Quel pomeriggio con il gruppo di Lox passò abbastanza in fretta, i ragazzi sono dei tipi apposto, sono molto pazzi,
chiacchieroni, e qualche volta un po troppo impiccioni, e a me questo tipo di persone non piacciono. Tranne quel ragazzo com'è che si chiamava, ah si, Taylor, lui era molto buffo con quella bandana in testa, rideva e scherzava con i suoi amici ma non cercava di invadere la mia privacy. Il lato positivo, e che di me non sanno molto, per ora li ho detto solo che sono di Detroit e mi sono trasferita qui per il lavoro dei miei, e devono sapere solo questo. Credo però di essere stata un po' troppo fredda e distaccata, quasi a risultare antipatica, ma questo deve essere causa della mia scarsa vita sociale. Sono così fin da piccola, quando avevo una migliore amica, ma evidentemente agli altri bambini non andava bene, perciò me la portarono via, beh avevo 6 anni ma, ehi ci ho sofferto parecchio! Questo episodio, come tanti altri, mi hanno fatto capire che delle persone non ci si può fidare. E che probabilmente l'unica persona di cui mi fiderò sarà me stessa. Nessuno potrà mai leggermi l'anima, terrò chiusi i miei segreti, le mie idee e i miei pensieri, con il lucchetto e nessuno troverà mai la chiave.XXX
Ora sono a casa buttata sul mio letto, ipnotizzata dal viola intenso delle pareti della mia nuova stanza.
Dopo aver saluto Lox con un cenno della mano, che con mio grande stupore, rimase lì a fissarmi come se volesse qualcosa in più, tipo un'abbraccio, non ci conosciamo nemmeno! Poi io non sono brava in queste cose, tutte queste smancerie mi danno il vomito, va bene essere gentili, ma un passo alla volta ragazza. Comunque, dopo sono salita in camera senza neanche cenare, dopodiché ho aggiustato un po la camera, svuotato li scatoloni e fatto una lunga e rilassante doccia. Adesso sono sul letto a pensare a cosa mi aspetterà in futuro, e se sarò all'altezza di superare le prove che mi presenterà la vita. E tra un pensiero e l'altro, il sonno si impossessa di me.
La mattina mi sveglio grazie ai raggi del sole che entrano dalla finestra del balcone della mia stanza, ho una voglia matta di disegnare, è da tanto che non lo faccio, così decido di alzarmi, lavarmi e vestirmi con degli semplici shorts di jeans e una canotta nera, mi trucco come sempre e raccolgo i miei lunghi capelli marroni in una crocchia disordinata. Una volta arrivata in cucina vedo la mia famiglia riunita a fare colazione, il primo a parlare è mio padre -Buongiorno principessa- -Tesoro mangia, ieri non hai neanche cenato!- aggiunge mia mamma, alzo gli occhi al cielo mentre andando verso l'entrata, a infilare le converse grige con le borchie, urlo -Primo, mamma se non ho mangiato ieri è perché non avevo fame, e secondo faccio colazione fuori e dopo vado a central park, non aspettatemi per pranzo.- poi andando verso mio padre baciandoli la guancia -Papà vero che mi dai soldi?- dico facendo gli occhioni dolci non che non mi riescono per niente bene data la faccia da culo che mi ritrovo, -Si tesoro, prendi ciò che ti serve dal mio portafogli in salone. E smettila di fare l'angioletto...- non gli faccio finire neanche la frase che sono già davanti alla porta di casa con lo zaino che contiene album da disegno, matite, gomma, soldi, la cartina della metropolitana di NY e tutto ciò di cui potrei aver bisogno.XXX
