è stato chiuso>>

<<fammi vedere>> Micol lo affiancò, tirò fuori dalla tasca un sottile tubo di plastica, dopo averlo sbattuto si illuminò di una luce verde fosforescente. <<con questo forse riusciamo a dare un'occhiata>> lo fece cadere nel pozzo, che si illuminò come una galleria.

<<interessante, sembra una lastra di ferro, dott. Grey, lei cosa dice?>> John guardò Grey, che finalmente distolse lo sguardo dal tablet <<maledizione Grey! Metta via quel diavolo di coso e venga qui...>>

<<si, scusi>> Grey si avvicinò e diede un'occhiata al fondo del pozzo <<anche i miei dati di cono che ci troviamo nel punto esatto, penso che dovremmo calarci all'interno e scoprire cosa c'è lì sotto>>.

Maicol aprì il bagagliaio della jeep, prese qualcosa e tornò al pozzo, era una corda, <<bene, come decidiamo? Legnetto lungo e legnetto corto?>> guardò prima John e poi Grey, quest'ultimo sgranò gli occhi <<non penserete che io...scenda là sotto con una corda, io sono un semplice scienziato, mica Indiana Jones>> indietreggiò scuotendo la testa negativamente. Micol e John si guardarono <<pari o dispari?>> domandò John,

<<dispari>> rispose Maicol

<<bim-bum-BAM>> i due lanciarono le mani in avanti, John aveva un tre, Maicol un due <<tre e due, cinque, mi spiace ragazzo>> Maicol tirò una pacca di consolazione a John, che afferrò la corda.

<<d'accordo, tenetela forte>> si passò due giri di corda intorno al bacino, poi diede un'estremità a Maicol. Salì sul muretto e iniziò a calarsi nel pozzo. Maicol impiantò i piedi come picchetti nel terreno, mentre Grey rimase semplicemente a guardare. Frammenti di pietre e polvere cadevano sulla testa di John, che dovette ripararsi alzando il braccio. Erano più o meno cinque metri.

Maicol ad ogni centimetro che John scendeva, lasciava scorrere un pezzo di corda alla volta, che strusciando sulla pelle delle braccia, gli procurava un dolore lancinante come fuoco che ardeva dall'interno. Poi udì una voce ovatta seguita da un tonfo metallico. <<sono arrivato>>. Maicol tirò un sospiro di sollievo, si guardò le braccia, segnate da profondi solchi rossi. <<allora cosa hai trovato John?>>

John si inginocchiò su quella che a prima vista sembrava una comune lamina metallica, poi però, notò un solco che divideva in due la lastra, spostò il tubo luminoso per vedere meglio, e vide dei simboli in rilievo, come degli ideogrammi che sporgevano da essa. Aprì il diario e fece scorrere velocemente le pagine, poi col dito le bloccò.

Passò lo sguardo sulla lastra e poi di nuovo sul diario, così per un paio di volte, poi alzò la testa verso l'alto

<<l'abbiamo trovata! I simboli...sono gli stessi del diario>> la voce arrivava amplificata, aumentando lo stato di gioia che John provava in quel momento.

<<grande! Yeaa!>> Maicol si fece scappare un grido di felicità

<<ok! Faccio delle foto e salgo>> John tirò fuori dallo zaino la fotocamera digitale e iniziò a scattare foto.

Un forte boato lo fece sobbalzare, calcinacci caddero dall'alto ferendogli la testa, da cui iniziò a sgorgare un filo di sangue.

<<cosa è successo!>> gridò dal fondo del pozzo. Nessuna risposta.

Grey era in piedi, gli occhi sbarrati come fossero indemoniati, la bocca era chiusa in una smorfia di terrore misto eccitazione. Impugnava una pistola, poco più avanti, in prossimità del pozzo, un uomo era disteso a terra in una pozza di sangue...Maicol era morto.

<<ragazzi rispondetemi!>> John fissava il cerchio luminoso sopra la sua testa, poi scorse una sagoma che sporgendosi coprì la luce, un'eclissi calò John nell'oscurità. <<Maicol? Cosa è stato quel botto?>> la voce di John era tremolante, lì sotto iniziava a mancargli l'aria, sentì lo stomaco chiudersi in una morsa.

<<signor John, non si preoccupi, va tutto...bene, il suo amico Maicol...si sta riposando>>

<<Grey! Cosa hai fatto maledetto...fammi salire o io...>>

<<o io...cosa signor John, mi dica...>> nessuno fiatò per una decina di secondi, solo il respiro di John, rimbombava affannato tra le mura circolari del pozzo, il respiro di un condannato a morte.

<<perché Grey?>>

<<affari John, questione di affari, mi dispiace, sarebbe stato bello fare qualche altra scampagnata insieme>> Grey puntò la pistola verso John che cercò un riparo, senza trovarlo, non vi erano spigoli o insenature. Allora abbassò lo sguardo e il suo pensiero andò a Jennifer, solo sette...anni...

Poi udì uno sparo, seguito da un secondo...un terzo. Cadde a terra tramortito, la testa sanguinava e poi non vide più niente.

Grey mise via la pistola, si avvicinò alla jeep, prese il telefono satellitare

<<si pronto...passatemi la Lumex s.p.a., dica che è Grey che  parla...si pronto signor Rockster...l'abbiamo trovata>>

Il Mistero Di AgarthaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora