Capitolo 5

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Quella mattina si svegliò di malavoglia e si diresse all'obitorio.
Non gli era mai piaciuto quel posto, i cadaveri lo mettevano in soggezione, sapere che una volta erano persone vive con una loro vita e che adesso sono solo corpi vuoti distesi su un "lettino" lo spaventava un po'.
Era spaventato soprattutto dal fatto che presto o tardi sarebbe toccato anche a lui.
Il commissario era già arrivato da qualche minuto e lo stava aspettando davanti all'ingresso.
Si scambiarono dei brevi saluti ed entrarono.
Il patologo li stava aspettando nella sala numero quattro e aveva appena finito di ricucire l'incisione a ipsilon sull'addome di un cadavere, appartenuto ad un anziano signore.

<<Avanti >> disse quando sentì bussare alla porta.

I due uomini entrarono nella sala e il medico ricoprì il paziente sulla quale stava lavorando con un telo.
Quando vide il patologo Andrea rimase colpito: non pensava che il medico fosse una lei e soprattutto non così carina.

<<Salve dottoressa, questo è il nostro collaboratore il detective Andrea Frizzoli >> disse Raimondi presentandolo.

<<Molto piacere, io sono la dottoressa Lara Brennini>> si presentò porgendo la mano al detective che la strinse volentieri.

<<Allora cos' hai scoperto? >> li interruppe il commissario.

<<Beh è stata un' autopsia davvero particolare, non mi era ancora capitato un caso del genere>> iniziò a spiegare quasi euforica per le sue scoperte.

Si diresse verso delle celle frigorifere e ne aprì una, riconobbero subito il corpo senza vita.

<<Allora>> continuò la spiegazione 
<<le ferite da corpo contundente all' addome hanno causato la morte della donna>>

Per valorizzare la sua spiegazione la donna tolse il telo dal cadavere e indicò le ferite.

<<La cosa particolare di queste ferite è la loro forma: sono piccole, piuttosto profonde e stranamente rotondeggianti.
Un' altra cosa che ho notato è stata una strana sostanza nera all' interno di esse>>

<<Abbiamo trovato una penna ricoperta di sangue, potrebbe essere quella l'arma del delitto?>>chiese il detective.

<<Si, è possibile. Comunque ho mandato un campione della sostanza al laboratorio>>

<<La ringrazio per il suo aiuto dottoressa>>  e detto ciò i due si congedarono mentre la dottoressa riponeva il cadavere e ritornava al lavoro che aveva interrotto prima della visita.

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