Genn si svegliò in un letto sconosciuto. Considerata la luce che invadeva la stanza presuppose che dovessero essere almeno le 11. Si girò su un fianco, ancora intontito, e si ritrovò accanto ad Erica. "Come ci sono finito qua..." . Un'illuminazione gli passò per la testa e guardò sotto le coperte: era nudo, come temeva. Sperava fosse un'allucinazione dovuta ancora agli effetti di tutto quello che aveva ingurgitato e fumato la sera prima. Allungò la mano e sentì la pelle fredda di Erica. "Merda..."
Si alzò,cercando di fare il più silenziosamente possibile, si rimise i vestiti della sera prima e lasciò quella casa nel giro di pochi minuti.
Iniziò ad andare -quasi senza accorgersene- verso casa di Alex. Se ne rese conto solo quando si ritrovò davanti alla porta che aveva imparato a riconoscere da duecento metri di distanza. "Ormai, o la va o la spacca.". Suonò il citofono e il portone si aprì senza che nessuna voce rispondesse. In cima alle scale, la porta d'ingresso era già aperta.
-Alex...
Prima il silenzio. Poi una foce familiare gli disse di andare in cucina. Lui seguì quella voce e trovò Alessio che leggeva un libro: "Noi ragazzi dello zoo di Berlino". Genn non lo aveva letto, ma ne aveva sentito parlare abbastanza da conoscerne a grandi linee l'argomento.
-Perché quel libro?
"Perché voglio capire se sei tu o è il tuo cazzo di problema, idiota".
-Me lo avevano consigliato.-rispose.
Gennaro si sedette di fronte a lui. Alessio faceva di tutto per ignorarlo. Era stato solo tanto tempo ma non se la passava così male. E poi ecco, arriva questo tipo che sente suonare in giro e gli incasina la vita in qualche settimana. Siamo così masochisti a volte. Sappiamo cosa sia giusto e cosa sbagliato, ma scegliamo di sbagliare perché per un momento ci fa stare molto meglio che fare la cosa giusta. Alex voleva sbagliare anche quella volta. Sarebbe solo stata una cicatrice in più, in fondo. Alzò gli occhi su Genn che non gli aveva mai tolto gli occhi di dosso, come se avesse bisogno che lui lo notasse per...
-Come sono finito da Erica?- appunto, per bombardarlo di domande assolutamente egoistiche.
Alessio sbuffa, ormai abituato a quel comportamento tanto che gli venne da ridere. Forse non se ne accorgeva davvero di quanto si comportasse da stronzo, eppure a lui andava bene lo stesso così, perché stava male con Genn ma sarebbe stato peggio senza.
-Ti ho lasciato che eri svenuto sul pavimento del bar. Poi non so nulla.
Gennaro assunse un'espressione del tipo "devo ricordarmi qualcosa di ieri sera" quando gli tornò in mente una sola frase, probabilmente l'ultima che aveva pronunciato prima di perdere i sensi.
-Quando ti ho chiesto di...beh...
Alex s'irrigidì. Aveva provato a non pensarci, ci stava riuscendo se il biondino non glielo avesse ricordato.
-Sì. Un giorno, magari, parleremo anche di quello.- disse, tornando a leggere il suo libro.
Genn ridacchiò.
-Certo, sicuro.- e passando dietro di lui per prendere dell'acqua gli diede un colpetto sulla nuca. Alex non voleva ridere, doveva essere arrabbiato con lui, ma proprio non ci riusciva. Bastava che guardasse i suoi occhi stanchi del mondo per non provare altro che tenerezza e...affetto. Si girò ridendo verso di lui, tirandolo scherzosamente sulle sue gambe e facendo così ridere anche lui perché si era versato tutta l'acqua addosso.
-Sei un cazzone Alè!- disse tra una risata e l'altra, tra una strizzata della maglia e l'altra. Alessio gli scombinò i capelli per poi farlo scendere dalle sue ginocchia.
-Hai...guardato dentro il tuo borsone?- gli chiese dal nulla, con gli occhi bassi.
-No, perchè?- rispose aggrottando le sopracciglia, la sua tipica espressione confusa.
-C'era solo...un'idea.- disse con aria di sufficienza, sentendosi in fondo molto più fiero di quanto avrebbe mai dato a vedere. Gennaro sorrise, finalmente senza pensare più a quello che era successo la notte.
-Come l'hai chiamata?
-Pensavo "Last Part". Ovviamente serve il testo, l'arrangiamento, dobbiamo sistemare qualcosina...
Genn frugava già tra le sue cose e tornò da lui sventolando il foglio che gli aveva lasciato prima di cacciarlo di casa. Sembrava passato così tanto tempo...e aveva trascorso fuori solo una notte.
Alex gli strappò di mano il foglio, e riguardandolo gli fece notare qualche sbaglio qua e là. Ma l'espressione di Gennaro restava sorpresa e soddisfatta. Fu a quel punto che Alessio si chiese "e se fossi stato io a sbagliare?,dal primo momento".
-Buon compleanno Genn.
Lo abbracciò. Oddio, non era proprio un abbraccio, gli mise un braccio attorno alle spalle, e questo bastò per ricominciare.------
capitolo un poco più corto del solito, ma serviva per farli riconciliare così calmo gli istinti omicidi di una mia amica fan che mi voleva strozzare ahahah
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Urban Strangers || Gennex
FanfictionLe storie di due ragazzi che s'incrociano irreversibilmente. Un'amicizia destinata a durare oltre i limiti immaginabili dall'essere umano. La strada per realizzare i sogni che avevano da bambini si aprirà per Gennaro e Alessio?