Finalmente...

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Mi girai e cercai di capire da dove venissero queste urla, mi girai e intuii la direzione, mi feci largo fra i rami di alberi e d'un tratto la foresta si interruppe dando spazio ad una cupola di vetro con un campo magnetico attorno, vidi che tantissime persona all'interno della cupola stavano guardando con il pensiero che non potevano fare nulla una scena raccapricciante: una bambina si era allontanata dalla safe area ed un texi l'aveva aggredita. Io ero l'unica persona che poteva salvare la vita a quella povera ragazzina, allora mi sistemai il fucile in modo da avere una mira accurata e sparai finchè il texi non fu a terra ormai senza poter muoversi. andai subito a soccorrere la bambina che era pietrificata dalla paura, aveva gli occhi azzuri, ma in quel momento sembravano più bianchi che azzuri. I suoi capelli erano di un giallo luccicante, quando arrivai da lei aveva la pelle d'oca. Controllai se era ferita e quando mi accertai che era illeesa corsi verso quella boccia di vetro: la safe area che cercavo. Fecero subito entrare la bambina, sbarrando la porta a me. Presi a pugni la porta per farmi aprire, dopo qualche minuto si aprì e due uomini mi spolgiarobo per vedere se avevo il tatuaggio texi, dopo che si accorsero che non lo avevo mi fecero entrare. La famiglia della bambina corse subito da me e un uomo alto e robusto che si rivelò il padre disse:
-grazie per aver salvato mia figlia, come posso sdebitarmi?
-sto cercando una persona...
-chi?
-un ragazzo di 19 anni
-beh... mio figlio ha 19 anni non so se cerchi lui? Ma perché lo cerchi?
-è una storia lunga... conducimi da tuo figlio!
-ok...
L'uomo mi guidò lungo un corridoio molto strano, molto diverso dalla quello della mia safe area. Lungo il corridoio c'erano delle porte con su scritto un numero, tipo negli hotel. L'uomo si fermò davanti alla porta N. 261. Quando l'uomo mise la chiave nella sereatura, esitò ad aprire la porta e mi disse:
-non ci siamo ancora presentati? Il mio nome è Tristan.
- e il mio è Tom
Tristan aprì la serratura e tutti e due entrammo. La stanza era arredata stile anni 80-90, dal letto si alzò una figura che disse:
-chi è?
-sono io, hai visite!
-ah, e chi?
-guarda con i tuoi occhi.
Il ragazzo si voltò e mi guardò con aria ambigua. Io mi girai verso Tristan in modo da farli capire che dovevo parlare a suo figlio da solo. Tristan capì subito e uscì dalla stanza, ma ebbi come la sensazione che stesse sulla soglia della porta ad ascoltare il mio dialogo con suo figlio. Mi avvicinai al ragazzo e dissi:
-bene! Iniziamo

7 anni dopo...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora