Hope's POV
Mi svegliai verso le 7:30AM. Cosa sarebbe servito svegliarsi prima, quando la scuola distava meno di dieci minuti da casa? Entrai in bagno e mi lavai, mi cambiai con una seplice maglietta rosa e dei jeans strappati, delle scarpe basse, per poi prendere lo zainetto e dirigermi verso la porta. "Buona giornata sorellina" dice Ross strafogandosi i pancake che la mamma aveva lasciato in frigo la sera prima. Era un maniaco dei pancake. Fin da piccolo era malato di questi biscotti, ma d'altronde è cresciuto così e non posso proprio cambiarlo. "Mhmh. Come se ti importasse" ridacchio, lui continua ad ingozzarsi. "Ciao Ross, torno dopo scuola" dico uscendo e sbattendo la porta. Il tragitto fu molto interessante. Le mie cuffie erano diventate le mie migliori amiche in questi ultimi tempi. Amavo il jazz e gli artisti originari del mio paese. Li trovavo interessanti, non come tutta quella musica commerciale che c'è in giro.
Entrata a scuola mi dirigo al mio armadietto. "Ehi..." dice flebilmente una voce alle mie spalle. Mi voltai e vidi la solita chioma rossa con delle lentiggini. Lox non mi stava molto simpatica. Sembrava una di quelle ragazze che vogliono a tutti i costi rendersi le migliori in tutto. In più non mi è ancora andata giù la faccenda dei 'dieci minuti con Cameron Dallas'. Fu veramente imbarazzante quel momento, mi fece persino litigare con quella sconosciuta quando l'ultima cosa che volevo era ulteriore bordello nella mia testa. "Ciao" dissi impassibile io. Non la cosideravo né un'amica, né una conoscente. Io e lei non abbiamo nulla in comune. "Volevo chiederti scusa per ieri. Ho fatto una idiozia, mi dispiace. Non ero nemmeno sobria, quindi a meno che tu non mi droghi in qualche modo ti prometto che non accadrà più" dice in modo sincero. Io sospiro. "Okay, tranquilla. Tanto non verrò più alle vostre feste..." però...non lo so. Certo, mi stava sul culo, ma almeno sta cercando di non farmi diventare una stupida asociale. "Immaginavo. Ah e...scusami se sono così invadente. Io non...nel senso che...sono fatta così e ammetto di sbagliare. Non volevo farti restare tutta sola ieri sera, solo quello. Ma sei libera di pensarla come vuoi che quando vorrai, noi ci saremo sempre per farci due risate" dice lei spostandosi i capelli su un lato e portando le baccia al petto. "Spero di rivederti" termina andandosene. No, okay? Forse ha ragione lei. Mi servono due risate ogni tanto. Forse sono stata troppo dura con Lox. Forse sarà il fatto che lei è così diversa da me, o soltato perché lei ha tutto mentre io nulla. "Lox, aspetta" la richiamo. Lei si volta. "Senti, non ti voglio male, credimi. È solo che non sono abituata, mi serve tempo. Sono passata dal non conoscere nessuno alle feste della domenica sera, intendi? Sei veramente una bella persona, sono io che mi dovrei scusare" ammetto abbassando lo sguardo. "Non ti devi scusare di nulla! Anzi, se hai bisogno di tempo prenditelo tutto" sorride, io ricambio. "Il tuo armadietto?" Chiedo io. "Proprio qui!" Mi indica il suo, proprio di fronte al mio. Lo apre e ci infila i libri dentro. Iniziammo a parlare del più e del meno, di cosa ne pensai dei ragazzi. Le parlai della mia pseudo conoscenza con Taylor. Era stato carino con me e insieme a Nash era l'unico normale in mezzo a quel casino di ieri. "Ehi!" neanche il tempo di parlare di lui che Nash spunta dal corridoio raggiungendoci, o almeno, raggiungendo il suo armadietto, adiacente a quello di Lox. "Hope! Smaltita la sbornia?" Chiede ironicamente dandomi una pacca sulla spalla. "Ciao Nash. Si, credo di si. Ho solo un pò di mal di testa, ma nulla di che" dico tranquillamente mentre la rossa stranamente non aveva aperto bocca, ma lo stava fissando con una faccia assassina. Il ragazzo apre il suo armadietto e tira fuori una pastiglietta, porgendomela successivamente. "Aspirina. Bevi anche un bicchiere di acqua e sale, passa tutto" fa una faccia orgogliosa e continua a frugare nell'armadietto. Dopo un paio di minuti in silenzio lo chiuse e si appoggiò ad esso. "Aspettate un attimo...Lox! Come stai?" Dice con entusiasmo ridendo, aprendo le braccia verso di lei. "Vaffanculo Nash" dice semplicemente girandosi verso di me, evitando il suo sguardo. "Oggi è felice" dice annuendo, dandomi successivamente una gomitata. "Che palle, te ne vai? Tutti i giorni la stessa storia" sospira rumorosamente abbassando lo sguardo. Il ragazzo sorride e sospira anche lui a sua volta. "Che avete ora?" Ci domanda. "La stessa tua fottuta materia. Da quattro cazzo di anni, Grier" risponde Lox sistemandosi i capelli. "Storia" risponde poi dopo un po'. Lui prende il libro riaprendo l'armadietto e lo ripone nello zainetto grigio. "Io vado. Ci vediamo in classe dolcezze" cammina e alza una mano per salutarci. "Che idiota...quattro lunghi anni che ho L'armadietto affianco al suo" sospira Lox buttando i libri a casaccio dentro l'armadietto vuoto di fronte a lei, mentre Nash si allontanava da noi salutandoci con un gesto della mano. "Non so tu, ma a me sta simpatico" dico timidamente sorridendo. Non era affatto male come ragazzo. Insomma, era simpatico, ironico, sapeva vedere il lato positivo ed è sempre disponibile. Non il mio tipo, in poche parole. Solitamente odio le persone così, ma lui sembra a posto e meno rompi palle in confronto agli altri. Lei sbarra gli occhi con uno sguardo sconvolto. "Ma che problemi hai?" Chiede prendendomi la mano. "Eddai, non è poi così maluccio come tipo" dico ripensandoci bene, ma ricevo solo uno sbuffo rumoroso. "Non lo conosci" ridacchia sconvolta. "Beh, e cosa dovrei sapere?" Le domando. Si sistema i voluminosi ricci rossi e mi fissa stringendo il libro di storia in mano "Nulla...non è importante. Ti basti sapere che lui non è così. È tutta una gran montatura" mi avverte annuendo. "Tranquilla, non voglio rubartelo" dico poi io ridacchiando. Non ero mai stata così espansiva con le persone, ma non sono riuscita a trattenermi. Lox è una che scherza molto e se non voglio rimanere sola, mi tocca iniziare ad approcciarmi. La vedo spalancare gli occhi inorridita. "Rubarmelo? Che ti passa per la testa?" Mi scappa un risolino per il tono che usò. Sapevo del suo tremendo odio per lui, però c'era qualcosa che non mi quadrava. "Dai...è caruccio, non trovi?" Le domando. Ovviamente per Nash non provavo nulla di più di una semplice amicizia, ma devo ammettere che ha degli occhi veramente stupendi. Ma Cameron...okay, sono riuscita a rimanere incantata per capire il colore dei suoi occhi. La sua invadenza la odio, ma ora capisco perché lo hanno preso come modello per la Calvin. Lo so, lo so...di queste probabilmente non riuscirò mai a parlarne con Lox, come farebbero due amiche. Odio il fatto di esporre le mie cose alla gente, soprattutto se sentimenti. "Credo di aver bisogno di un bagno..." dice lei tutta allarmata facendo finta di trattenere un conato di vomito. La fisso con un sopracciglio alzato "Non è che ti piace un pochino?" Le domando. È brutto da dire, ma li trovo carini mentre litigano. "Cos- no! Dio mio sei fuori? Ma nemmeno morta! Se il tuo intento era farmi venire i conati di vomito, allora ci sei riuscita" dice portandosi una mano al petto. Poi ritorna normale e arrossisce leggermente. "Non so, vi ci vedrei bene assieme" commento io guardandolo da lontano mentre parlava con il Mister della squadra di football. Lei si gira e si mette a fissarlo con me. "Io e lui? Quella...roba!? No grazie" dice gesticolando. Io scuoto la testa ridendo. "Stagli lontano...finisce sempre per fare casini"
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I'm not perfect
FanfictionLui: modello di Calvin Klein, bellissimo e desiderato da tutti Lei: ragazza ribelle, sicura di sé e molto incasinata Se le loro strade si incrociassero? Cameron Hope