Capitolo 6

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Usciti dall' obitorio i due uomini si allontanarono: il commissario tornò in caserma per fare delle domande alla famiglia della professoressa, mentre il detective decise di andare a bere un caffè.
Quella mattina non aveva fatto colazione per paura di sentirsi male alla vista dei cadaveri, così cercò un bar poco affollato e vi entrò.
Sorseggiando il suo espresso iniziò a ragionare sulle informazioni che aveva: anche se non era ancora stato confermato era più che sicuro che la penna fosse l' arma del delitto che era piuttosto inusuale come arma.

-Non può essere stata un' azione premeditata... Deve aver reagito a uno scatto d' ira e deve aver preso la prima cosa a portata di mano- pensò concludendo il suo ragionamento.

Pagò il caffè e uscì a fare quattro passi per le vie del centro.

-Quelle ferite erano molto profonde, ci vuole molta forza per penetrare in quel modo l' addome- notò ripensando alla causa del decesso.

Senza farlo apposta la sua mente tornò l'immagine della dottoressa, ne era rimasto davvero colpito! Non credeva che una donna così bella potesse fare un simile lavoro.
Se non l'avesse incontrata in circostanze simile l' avrebbe invitata sicuramente a bere qualcosa in un locale.

-Sarà per la prossima volta- si ripromise.

Camminò ancora per qualche via, finchè decise di recarsi in commissariato dove sicuramente avrebbe ricevuto altre notizie utili. Raggiunse il parcheggio dove aveva lasciato la macchina e salì a bordo della modesta vettura e con i Nirvana in sottofondo si diresse verso la sua meta.

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