Dopo aver sbagliato mille volte metropolitana e scambiato tutte le vie, sono riuscita a prendere una ciambella e un cappuccio da Starbucks. E ora mi ritrovo su una panchina a disegnare ciò che mi circonda, tranquilla e sola, ma a quanto pare il mondo mi odia, dato che appena finisco di formulare il mio pensiero, sbuca un ragazzo da non so dove, ma io senza prestargli alcuna attenzione, ERRORE, continuo il mio lavoro, molto infastidita dalla sua presenza. Continuo a lavorare per dieci minuti, senza mai girarmi, finché sento il suo sguardo perlustrarmi il viso, mi da suo nervi così decido di parlare -Senti mi dici qual è il tuo problema?!- dico girandomi nella sua direzione, ma appena i miei occhi incontrano i suoi, resto letteralmente a bocca aperta, lui è il tipo che mi spinto a scuola, ora gliene dico quattro, penso fra me, ma mi precede -Io non ho nessun problema, eh calmati, non ho ammazzato nessuno! Comunque dalle mie parti si usa salutare, quindi ciao io sono Cameron- allunga la mano in attesa che io la stringa, cosa che non succederà mai, guardo la sua mano e poi il suo viso, aggrottando le sopracciglia -Mi stai pigliando per il culo per caso? Perché si dal caso che non mi piace proprio per niente- lui intanto continua a scrutare il mio viso con un sorrisetto sulle labbra
carnose e rosee e con uno sguardo talmente intenso che potrebbe perforarlo -Tu sei il tipo che mi ha spinto ieri in corridoio, non ti sei nemmeno scusato!- dico quasi urlando e gesticolando come una pazza, mentre lui continua a fissarmi. -E smettila di fissarmi sei inquietante!- -Cosa disegni? Sei molto brava. - mi risponde lui ingnorando completamente la mia accusa, -Per tua informazione, non mi hai ancora chiesto scusa...- dico guardandolo dritto negli occhi alzando un sopracciglio -Se questo ti farà stare più calma: ti chiedo scusa...- -Hope, e accetto le tue scuse- rispondo con tono annoiato, mentre perfeziono il mio disegno. Una volta finito metto tutto nello zaino e sto per andarmene, quando qualcuno mi tira indietro per il braccio facendomi girare, quel qualcuno è Cameron, mi ritrovo a pochi centimetri dal suo viso mentre io continuo a guardare come scruta attentamente il mio viso, proprio come faceva poco fa. Però devo dire che non è niente male come ragazzo, a risvegliarmi dai miei pensieri fu proprio la sua voce -Ehi, è maleducazione non salutare- disse sta volta però mi guardò dritta negli occhi, mentre io reggo il suo sguardo non muovendomi di un centimetro, ma che cosa mi prende?! Con una spinta provo ad allontanarlo, di molto poco dato che è abbastanza muscoloso, ha davvero un bel fisico devo dire, ma non divaghiamo, mi allontano da lui ancora di qualche passo per poi fare un cenno con la testa girandomi dall'altra parte andandomene.
Faccio la strada di questa mattina per tornare indietro.
Entro in casa sbattendo la porta, e vado verso la cucina per prendere qualche snack, dato che non ho pranzato, ma non trovandoci nessuno, vado a vedere in salotto ma anche qui non c'è anima viva, così decido di andare a vedere nell'ufficio di mio padre, magari lì troverò qualcuno, infatti trovo mio papà concentrato su qualcosa, decido di farmi notare schiarendomi la voce tossendo. -Oh, ciao tesoro. Tu sei divertita oggi?- -Ciao papà, ho solo disegnato, nulla di ché. Dove sono mamma e Ross?- chiedo avvicinandomi alla scrivania. -Beh, io e la mamma abbiamo litigato quindi ha deciso di andare a fare un giro in città- i miei non litigato molto frequentemente ma quando lo fanno non si parlano per un po', -Ross invece è andato a vedere l'università.- -Oh, okay. Io vado di sopra, ricordati di chiamarmi quando è pronta la cena-.
Mi butto suo letto pensando che è da un po di tempo che non vado a bere come solo io so, in qualche bar. Dovrei cercare su Internet i bar nella zona. Intanto sento la stanchezza impossessarsi di me e le palpebre farsi sempre più pesanti fino a chiudersi definitivamente.
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I'm not perfect
FanfictionLui: modello di Calvin Klein, bellissimo e desiderato da tutti Lei: ragazza ribelle, sicura di sé e molto incasinata Se le loro strade si incrociassero? Cameron Hope