capitolo 6

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Germania, Berlino.

Palazzo della Lumex

L'uomo camminava a passo svelto, lungo il corridoio ad ogni passo, i tacchetti delle sue Burberry schioccavano martellate che echeggiavano lungo tutte le direzioni.

Cercava di stare calmo, di non farsi prendere dal panico, una goccia di sudore gli scese lungo la fronte, anche la mano con cui stringeva la valigetta, trasudava tensione. Non sapeva se a spaventarlo, fosse il colloquio che doveva tenere con il signor Rockster, o se fossero i sei militari che lo stavano accompagnando al suo ufficio.

Va bene, pensava, entri, esponi, lui commenterà, e...poi...esci...sapeva che non doveva temere niente, quelle che doveva dare, erano "buone notizie", ma quel signor Rockster, lo spaventava a morte, forse erano i suoi occhi azzurri, freddi come il ghiaccio che lo trafiggevano come lame nel burro ad ogni sguardo. O forse i suoi modi al quanto...poco cortesi. I suoi pensieri furono interrotti bruscamente...

<<prego Signor Grey, da questa parte>> uno dei militari si fermò di fronte ad una porta, e gli indicò di proseguire

Spinse con la mano la porta ed entrò nell'ufficio. Socchiuse gli occhi portandosi la mano davanti alla faccia, una luce intensa lo accecò, era praticamente una stanza di vetro, ad eccezione della parete da cui era entrato tutte le altre pareti dell'ufficio, erano composte da enormi vetrate, la luce che vi penetrava era accecante. Ci vollero una manciata di secondi prima che Grey si abituasse all'ambiente. Poi lo vide, vicino a una delle vetrate, nelle mani stringeva un bicchiere di scotch o forse brandy, guardava fuori, non sapeva se si fosse accorto della sua presenza, poi una voce ruppe il silenzio...

<<Dottor Grey...>> fece una pausa, ma non si voltò

<<la stavo aspettando>> la voce di Rockster era asettica, dura, la voce di un predatore.

<<s-signor Rockster...l'abbiamo trovata>> Grey intravide lo sguardo del predatore che si rifletteva nella vetrata, lo stava fissando <<l-le ho portato le foto satellitari, la p-porta si...>>

<<qualcuno è entrato?>> David Rockster lo troncò

<<no signore, nessuno si è avvicinato...>>

<<perfetto...blindate la zona, che nessuno si avvicini alla porta, fino al mio arrivo>> Rockster si girò, sul suo viso si disegnò un ghigno che mise ancora più in soggezione il dott. Grey che abbassò lo sguardo su pavimento lucido color petrolio.

<<ho saputo che è anche riuscito a sbarazzarsi dei due archeologi...complimenti...>> accennò un applauso, che scemò subito dopo il primo battito.

<<ho solamente eseguito il...protocollo signore.>> Grey si avvicinò al tavolo. <<le lascio qui la valigetta, all'interno troverà le foto e tu...>>

<<so benissimo cosa troverò in quella valigetta dott. Grey, sono stato io a richiedere quei documenti>> quell'espressione, quel sorriso che solcava il suo viso era agghiacciante, avrebbe fatto tremare persino un toro inferocito. Grey appoggiò la valigetta di metallo sul tavolo di vetro che divideva lui da Rockster. <<bene...allora io torno a sbrigare le mie faccende...>>

<<si signor Grey, si muova, quando arriverò lì voglio che voi abbiate già trovato il modo di aprire il varco>> la sua espressione si fece tutto d'un tratto molto seria. Batté il bicchiere sul tavolo che protestò emettendo un sordo fragore.

<<si signore>> Grey non aggiunse altro, si girò e uscì dalla stanza.

David si rigirò verso la finestra, estrasse dalla giacca un telefono, compose un numero...<<Victor...manda un elicottero...si al sito...mi raccomando, i migliori uomini, e assoluta discrezione...>>

Il Mistero Di AgarthaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora